Viroli, “Non siamo guariti dal berlusconismo: l’ Italia è malata grave”

Viroli, “Non siamo guariti dal berlusconismo: l’ Italia è malata grave”

Che il rapporto tra politica e giustizia nel nostro Paese fosse complicato lo sapevamo. Per vent’ anni abbiamo ascoltato gli improperi di Berlusconi contro “certi magistrati” “antropologicamente diversi dal resto della razza umana”, “mentalmente disturbati” Non potevamo immaginare che la storia si ripetesse, con toni diversi ma con la stessa morale. Ne abbiamo parlato con il professor Maurizio Viroli. 

Diceva Montanelli che B. è una malattia, si cura solo con un vaccino: “Una bella iniezione di Cavaliere per diventarne immuni”. E’ d’accordo professore?
Montanelli aveva ragione a descrivere il berlusconismo come una malattia morale e politica che è penetrata fin nelle più intime fibre del corpo sociale. Credo però che fosse troppo fiducioso in merito alle risorse morali e politiche presenti nella società italiana.
Le ingenti iniezioni non hanno fino ad oggi prodotto come reazione un rifiuto della mentalità berlusconiana. Hanno piuttosto ulteriormente indebolito la fibra degli italiani. L’ editore Laterza ha lanciato, nel 2009 mi pare, la collana “Anticorpi” che si proponeva di offrire agli italiani risorse intellettuali capaci di renderli più saggi per respingere mali come il berlusconismo. Ma in questo caso l’ idea era di combattere il male diffondendo idee del tutto contrarie. Credo che quest’ ultima strada sia più efficace rispetto alla terapia di somministrare dosi crescenti di veleno. Purtroppo non abbiamo ancora trovato medici dotati della saggezza e della tenacia necessarie per guarire un malato grave come la società italiana.

Non sarà che il berlusconismo è un effetto collaterale del potere?
Il potere politico, in una Repubblica democratica, non produce automaticamente la mentalità berlusconiana con il suo disprezzo per la legalità e in particolare per i limiti che le leggi ordinarie, e soprattutto la Costituzione, impongono ai governanti. Si può essere berlusconiani senza essere al governo ed essere al governo senza essere berlusconiani. Essere al governo favorisce il desiderio di potere personale, ma solo se i governanti non hanno capito che governare in una Repubblica vuol dire servire il bene comune, non affermare ed espandere il proprio potere.
La caratteristica che accomuna, purtroppo, gran parte dei nostri rappresentati è la mancanza di una vera mentalità civica: non capiscono che servire la Repubblica è il più alto degli onori. Per resistere alle seduzioni del potere non bastano le buone intenzioni. Servono buone intenzioni rafforzate da una buona cultura imparata da buoni libri e da buoni maestri.

Come è stata possibile quella che sembra una mutazione genetica nei 5 Stelle?
L’errore più grave che i dirigenti del Movimento hanno commesso nella vicenda dell’ autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini è stato di chiamare i propri elettori a esprimersi tramite una sorta di referendum. Era loro dovere di rappresentanti decidere interrogando soltanto la propria coscienza. Il popolo non può essere giudice e non può essere chiamato a deliberare su questioni che richiedono competenze giuridiche che non ha. Con quel voto i dirigenti del Movimento 5 Stelle hanno dimostrato di non avere un’ adeguata cultura politica, e di essere inaffidabili al governo della cosa pubblica.

I grillini hanno salvato Salvini e condannato se stessi?
Il primo errore i grillini lo hanno commesso quando hanno deciso di governare con Salvini. Salvando Salvini dal giusto processo hanno poi firmato la propria condanna alla irrilevanza politica.
I dem, dopo gli arresti domiciliari ai genitori di Renzi, gridano al colpo di stato che avrebbe rovesciato il governo Renzi. Le stesse parole usate mille volte da B. contro le toghe e per raccontare la decisione di Napolitano di incaricare Monti nel 2011.
I colpi di stato, se vogliamo parlare correttamente, sono conquiste del potere sovrano con l’ impiego della violenza.
Fino ad oggi, per fortuna, di colpi di stato non ne abbiamo subiti. Se Renzi e Berlusconi e i loro emuli, imparassero almeno a parlare con un minimo di rigore intellettuale sarebbe già un grande beneficio per la nostra vita repubblicana. Ma è speranza vana: non sanno parlare con rigore intellettuale perché non sanno pensare ai problemi del nostro tempo con vero spirito di servizio.

