La provocazione, questa volta, ha superato ogni limite: scegliere Prato per sfilare nelle strade e nelle piazze, Prato, medaglia d’ argento al valor militare “per il coraggio dimostrato dai suoi cittadini nel respingere le truppe occupanti”.
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Sfilare in un corteo coi simboli e le parole di odio razzista per celebrare i cento anni dalla nascita dei primi Fasci. Era il 23 marzo 1919 quando a Milano Mussolini fondò il primo Fascio di combattimento.
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Ma questa non è una storia isolata, alla quale si possa rispondere con dichiarazioni più o meno preoccupate.
L’iniziativa di Forza Nuova va fermata e quel corteo celebrativo della più grande tragedia della storia italiana non deve esserci.
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Parla da sola la storia del gruppo fascista: un crescendo di provocazioni, di assalti ai cronisti impegnati a testimoniare i raduni, minacce e blitz contro sedi dell’ Anpi e contro associazioni che lavorano per i migranti, marce con la maglia Auschwitzland Perché una tale escalation, perché proprio in questi mesi il bisogno di ricordare solennemente Mussolini e il fascismo? Cosa vogliono davvero festeggiare?
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La memoria non può non andare a quel marzo del 1919, quando Mussolini profetizzava: “In due mesi un migliaio di Fasci saranno sorti in tutta Italia”. E invece nel mese di ottobre, quando si tenne a Firenze il primo congresso dei Fasci, si contano e sono, testimonia Angelo Tasca, 137 fasci e 62 in via di costituzione, secondo le cifre di Mussolini, false: i Fasci erano soltanto 56. No, l’ inizio non fu facile, per il Duce, ma dopo, scelta risolutamente la via della violenza, della brutalità, degli assassinii, scelta la via della dittatura la storia fece il suo corso.
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Il fascismo sorse in quegli anni nel nostro Paese, perchè la democrazia era più debole che altrove, e secondo la tesi di Piero Gobetti, la libertà non era mai diventata un costume nazionale, ma era sempre rimasta un privilegio e una concessione.
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Eravamo un popolo soggetto da sempre alle dominazioni straniere. Ma la provocazione di Forza Nuova che intende celebrare la conquista del potere da parte del fascismo ci costringe a riflettere non soltanto su quegli anni lontani, sull’ inizio del ventennio fascista ma anche sullo stato della nostra democrazia, oggi. È molto interessante ricordare come in quei primi anni tutto fu difficile da capire e da prevedere. Penso spesso alla scena dell’ ultimo incontro fra Nenni e Mussolini nel 1922.
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Lo ha raccontato Nenni stesso in una cronaca uscita in Francia quando il destino ormai era scritto. “Due uomini passeggiavano lungo la Croisette, la loro conversazione era animatissima” “Ignoro che cosa diventerai” dice Nenni a Mussolini “ma sono sicuro che tutto quello che farai sarà bollato dal ferro rovente dell’arbitrio perché ti manca il sentimento della giustizia, dimentichi i morti, dimentichi che sei stato il capo del partito socialista, dimentichi che gli operai sui quali si avventano le tue camicie nere erano diventati socialisti al tuo appello”.
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E oggi? Possiamo davvero consentire che in una delle nostre città simbolo della Resistenza si compiano riti apertamente fascisti?
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Io sono certa di no. E non soltanto a causa dell’offesa lancinante che molti di noi sopravvissuti continuano a patire, ma soprattutto perché è lampante anche a chi non volesse vedere che dietro l’escalation di provocazioni c’è la certezza di avere interlocutori benevoli (ed è un eufemismo) nelle stanze dei bottoni. Sanno che c’è ascolto e forse Forza Nuova, CasaPound, Avanguardia nazionale sanno anche che ci sono interesse e benevolenza e forse promesse d’appoggio. Sanno che CasaPound a Roma non verrà sgomberata. Sanno che in certi quartieri abbandonati dalla politica di sinistra c’è spazio per predicare odio razziale e nostalgia del fascismo.
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Noi, la nostra democrazia, non può voltarsi dall’altra parte, altrimenti sarà un ciclone a travolgerci, avremo anche perso “il sentimento della giustizia” e sarà troppo tardi.
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No, non possiamo voltarci dall’altra parte!
Ma neppure limitarci a ripetere i soliti riti stanchi, le manifestazioni sempre meno partecipate, che storia e cronache raccontano inefficaci.
Sono varie le ragioni che gonfiano le nere bandiere delle varie sigle fasciste: una democrazia claudicante da troppo tempo ed in progressivo peggioramento, che non riesce a soddisfare le aspettative fondamentali della Cittadinanza; l’ampio e crescente analfabetismo funzionale e di ritorno che rende vulnerabili a messaggi autoritari e brutali; il tempo che passa e riduce testimonianze e ricordi nell’ignoranza della storia; la politica al potere che garantisce empatia e protezione…
Nulla possono i soliti riti dell’antifascismo militante, in costante regressione numerica, contro queste spinte crescenti!
