Nando dalla Chiesa, l’antimafia è donna

08 Set 2019

Rossella Guadagnini Consiglio di Direzione Libertà e Giustizia

 “Sta succedendo qualcosa nell’universo femminile che può mettere in difficoltà la mafia, sia all’interno dell’organizzazione, che all’esterno”. Lo sottolinea all’Adnkronos Nando dalla Chiesa, docente universitario, che dal prossimo lunedì 9 settembre fino a venerdì 13, dirigerà la Summer School on Organized Crime del Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-politici dell’Università degli Studi di Milano, dedicata per questa IX edizione al tema “Mafia e donne”.

“All’interno della mafia -prosegue il sociologo- i casi di abbandono silenzioso oppure di defezione morale sono ormai numerosi. Certo la maggioranza delle donne di mafia è fedele alla ‘cultura’ e agli imperativi dell’organizzazione. Ma i casi di rigetto -vuoi su pressione dei figli, vuoi per le attività di reinserimento svolte in carcere, vuoi per scelta morale autonoma favorita dal rapporto con il mondo esterno- sono davvero interessanti, anche se talora si chiudono in modo drammatico”.

Al di fuori di Cosa Nostra si registra, invece, “una crescita straordinaria della presenza femminile nei movimenti antimafia -spiega ancora dalla Chiesa- Io stesso resto stupito dall’incidenza delle studentesse nei progetti universitari, nei corsi, nelle tesi di laurea. A volte, in una facoltà che non è di genere come Scienze Politiche, rappresentano i tre quarti o i quattro quinti del totale dei partecipanti. E’ un fatto importante, di cui occorre capire le ragioni. Tanto che sono giunto alla conclusione che l’antimafia è donna”.

L’appuntamento milanese -che riunisce comunità scientifica e società civile- offre un’occasione di confronto su temi che investono disuguaglianze di genere, costumi civili, processi educativi, diritto di famiglia e antropologia culturale. Nella nostra società esistono ‘pari opportunità’ anche nel delinquere? C’è una specie di ‘par condicio’ tra uomini e donne criminali? Come cambia il rapporto tra l’universo malavitoso, maschile e maschilista, e le donne?

Vicende di cronaca, ricerche scientifiche, testimonianze, dicono che “se è vero che si aprono ‘carriere femminili’ anche dentro le organizzazioni mafiose, è altrettanto vero che il muro dell’omertà e della sudditanza femminile va lentamente sgretolandosi”, conclude dalla Chiesa. Così per cinque giorni, sociologi, magistrati, ex detenute, giornalisti, registi, uomini di chiesa ed esponenti politici, mescoleranno scienza sociale e arte, informazione e giustizia, fede e testimonianze di vita, per mettere a fuoco un fenomeno in grado di ‘disorientare’ la mafia, di privarla di certezze secolari.

Partecipano quest’anno -tra gli altri- Rosy Bindi, Margherita Cau, Alessandra Cerreti, Concita De Gregorio, Roberto Di Bella, Alessandra Dino, Alessandra Dolci, Don Luigi Ciotti, Norma Ferrara, Elio Franzini, Federico Cafiero de Raho, Sabrina Garofalo, Pietro Grasso, Salvo Palazzolo, Giuseppe Pignatone, Michele Prestipino. ll corso (per un numero massimo di 60 partecipanti) si terrà tutti i giorni dalle 9.30 alle 18, nella Facoltà di Scienze Politiche dell’ateneo di Milano; vicedirettrice è Ombretta Ingrascì. Le iscrizione sono possibili anche sul posto per le singole giornate, in base al programma.

Adnkronos, 7 settembre 2019

Giornalista e blogger, si occupa di hard news con particolare interesse ai temi di politica, giustizia e questioni istituzionali; segue vicende di stragismo, mafia e terrorismo; attenta ai temi culturali e sociali, specie quelli riguardanti le donne.

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