Decreto Immigrazione/Il caso delle Famiglie accoglienti di Bologna e i cittadini che si organizzano in reti

06 Dic 2018

Rossella Guadagnini Consiglio di Direzione Libertà e Giustizia

“Dovrete espellere anche noi!”, affermano agguerrite “Le famiglie accoglienti” di Bologna che si sono trasformate all’improvviso in un soggetto ‘politico’, dopo aver formato una rete civica per difendere i ‘loro’ ragazzi’. Quelli che -sbarcati dai gommoni, magari a Lampedusa- hanno trovato ospitalità, due o tre anni orsono, nelle loro case, accanto ai loro figli. E ora, che succederà di questi giovani, dopo l’approvazione del dl Sicurezza Salvini, che è diventato legge dello Stato italiano?

Senza perdersi d’animo, questi nuclei familiari si sono riuniti in una rete civica, denominata “Le famiglie accoglienti di Bologna”, con un indirizzo mail (famiglie.accoglienti.bologna@gmail.com) divenuto in breve via via sempre più ‘caldo’, fino a creare un vero e proprio caso italiano. Scrivono loro infatti dal Nord al Sud dell’Italia. “Come famiglie che hanno un ragazzo africano o asiatico con loro -ricordano con forza- siamo indignate e offese dal fatto che il governo abbia posto la fiducia sul Decreto n. 113/2018, bugiardamente definito ‘Decreto sicurezza’, quando in realtà aumenterà il numero di migranti in situazione irregolare e creerà maggiore insicurezza nelle nostre città”.

E poi spiegano: “Si tratta di un decreto che non avrebbe mai dovuto nascere, poiché non esisteva alcun motivo di ‘urgenza’ per regolare una materia complessa e variegata com’è l’immigrazione: si tratta di un vizio di legittimità costituzionale, che non viene sanato dalla conversione in legge attraverso i voti della Camera e del Senato. Inoltre, il decreto è palesemente incostituzionale, perché disomogeneo al suo interno, senza parlare della violazione degli obblighi internazionali dell’Italia e dell’articolo 10 della Costituzione, dovuta all’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari”.

Queste ragioni, protestano ancora, “sono state ignorate dai 336 deputati che hanno votato ‘sì’ alla fiducia ieri, un voto che non aveva altra ragione, se non quella di impedire un dibattito parlamentare, dal quale sarebbero emerse le crepe all’interno della maggioranza, all’interno della quale è stato effettuato uno scambio tra temi che interessavano il Movimento 5Stelle (la riforma della prescrizione) e materie che interessavano la Lega (il decreto 113/2018). Uno scandaloso mercimonio su misure che ledono i fondamentali diritti delle persone”.

Perciò hanno mandato in giro un comunicato: “Come famiglie accoglienti vi vogliamo dire solo questo: la nostra battaglia non finisce qui. Non metterete in pericolo la vita e la felicità di ragazzi che parlano italiano, lavorano, studiano, vogliono vivere e amare nel nostro Paese. Questo decreto è ignobile e noi lo combatteremo in tutte le sedi, dalla Corte Costituzionale fino alla Corte Europea di Strasburgo. Se vorrete cacciare questi preziosi giovani dovrete farlo espellendo anche noi”.  Firmato: Le Famiglie Accoglienti di Bologna. A tutti noi resta, a questo punto, un interrogativo: le famiglie ‘accoglienti’ di Bologna sono anche famiglie ‘disobbedienti’?

Giornalista e blogger, si occupa di hard news con particolare interesse ai temi di politica, giustizia e questioni istituzionali; segue vicende di stragismo, mafia e terrorismo; attenta ai temi culturali e sociali, specie quelli riguardanti le donne.

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