Solo riportando al più presto in Parlamento il rigore morale e culturale e l’orientamento al bene comune, indispensabili per riprendere la via del progresso, potremo contrastare sino a spegnere quel vento funesto, e soffocare ogni rigurgito acido di fascismo! Prima che sia troppo tardi!
Le prossime probabili elezioni politiche anticipate, saranno l’occasione più vicina per spendere tutto il nostro impegno.
Ma non sarà sufficiente il PD di Zingaretti, con le frattaglie della sinistra residua, a realizzare questo ricambio virtuoso. Per raccogliere tutti i voti dei delusi dal M5S, e per ridurre l’astensionismo ad un livello fisiologico, occorre una nuova entità (Movimento Civico Nazionale per la Democrazia Costituzionale?) che non olezzi di casta, aperta alla coalizione progressista con tutte le sigle disponibili: solo così avremo qualche speranza di contendere alle destre la maggioranza parlamentare.
A LeG, al CDC e a tutto il miglior associazionismo civico tocca esprimere il massimo della loro forza, volontà e prestigio in questo senso, altrimenti…
Se poi vogliamo provare a seppellire sotto una grande risata la sfilata del 23 marzo a Prato, facciamolo! Ma che sia ENORME! E nella consapevolezza che sarà solo una schermaglia.
Paolo Barbieri socio circolo La Spezia
”…Ma non sarà sufficiente il PD di Zingaretti, con le frattaglie della sinistra residua, a realizzare questo ricambio virtuoso…”
Gentile Sig. Barbieri,
ammiro la sua tenacia e il suo senso civico e appunto per questo non comprendo il perseverare suo e di una parte di LEG nella speranza della sedicente sinistra. Lei scrive che il PD di Zingaretti non sara’ sufficiente ad arginare il disastro quando e’ tristemente vero che il PD di Zingaretti e di Bersani….di Veltroni…e’ la principale causa del baratro italiano e con-causa del regresso mondiale. Da persona di sinistra, da molti lustri ne osservo sgomenta gli indegni esponenti, le cui malefatte ed omissioni hanno via via sdoganato il fascismo depotenziando la scuola, annacquando la memoria storica, trasformando il sindacato in un carrozzone atto a facilitare la distruzione dei servizi pubblici e dei diritti dei cittadini in cambio di fulgide carriere sindacal-politiche a gente improponibile, riportando in Parlamento una Mussolini emula del nonno, tradendo il diritto internazionale per correre di nuovo appresso ai guerrafondai nonostante la lezione impartitaci dalle tragedie belliche del 900, tollerando il dilagare di corruzione e mafia, privando di prospettive e di giustizia una moltitudine di giovani il cui esodo ha dissanguato un’Italia sempre piu’ priva di speranza.
Zingaretti e il segretario da lui proposto, Gentiloni, non sono la cura ma la malattia. Di Salvini non mi scandalizzo perche’ Berlusconi ed esponenti della lega tutta si dimostrano per quello che sono sempre stati: io chiedo conto alla parte in cui mi riconoscevo e che votavo fino al primo Prodi. Salvini non mi ha mai imbrogliata e nulla da Salvini mi aspettavo e in fondo nulla di lui mi meraviglia: nemmeno che tutte le lobby orfane del PD siano salite sul suo carro e che Tony Blair lo cerchi per la TAP e chissa’ che altro. Il Prof. Montanari ha provato a fare risorgere la sinistra un anno fa, trasformandosi suo malgrado in un taxi destinazione Parlamento: ”..Prendiamoci il Brancaccio…”.
Si e’ sottratto chiedendo perfino scusa: ha commesso l’errore di pensare che sull’orlo del burrone ci si salvi solo sventolando la bandiera di una sinistra che non c’e’. Pensiamo a fare una prudente marcia indietro dal burrone, torniamo sulla strada, nel rispetto delle regole e poi, una volta in salvo, penseremo alla sinistra. La sola bandiera, la stella polare e’ la Costituzione: invece di inseguire uomini e donne ’de sinistra’ che l’hanno vituperata e tradita, richiamiamo alla ragione coloro che insieme a noi l’hanno salvata e che adesso ingenuamente la stanno mettendo in pericolo.
Gentile signora Giovanna,
voglio credere che non abbia letto solo quel capoverso e che quindi abbia colto anche ciò che credo necessario per riprendere la via del progresso: e cioè “il ritorno nelle istituzioni del rigore e dell’orientamento al bene comune indispensabili”. E l’invito, l’ennesimo invito al miglior civismo quale sicuro contenitore di quelle qualità, perchè faccia il necessario passo avanti, anche oltre i propri statuti, per formare insieme al PD di Zingaretti e a tutta la Sinistra disponibile, una coalizione atta a contendere la maggioranza alle destre alla prossima scadenza elettorale anticipata per le politiche.
