Azzariti: Giusto il piano per le riforme, ma bisogna tornare al proporzionale

10 Set 2019

Liana Milella

ROMA – «Accompagnare la riduzione del numero dei parlamentari con altre riforme è necessario». Il costituzionalista Gaetano Azzariti promuove la soluzione Pd-M5S, ma pone una condizione: «La legge elettorale dovrà essere rigorosamente proporzionale».
Perché è favorevole a questa riforma della Carta, frutto del primo accordo tra Pd e M5S?
«Mi auguro che il percorso possa recuperare un deficit di cultura costituzionale mostrato nel recente passato da entrambe le forze politiche: i 5S, immaginando la riduzione dei parlamentari solo per tagliare poltrone e non invece per riaffermare la centralità e autorevolezza del Parlamento, avallando così pericolose pulsioni anti parlamentari; il Pd, a sua volta, approvando leggi elettorali sempre più distorsive della rappresentanza politica, accecati dal mito della governabilità che ha portato a scrivere leggi incostituzionali».
Nel merito, trova possibile ed equilibrato lo scambio tra riduzione dei parlamentari targato M5S e pacchetto di interventi sulla Carta voluto in cambio dal Pd?
«L’ essenziale, in realtà, sarà la nuova legge elettorale. Quanto ai cinque punti preannunciati da Repubblica li giudico tutte razionalizzazioni della forma di governo parlamentare, in fondo proprio come auspicato sin dai tempi dell’ assemblea costituente che approvò il famoso ordine del giorno Perassi».
È davvero possibile, una volta votata la riduzione dei parlamentari, rinviare il referendum di sei mesi sfruttando la legge 352 del 1970?
«È un’ ipotesi espressamente prevista da quella legge ed è anche una norma di buon senso. Però il presupposto è l’ approvazione, a distanza di pochi mesi, di due diverse leggi costituzionali».
Ma l’accordo tra Pd e M5S è proprio questo, votare prima la riduzione e poi il resto del pacchetto. Perché lei ha dei dubbi?
«L’esperienza mi dice che i cronoprogrammi così rigidi non sono mai stati rispettati. La via delle riforme costituzionali, come dimostra la storia degli ultimi vent’ anni, è sempre stata lastricata di grandi imprevisti. Mi auguro che le garanzie date non riguardino solo i tempi, ma soprattutto la sostanza.
Non vorrei però che sfuggisse il problema di fondo: qui si tratta di rafforzare la rappresentanza democratica, assicurando il pluralismo politico. Per questo è essenziale puntare su due, anzi tre distinte questioni».
E quali sarebbero?
«Oltre alle puntuali modifiche costituzionali annunciate, le altre due misure ancor più importanti sono la pur preannunciata riforma della legge elettorale, nonché l’intervento, che giudico essenziale, sui regolamenti parlamentari per rivitalizzare l’ organizzazione dell’ attività interna delle Camere».
Consiglierebbe di mettersi d’ accordo subito e votare la legge elettorale il prima possibile?
«Senz’altro, sia per ragioni di tempi, sia per ragioni di contenuto. Essendo una legge ordinaria, una volta raggiunta l’ intesa politica, può essere approvata in tempi brevissimi. Ed è tanto più importante votarla perché solo questa metterebbe in sicurezza una riforma costituzionale che altrimenti potrebbe essere molto pericolosa».
Perché, quali minacce ci potrebbero essere?
«Conservare l’attuale legge elettorale riducendo a 200 i senatori determinerebbe una compressione eccessiva e sicuramente incostituzionale della rappresentanza. In alcune regioni non verrebbe eletto nessun esponente di gruppi che potrebbero anche andare oltre il 15% dei suffragi».

Il giurista Gaetano Azzariti insegna Diritto Costituzionale alla Sapienza di Roma.


La Repubblica, 9 settembre 2019

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