Il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2019

3 commenti

  • Illustre prof Viroli,
    nel cercare di curare la società italiana, non si può prescindere dal dato oggettivo della involuzione culturale a cui è stata indotta, e che ha portato l’OCSE a porla in testa alla classifica europea per l’analfabetismo funzionale.

    Non possono essere importanti dibattiti, ottimi editoriali e libri esaurienti a indurre la Cittadinanza a produrre quel necessario cambiamento virtuoso, giacchè quelli sono mezzi buoni per una piccola % di essa, e in democrazia la forza dei numeri è una necessità.

    Quella Cittadinanza nonostante la sua “povertà”, ci dice, come e quando può, cosa cerca e cosa fare per cambiare il destino del Paese, ma non trova ascolto, oppure nessuno che risponda alla sua domanda.

    La DEMOS di I. Diamanti ci racconta, infatti, con il suo annuale “Rapporto Cittadini Stato”, pubblicato ogni dicembre, che da almeno 12 anni la fiducia nei partiti è stata costantemente sotto il 10% arrivando sino al 3% nel 14, M5S e Lega compresi.

    Ma mai nessuna alternativa alla mediocrità generale , EVIDENTE anche ad una Cittadinanza poco pronta a cogliere sfumature, è mai stata offerta a chi chiedeva e chiede affidabilità e credibilità, costringendo quindi l’elettorato all’astensione o ad un voto costantemente per il meno peggio, individuato nel 13 nel ” vaffa” di Grillo, che nel 18 ha voluto mettere alla prova governativa, e nella Lega di Salvini che Brandisce come leva l’immigrazione, che solleva tutte le destre d’Europa.

    A me pare quanto mai necessaria una frattura, un punto e a capo EVIDENTE anche ad un elettorato “distratto”, atta ad interrompere la trasmissione della mediocrità da un Parlamento al successivo, da una leva politica ai delfini designati.

    E questa EVIDENZA fruibile la colgo solo nella scelta di entrare nell’agone politico del Movimento Civico Nazionale per la Democrazia Costituzionale, che ancora non c’è, espressione del miglior associazionismo che nasce e si spende per antonomasia, per la società, per il bene comune, aggregato attorno al Coordinamento per la Democrazia Costrituzionale, evoluzione del Comitato per il NO, che non colse, dopo aver fortunosamente vinto il referendum oppositivo, la necessità di proseguire l’impegno a difesa della Costituzione, della Qualità della Democrazia e del Paese, presentando una lista alle elezioni politiche del 18.

    E siamo ancora qui, col CDC rientrato nel suo asettico piano attico, dal quale lancia nel vuoto varie petizioni che non hanno alcuna possibilità di ascolto.

    Credo che non possa bastare alla miglior elite del Paese, elite secondo il Treccani, un domani affermare “L’avevamo detto e scritto!” per salvarsi l’anima e l’onore! Credo invece che non possa sottrarsi ulteriormente all’onere di guida che naturalmente le compete. Anche a costo di lasciare ruoli amati, ai quali potrà tornare dopo aver riportato stabilmente nelle istituzioni più importanti, il rigore e l’orientamento al bene comune designato nel giugno 46 con l’Assemblea Costituente.

    Continuare con strumenti fruibili solo ad una piccola parte dell’elettorato, è del tutto vano: il vaccino funziona come preventivo, ma non cura la malattia conclamata!

    Se ne può parlare?

    Ossequi e saluti!

    Paolo Barbieri, socio circolo LeG La Spezia.

