Care amiche e cari amici di Libertà e Giustizia,
tenevo a farvi direttamente gli auguri in questa giornata che, per merito di Sandra Bonsanti e di tutti coloro che mi hanno preceduto, è diventata da tanti anni un po’ anche la festa della nostra associazione: perché oggi è la festa della Costituzione, celebrata nel giorno in cui votarono le donne, nel giorno in cui prese forma la Costituente, nel giorno in cui furono cacciati i Savoia e nacque la Repubblica.
Come sapete, Libertà e Giustizia aderisce oggi alla Manifestazione di Bologna, indetta insieme alle tante associazioni sorelle, a partire dall’Anpi. Ci siamo, e con convinzione.
Personalmente, però, io oggi ho deciso di non essere in piazza. Perché era davvero difficile non essere strumentalizzati: a favore o contro un governo pieno di ombre gravi, ma legittimo. A favore o contro un presidente della Repubblica che ha fatto a mio avviso un grave torto all’istituzione della Presidenza della Repubblica: ma che va difeso dall’ondata di violenza che si è sollevata. Insomma, una situazione complessa e contraddittoria: in cui forse è meglio sostare, a leggere e a pensare. Almeno così ho pensato per me stesso, oggi.
Il motivo per cui ve lo scrivo è che credo che presto ci sarà bisogno di tutta la nostra intelligenza, di tutto il nostro amore per la Costituzione e per la Repubblica. Il governo appena nato è vincolato da un contratto privato le cui conseguenze possono portarci presto fuori dalla Costituzione. E prevede di imporre un mandato imperativo che scardinerebbe la nostra democrazia. La presidenza della Repubblica esce da queste giornate con una autorevolezza e una terzietà assai diminuite. L’opposizione parlamentare non è certo credibile come paladina di quella Carta che ha appena provato a ribaltare, nelle riforme battute il 4 dicembre 2016.
Insomma, mai come oggi è necessario l’osservatorio critico e libero di chi non è nel gioco politico, ma ha a cuore la politica: Libertà e Giustizia, nel suo piccolo, intende essere un luogo di costruzione di pensiero critico, di proposta, di denuncia. Un luogo di cittadinanza: attraverso la partecipazione al discorso pubblico, attraverso le giornate sulla cultura che tra poco presenteremo, attraverso il lavoro annuale sulla rappresentanza parlamentare, attraverso la libera vita dei circoli.
Noi ci saremo: senza sconti per nessuno. Prendendo parte: dalla parte della Costituzione, e senza appartenere a nessuno.
In allegato a questa mail troverete la fotografia di un bambino nero con in mano il tricolore. È un piccolo simbolo. In un Paese da ieri guidato da una forza xenofoba e neofascista i più esposti saranno loro: i piccoli, i deboli, i diversi. I migranti, su tutti.
Ecco, Libertà e Giustizia sta dalla loro parte: sono loro il meglio della Repubblica. Sono il futuro: e sono la nostra libertà e la nostra giustizia.
Buona festa della Repubblica e viva la Costituzione!
2 giugno 2018. Contrariamente al professor Montanari io sono andato alla Manifestazione di Bologna, eppure, come lui, non ero in piazza. Come si spiega l’enigma? Col fatto che la “manifestazione” era in realtà un’autosegregazione, chiusa in un palazzo-fortilizio, ed era pure a numero chiuso. Chi è arrivato un attimo in ritardo, come me, poteva starsene nel cortiletto a guardare il teleschermo. Accesso allo scalone sbarrato. Praticamente un convegno.Ventitré “sigle” (sindacali, partitiche, associative) per organizzare questo evento assurdo. Invisibili nel giorno della Festa della Repubblica. Nel 70° anno della Costituzione. Nel giorno in cui parte un Governo così.
2 giugno 2013, “Non è cosa vostra”, a Bologna, piazza Santo Stefano strapiena. Organizzata da Libertà e Giustizia e basta.
Cos’è successo?