La lezione di Borsellino agli studenti: ‘Lavorare perché lo Stato diventi più credibile’

La lezione di Borsellino agli studenti: ‘Lavorare perché lo Stato diventi più credibile’

Nel 1989 la seconda guerra di mafia insanguina la Sicilia e impone il dominio dei Corleonesi. Non è ancora il momento dell’attacco al cuore dello Stato. Malgrado ciò il giudice Paolo Borsellino, in un liceo di Bassano del Grappa, racconta una storia sorprendente per la sua attualità.

Il magistrato illustra ai ragazzi, con parole semplici e dirette, un quadro terrificante di omicidi, estorsioni e rapimenti. Lo fa in una scuola del Nord, davanti a giovani che vivono una realtà completamente diversa e lontana da quegli scenari. Ma i tentacoli di Cosa Nostra sono lunghi e avvolgenti. Borsellino lo sa e con la sua speciale ‘lezione’ intende mettere in guardia la sua platea, ancora inesperta. Affinché impari a riconoscere la mafia da subito, in tutte le sue complesse articolazioni, da quelle eclatanti a quelle più nascoste e insidiose.

Si tratta di un documento importante, che ancora oggi risuona come un monito rimasto inascoltato. La ‘lezione’ del giudice è stata raccolta in volume (appena edito da PaperFirst) e intitolato “Paolo Borsellino. Cosa nostra spiegata ai ragazzi”, curato dal fratello Salvatore, autore della prefazione. Oltre alle domande rivolte durante l’incontro dagli studenti al magistrato, il libro contiene degli appunti vergati a penna da Paolo e alcuni stralci dell’agenda grigia, l’unica ritrovata dopo la strage del 19 luglio 1992, che venne riconsegnata all’epoca ai familiari, dopo l’esame degli inquirenti. Stasera (19 luglio ndr) dal palco di via d’Amelio, a Palermo, in occasione della commemorazione dei 27 anni dalla strage in cui furono assassinati barbaramente Borsellino e le cinque persone della sua scorta, ne parleranno il fratello Salvatore e il giornalista del “Fatto Quotidiano”, Marco Lillo.

“Credo che la maniera più giusta per far arrivare il pensiero di Paolo ai giovani di oggi, non ancora nati quando mio fratello è stato ucciso, sia quella di riportare fedelmente le sue parole, senza travisarle o decontestualizzarle -commenta Salvatore Borsellino- Sono stato accusato di fare ‘di professione il fratello di Paolo Borsellino’, ma quando parlo ai giovani dico loro che essere suo fratello è solo un fatto biologico, che non dà -di per sé- alcuna patente di legittimità”.

Alcuni passi di quella speciale ‘lezione’ sembrano profetici: li pubblichiamo a stralcio dal volume. “In un tempio della cultura qual è la scuola, non si può non parlare di quella che io chiamo la cultura della legalità, una cosa che probabilmente a scuola s’insegna molto poco, sulla quale ci si sofferma molto poco, ma che mi sembra estremamente importante”. “Che cosa intendo per cultura della legalità? Intendo sapere e recepire appieno cosa sono le leggi e perché devono essere osservate -prosegue il testo di Paolo Borsellino- Le leggi sono dei comandi, dei divieti che dà lo Stato, che normalmente prescrivono o vietano certe attività, che normalmente sono accompagnate dalla cosiddetta sanzione (…). Se io, nonostante lo Stato mi impedisca di uccidere, uccido il mio prossimo, lo Stato mi punisce”.

“E’ chiaro che quanto più queste leggi vengono osservate, quanto più si ritiene che le leggi siano giuste, cioè quanto più il cittadino tende ad identificarsi con l’istituzione che queste leggi promana, tanto più quindi il cittadino si sente partecipe, parte integrante dello Stato”. Dato che quando invece “per una qualsiasi ragione, comincia a ritenersi estraneo a queste istituzioni, tanto meno osserverà i comandi che da questa istituzione promanano, e allora ci vorranno sanzioni più forti, più carabinieri…”. “Perché la vera risoluzione sta nell’indagare, nel lavorare perché uno Stato diventi più credibile, perché noi ci dobbiamo identificare di più in queste istituzioni (…), perché solo questa è la via che, con il passare degli anni, ci porterà a non avere più questa pericolosissima forma di criminalità, (che consiste – ndr.) proprio in questo, nel confondersi e nello stravolgere il senso vero delle istituzioni statuali”.