Col PD di Zingaretti non perchè la mia fiducia in esso sia granitica, ma solo perchè non c’è altra via per essere competitivi verso le destre. Perchè a me non basta la testimonianza inossidabile dall’opposizione, mentre le destre finiscono di portare al tanto peggio a partire dalla demolizione della Costituzione: proprio non mi sfiora neppure l’idea del tanto peggio tanto meglio!
E visto che di quando in quando appaiono suoi scritti su questi spazi, voglio credere che abbia contezza da quanto tempo io suggerisca, sentendomi molto simile al povero Sisifo, la necessità di un Movimento Civico Nazionale per la Democrazia Costituzionale. O anche come a partire dai tempi della campagna per il ref oppositivo, suggerissi di andare oltre il NO per offrire a quel 90% e oltre di cittadini che dichiarano da lustri alla demoscopia professionale la loro sfiducia nell’offerta politica tutta, la possibilità di diventare protagonisti del proprio futuro e di offrire loro la possibilità di un voto entusiasta, e non solo per il male minoe… E tralascio di risalire fino alla caduta del 2° governo Prodi…
Lei ribadisce la stima assoluta nella Costituzione…ma pare non valutare il pericolo che essa correrebbe in un Parlamento a maggioranza delle destre che renderebbe inefficace anche un altro ref oppositivo, visto che un elettorato largamete analfabeta funzionale, è quantomai vulnerabile a messaggi autoritari, semplici e brutali e alla leva dell’immigrazione che solleva tutte le destre europee!
Del prof. Montanari non ho mai condiviso la scelta di cercare “la Sinistra che ancora non c’è”, chiedendo alle scheggie che della sinistra hanno il copyright, di farsi un po’ da parte, mentre ritenevo e suggerivo la presentazione di una Lista Civica Nazionale per la Democrazia Costituzionale, figlia naturale e conseguenziale di quel Comitato per il NO che ben rappresentava chi della difesa della Costituzione aveva fatto un argine e una bandiera, impegnandosi nelle piazze del Paese, non certo per tornaconto personale o di clan…
E siamo ancora qui, con le destre costantemente sopra il 45% nelle intenzioni di voto ed in crescita, mentre non si vedono all’orizzonte tracce di quella “rossa primavera” che attendiamo come l’araba fenice, o come le calende greche…
E con alcuni o molti che, come lei, dicono che il PD di Zingaretti è uguale a quello di Renzi e ad altri simili del passato, e nulla con esso si potrà costruire…
Allora anche a noi, non resta che il pop-corn e un posto a sedere sulla riva del fiume …
Saluti! E torni più spesso!
Paolo Barbieri, socio circolo La Spezia
Caro Paolo, cara Giovanna, caro Claudio sono nel vortice. Chiedo aiuto agli esseri più leggeri e, Cavalcanti che salta oltre le pesantissime tombe e gli altri Ovidio, Lucrezio ……… Don Chisciotte o forse potrebbe aiutarmi meglio il suo scudiero Sancio Pancia più comprensivo delle mie difficoltà? O forse Pinocchio al quale sicuramente tanto assomiglio per il mio stato in perenne contraddizione che mi precipita senza rimedio nei tentativi di dimostrazione di verità che sarebbe meglio assumere come tali per non perdere inutilmente tempo.
Ma non sono forse io stesso, proprio per la mia estrema debolezza (in qualche modo consapevole o no?) a rappresentare bene il fenomeno dell’uomo?
Mi viene ancora il dubbio: È più leggero chi si oppone alla verità della pesantezza della natura falsificandola per dimostrarne l’inesistenza o chi se ne fa parte per seguirne il corso e viverne la condizione?
Come d’un stizzo verde ch’arso sia
da l’un de’capi, che da l’altro geme
e cigola per vento che va via,
sì de la scheggia rotta usciva insieme
parole e sangue; ond’io lasciai la cima
cadere, e stetti come l’uom che teme.
Vedo in giro molti abusi di autorevolezza e forse perciò conviene leggere il verso successivo di Dante
S’elli avesse potuto creder prima»,
rispuose ’l savio mio, «anima lesa,
ciò c’ha veduto pur con la mia rima,
non averebbe in te la man distesa;
ma la cosa incredibile mi fece
indurlo ad ovra ch’a me stesso pesa.
Vorrei che Rubbia e molti altri rileggessero questa metafora di Dante in chiave moderna per rendersi conto che l’uomo è in pericolo proprio perché con un atto di grande superbia non capisce di fare parte del fenomeno della vita.