Come già scrissi, “Probabilmente sono già passati…’
“Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.” (Sandra Bonsanti, 2011)
Paolo Barbieri, socio circolo di La Spezia
All’esimio prof. Montanari che nel suo articolo che esprime il proprio disappunto per la situazione che stiamo vivendo con la frase: “L’orizzonte è dunque assai grigio: che è sempre meglio di nero, sì.” e al contrario di altri prospetta che la rivoluzione di sinistra debba crescere dal basso, ho mandato le seguenti considerazioni:
Perché siamo a questo punto? A me sembra che la società è come una scuola in cui si sono preparati programmi bellissimi, pieni di tanto sapere ma in cui manca completamente la cosa più importante la didattica. La promozione dei cittadini, come quella degli studenti risulta non dalla propria maturazione ma dalla propria capacità di farsi largo sgomitando. In una cosa, secondo me, la Beneamata Costituzione risulta manchevole.
Tutte le attività che hanno luogo nella società sono regolamentate sotto due aspetti che si possono sintetizzare così:
Quello etico che nessuno danneggi la società.
Quello economico che nessuno possa agire fuori dalle regole economiche previste per eseguire le attività.
Naturalmente lo Stato si dovrebbe attrezzare al meglio per fare in modo che le buone abitudini dei cittadini favoriscano l’adeguamento a quei comandamenti.
Invece i partiti politici sono tenuti fuori specialmente dal secondo comandamento (i partiti politici gestiscono le proprie faccende economiche nel modo da trarne il massimo vantaggio) e questo finisce per influire anche sull’altro aspetto.
Mi sembra che i politici vogliano cambiare la costituzione per non affrontare mai questa questione fondamentale.
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Come già scrissi, “Probabilmente sono già passati…’
“Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.” (Sandra Bonsanti, 2011)
Paolo Barbieri, socio circolo di La Spezia
All’esimio prof. Montanari che nel suo articolo che esprime il proprio disappunto per la situazione che stiamo vivendo con la frase: “L’orizzonte è dunque assai grigio: che è sempre meglio di nero, sì.” e al contrario di altri prospetta che la rivoluzione di sinistra debba crescere dal basso, ho mandato le seguenti considerazioni:
Perché siamo a questo punto? A me sembra che la società è come una scuola in cui si sono preparati programmi bellissimi, pieni di tanto sapere ma in cui manca completamente la cosa più importante la didattica. La promozione dei cittadini, come quella degli studenti risulta non dalla propria maturazione ma dalla propria capacità di farsi largo sgomitando. In una cosa, secondo me, la Beneamata Costituzione risulta manchevole.
Tutte le attività che hanno luogo nella società sono regolamentate sotto due aspetti che si possono sintetizzare così:
Quello etico che nessuno danneggi la società.
Quello economico che nessuno possa agire fuori dalle regole economiche previste per eseguire le attività.
Naturalmente lo Stato si dovrebbe attrezzare al meglio per fare in modo che le buone abitudini dei cittadini favoriscano l’adeguamento a quei comandamenti.
Invece i partiti politici sono tenuti fuori specialmente dal secondo comandamento (i partiti politici gestiscono le proprie faccende economiche nel modo da trarne il massimo vantaggio) e questo finisce per influire anche sull’altro aspetto.
Mi sembra che i politici vogliano cambiare la costituzione per non affrontare mai questa questione fondamentale.