Adnkronos, 19 luglio 2019

2 commenti

  • La lezione del magistrato BORSELLINO agli studenti:
    “OCCORRE LAVORARE PERCHÉ LO STATO DIVENTI PIÙ CREDIBILE”

    Non voleva certamente dirlo solo agli studenti, ma a tutti coloro che fossero in grado di fare qualunque cosa che avesse quelle finalità!

    E non erano e non sono certo gli studenti il gruppo sociale di maggior potenziale operativo! I destinatari perfetti di quella lezione erano e sono i cittadini adulti e consapevoli aggregati nei corpi intermedi non infiltrati dalle mafie, come invece già erano alcuni partiti del tempo, ma in Sicilia tutti.

    E con quelle finalità, alcuni anni dopo nacque Libertà e Giustizia per volontà di un gruppo di Eccellenze della Repubblica. E per quelle finalità raccolse adesioni numerose di persone importanti e semplici, ugualmente preoccupate.

    E molte altre associazioni nacquero per volontà di cittadini che avvertivano e ancora avvertono la necessità di aggregarsi e più efficacemente spendersi perchè lo Stato diventi più credibile.

    Ma il loro impegno, profuso generosamente nel tempo, non è per nulla riuscito a fermare il degrado e declino del Paese, finito alla mercè di personaggi come Di Maio e Salvini, che dovrebbero confrontarsi con frau Merkel…al 4° cancellierato, dopo 4 legislature da parlamentare…il tutto costruito su 2 lauree…

    L’aggressività e l’arroganza della mediocrità ha strapazzato la mitezza della cultura, e in 40 anni siamo precipitati da Moro e Berlinguer ai succitati Di Maio e Salvini, passando per Berlusconi e Renzi…

    La mediocrità che ha occupato le istituzioni, non può che riprodurre se stessa, altrimenti sarebbe un suicidio. Quindi per interrompere questa naturale trasmissione, è necessario sottrarle il futuro a partire dalle prossime elezioni politiche quando saranno, offrendo all’elettorato la possibilità di un voto convinto, se non entusiasta, liberandolo dall’infima scelta tra astensione e male minore presunto. E per questo è necessario uscire dal solito perimetro partitico/politico, liste civetta comprese, è necessario che il corpo intermedio associativo, nato “perchè lo Stato diventi più credibile”, faccia un altro passo avanti e si costituisca in un Movimento Civico Nazionale per la Democrazia Costituzionale (oppure qualcosa di simile), mettendosi a disposizione di un “primus inter pares”, il Sindaco Sala, Fabrizio Barca, oppure un leader collettivo come il CDC, per formare liste di persone mediaticamente note, per quanto possibile, e riconosciute come affidabili , perchè di questo ha bisogno un elettorato largamente analfabeta funzionale, e ancora più largamente sfiduciato verso l’offerta politica tradizionale.

    Chi ha l’autorevolezza per farlo, si adoperi in tal senso, non c’è più tempo per gli allarmi, ma solo per agire, non solo per uno Stato più credibile, ma per salvaguardare la Costituzione e la qualità della nostra democrazia, da una maggioranza di destra a impronta leghista, che sarebbe l’apoteosi della mediocrità. O peggio!

    Paolo Barbieri, socio circolo di La Spezia

  • Qualsiasi momento è buono per leggere i libri di coloro che hanno chiaramente i dono della saggezza consiglio perciò la lettura del libro di From: I cosiddetti sani. Sarebbe anche il caso di approfondire anche le tesi di From per trarne il miglio giovamento.

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