Usa/le elezioni di Midterm insegnano a non dare più potere al potere

11 Nov 2018

Domenico Gallo Consiglio di Presidenza Libertà e Giustizia

Non c’è dubbio che il ciclone Trump ha subito una battuta d’arresto con le elezioni di Midterm che hanno consegnato la maggioranza ai democratici alla Camera dei Deputati, integralmente rinnovata, confermando la maggioranza repubblicana in un Senato, solo parzialmente rinnovato. Trump si è subito proclamato vincitore e non ha tutti i torti perché ha rafforzato il suo potere sul partito repubblicano e la sua presa sulla società, testimoniata dalla partecipazione eccezionale al voto: 114 milioni di elettori, contro gli 83 delle ultime midterms.

Questa straordinaria affluenza al voto è un sintomo della frattura profonda che Trump ha creato nella società civile, “educando” milioni di persone ai “valori” dell’odio sociale, della discriminazione, del disprezzo dei diritti fondamentali, del culto della violenza. Il fatto che i democratici abbiano il sopravvento nei voti popolari, non garantisce che sarà posta fine al trumpismo: nel 2016 Trump è stato eletto Presidente, avendo ottenuto circa 3 milioni di voti popolari in meno della Clinton. Piuttosto è interessante notare che la crescita del partito democratico è avvenuta grazie a significativi cambiamenti o distonie rispetto alla politica tradizionale del suo ceto politico.

Significativa è la riconferma del senatore Bernie Sanders, l’unico uomo politico autorevole, capace di introdurre il tema del socialismo, sfidando la plutocrazia americana. Notevole l’affermazione di tante donne, molte delle quali molto giovani e appartenenti a minoranze, come Alexandria Ocasio Cortez a New York, l’africana americana Ayanna Pressley a Boston, l’araba americana Rashida Tlaib in Michigan, la somala americana Ilhan Omar, le quali con i loro corpi sono portatrici di una narrazione politica opposta rispetto al trumpismo.

Sul piano istituzionale non c’è dubbio che i poteri quasi dittatoriali di Trump siano stati ridimensionati dalla riconquista della Camera da parte del partito democratico. In questo nuovo contesto politico le misure del presidente rischiano di naufragare alla Camera. L’Obamacare potrebbe essere salva e i finanziamenti per il muro al confine con il Messico venire meno. Anche i Dreamers, i giovani migranti portati negli Usa da piccoli da genitori clandestini dovrebbero venire tutelati, così come non è da escludere qualche forma di stretta sulle armi.

Le sirene dell’impeachment potrebbero tornare a suonare, per questo Trump ha messo le mani avanti, minacciando ritorsioni ed indagini giudiziarie contro i membri del Congresso che osassero sfidarlo sul terreno dell’impeachment.

In questa situazione il Presidente viene definito un’anatra zoppa perché dovrà rinunciare ai progetti di legge più estremi e dovrà sottoporsi ad un continuo negoziato con l’opposta parte politica per far approvare il bilancio, in altre parole sarà costretto a scendere dal piedistallo e piegarsi all’esigenza della mediazione politica.

A questo punto possiamo rispondere alla domanda: chi ha vinto nelle elezioni di Midterm? A nostro avviso ha vinto il sistema di check and balance, cioè in questo difficile contesto politico si è rivelata ancora una volta appropriato il sistema di bilanciamento dei poteri, articolato su due Camere e sulla parziale non coincidenza fra l’elezione del Presidente e quella del Congresso. Oggi tutti i giornali “democratici” lodano la democrazia americana perché, grazie ai meccanismi di equilibrio dei poteri concepiti dai padri fondatori, è riuscita ad impedire che un Presidente con una vocazione dittatoriale concentrasse nelle sue mani tutti i poteri, avendone già troppi.

E allora in Italia dobbiamo intonare il Te Deum per lo scampato pericolo, derivante dal fallimento della riforma costituzionale Renzi Boschi, che si proponeva di semplificare la vita al decisore politico, eliminando una Camera sul presupposto che è difficile per una parte politica controllarle tutte e due. Teniamoci strette le nostre garanzie. Con i tempi che corrono l’ultima cosa da fare è di dare più potere al potere.

Quotidiano del Sud, 9 novembre 2018

 

Magistrato, giudice della Corte di Cassazione. Eletto senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell’arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare del conflitto nella ex Jugoslavia.

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