  • Egr.Sig. Barbieri ero tentato di ripetermi unendo due mie argomentazioni perché come Lei sono alla ricerca disperata di una soluzione, ma forse è meglio rielaborare il già pensato perché spero possa migliorarlo nella forma ed anche nel contenuto. La mia idea è che alla strategia malefica che crea consenso facendo seguire a proclami roboanti, coerenti azioni di esecuzioni malvage si può rispondere con qualche speranza di successo solo contrapponendo proclami di programmi rivoluzionari ai quali far seguire azioni permeate di associazionismo umano che sostituiscano man mano quelle organizzazioni che oggi nella società umana sono vitali per la sua stessa esistenza ma contribuiscono a renderla colma di tante dolorose contraddizioni fino a farci pronosticare la probabile catastrofe. Come osservatori dei flussi dell’opinione pubblica dovrebbe essere oramai chiaro che non esistono riflussi della stessa. Non è assolutamente possibile riscuotere consenso etichettandosi attraverso riesumazioni anche solo formali. Avviene, fra l’altro che malgrado la bellezza della intelaiatura costituzionale, la stessa appare a tanti cittadini come il paravento per chi governa e, per quanti sforzi si facciano a dire che non ha portato alla buona società perché se ne tradì lo spirito, la grande massa dei cittadini ha perduto ogni fiducia nella stessa.
    Ricordiamoci.
    Berlusconi: Non sono un politico, governerò l’Italia come la mia azienda; abbiate fiducia. Vedete come sono floride le mie imprese.
    La vecchia Lega: Siamo la lega del Nord. Popoli del Nord abbiate fiducia, vi meritate di più. I vostri soldi non vi verranno più rapinati.
    Renzi: Rottamiamo tutto il vecchio e tutti coloro che lo rappresentano.
    I cinque stelle: Uno vale uno. Trasformeremo lo Stato facendolo governare da voi cittadini, noi saremo solo un tramite per eseguire le vostre disposizioni.
    Salvini: Io sono la lega degli italiani, prima gli Italiani.
    I risultati di tutte queste promesse sono la società piena di contraddizioni in cui viviamo, mentre la Costituzione è solo come un linguaggio attraverso il quale si può raccontare una storia. Come per qualsiasi componimento letterario si possono formulare due giudizi di valutazione uno riguarda la forma e l’altro il contenuto. Nel caso delle opere d’arte credo che il giudizio sul contenuto sovrasti quello sulla forma…..
    Ora riprendo i due miei commenti precedenti.
    Guardiamoci indietro: in quale periodo della nostra esistenza sembrava che avessimo raggiunto la capacità di vivere ragionando? perché ora sembra che non ne siamo più capaci? Il periodo che mi sembra avvicinarsi di più a quella condizione invidiabile è facilmente riconoscibile nel periodo della ricostruzione dopo il fascismo e la guerra. Secondo me siamo caduti nell’errore di credere che il risanamento sia venuto per la sola unica causa di aver cambiato lo Stato, di aver sostituito alla dittatura fascista lo stato democratico. Perché allora questo fatto ebbe buoni risultati ed ora fallisce miseramente? Io credo che sia stato allora fondamentale lo spirito pragmatico diffuso e dirompente qualsiasi muraglia costituita da interessi di parte. Le situazioni particolari si erano livellate in una condizione di necessità diffusa. Quelli che provenivano dai ceti sociali dediti al commercio dei prodotti non potevano che allearsi con gli altri ceti sociali costituiti dalle clientele; senza clienti a chi avrebbero potuto vendere? Lo spirito pragmatico rivolto per convenienza al bene di tutti ebbe un effetto probabilmente superiore a qualsiasi intelaiatura istituzionale dello Stato. Il comportamento della società fu quello di industriarsi per ritornare all’equilibrio precedente; questo è avvenuto purtroppo nel bene e nel male. Le buone intenzioni formalizzate dalle nuove leggi sono diventate dolorosamente criteri efficaci per ricostruire l’economia di mercato con tutti i suoi difetti; non si ebbe la capacità di sostituirla con l’economia della solidarietà. Chi ha cercato nuove strade, vedi ad esempio Olivetti e per ultimo il sindaco di Riace venne e viene combattuto violentemente perseguitato come non integrato nella società e se non punito con la reclusione escluso dalla comunità col silenzio più assordante.

  • Gentile signor Ambrosi, mi scuserà se non risponderò ad ulteriori chiamate, perché per me è faticosa e di incerto risultato la decifrazione dei suoi scritti, persino più lunghi dei miei.

    Credo convintamente che il declino ed il degrado del paese, dipendano dal fatto che persone di crescente mediocrità nel tempo, abbiano occupato partiti, politica e istituzioni.

    E che senza una cesura non si possa cambiare, perché la mediocrità per la propria sopravvivenza non può che riprodurre se stessa, solo un filino peggio per non farsi danno, per non suicidarsi.

    Saluti.

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