Arrabbiata a 15 anni/Lasciatemi urlare contro l’ Italia

Arrabbiata a 15 anni/Lasciatemi urlare contro l’ Italia

Cara Italia, questo è un urlo di rabbia. E mentre ti scrivo le lacrime mi offuscano la vista e mi rigano le guance rosee perché la rabbia, la sofferenza e la delusione portano a questo. Delusione. Bella parola, vero?

Beh, tu sei questo per me, delusione.
Ed anche mediocrità. Perché forse questa mia lettera verrà letta da qualcuno e quel qualcuno forse dirà che ho ragione, ma in realtà i suoi atteggiamenti e i suoi gesti saranno proprio quelli che criticherò. Sto esagerando?

Non credo. Ormai dovrei averci fatto l’ abitudine alla merda che riservi tu, Italia, alle persone come me. Alle persone che si impegnano, che danno il massimo, che fanno più di quanto dovrebbero, che fanno le cose con onestà. Tu gli riservi questo: merda.

Merda piatta e costante. Questo. Ogni giorno, ogni volta. E quando cercano di dare ancora di più, di superare i loro limiti, tu gli riservi altra merda. Ma quella persona continua, continua e cerca di superare gli ostacoli, cerca di saltare, ma ogni volta tu, Italia, li alzi di poco, quel giusto che basta per far cadere di nuovo. E poi fai l’ indifferente, come se la cosa non ti riguardasse, ti metti a guardare da lontano come la carta da parati. E fai sentire uno schifo quelle persone, che dentro di sé bruciano perché i loro numerosi sforzi non sono serviti a niente. Non servono a niente. Perché qui, ora, Italia tu sei proprio così. Fai andare avanti, lasci la strada appiattita e spianata a chi non ha mai fatto niente per te, a chi non si è mai impegnato e mai lo farà.

Ma perché dovrebbe farlo, se tu gli dai tutto con il minimo dello sforzo?
Per te le persone che valgono sono da temere, da buttare via, da mettere da parte. Allora cara Italia, non ti stupire se queste persone un giorno di abbandoneranno, ti volteranno le spalle e andranno via. Andranno in un luogo in cui essere onesti è parola d’ordine. È legge. Perché qui in Italia di leggi ce ne sono tante. Ma non servono a niente. A un cazzo. Ecco a cosa servono. A un cazzo. Perché le regole ci sono, sono tante e forse alcune sono anche giuste, ma nessuna, nessuna, viene messa in atto. Anzi ci sono le persone che le rispettano, ma queste vengono messe da parte e buttate giù proprio dall’autore di quelle regole: sempre tu, Italia.

Alle elementari essere più piccoli di un anno era un biglietto d’ingresso al regno di quelli considerati stupidi perché non abbastanza grandi per capire certi argomenti. E tua madre cerca di calmarti, di dirti che tutto passerà un giorno e tu ci credi perché sei ancora piccolo e non hai ancora visto il mondo.

Allora continui ad andare a scuola e te ne freghi.
Poi iniziano le medie. Sono merdose come te, Italia. Lì l’età non conta più.
No, lì non conta essere più grande o più piccolo. Lì conta essere fighi. Fare i fighi. Lì conta che non studi, che fai parte di un gruppo e che non hai un pensiero libero. Una voce fuori dal coro stona e viene fischiata. Un coro in sincronia e omologato viene applaudito. Sì alle medie il tuo pensiero non conta nulla né per i tuoi compagni né per i professori. Quei mitici prof che parlano tanto del bullismo, che fanno i discorsi su come possa fare del male ai ragazzi, di come possa distruggerli, ma poi se hanno un esempio di bullismo di fronte ai loro occhi ogni giorno se ne fregano. Quegli stessi prof che dicono di non essere omertosi sono i primi a comportarsi in quel modo. E tua madre ti dice che prima o poi i nodi verranno al pettine e tu non ci credi del tutto, ma vai avanti perché in fondo le medie durano solo tre anni.

Inizi le superiori. Ti senti carico. Dai che da quest’anno sarà tutto diverso.
Nuova scuola, nuova vita, nuova testa, un nuovo inizio. Non è vero un cazzo.
Non cambia niente, forse peggiora. I tuoi compagni non ti prendono più in giro perché il bulletto della situazione alle tue risposte pronte e “apparentemente” indifferenti ha paura e se ne va. Quindi niente bulli. Beh, allora cosa vuoi da me? Ti starai chiedendo. Beh, sì: niente bulli, ma l’indifferenza c’è ancora e non è solo quella degli alunni. I prof vedono lo schifo che c’ è dietro ogni compito in classe, vedono le persone che si organizzano a copiare, vedono i compiti che con un semplice click escono dalla classe, vengono fatti da quelli più grandi e poi rientrano. Vedono anche che solo una persona o due al massimo studia e si impegna veramente.

Ma sembra quasi che quella persona gli dia fastidio. E così quelli che passano il pomeriggio a cazzeggiare vanno avanti e quelli che passano ore a studiare, a fare il proprio dovere, che si impegnano, che sono intelligenti (non i nerd della situazione) vengono calpestati. E mamma ti dice di non preoccuparti perché tra quattro anni sarai via da te, via dall’Italia. Ti dice che prima o poi vedrai il cadavere del tuo nemico passarti davanti. Tu devi solo aspettare e avere pazienza. Ma questa volta non le credi più. Perché ormai sai come funzionano le cose.

Sai che tu, Italia, non cambierai mai.
Sai che tu, persona che vali, in realtà per questo luogo, per questo contesto, per questa mentalità, per queste montagne, mari, venti, non vali proprio un cazzo. Anzi in realtà sanno che vali. Ma non gli frega. Fanno finta di niente. Ti spingono, ti fanno lo sgambetto e cercano di farti cadere. E tu ripetutamente cadi e sbatti la testa, ma sei forte e il colpo non è mortale.
Poi dopo l’infinitesima volta, vorresti che lo fosse.

“Quello che non ti uccide ti fortifica” mi dirai. Beh, io ora sono più che forte. Ma sono arrabbiata. Molto arrabbiata. Tu Italia non meriti me e le persone come me. Non meriti di essere salvata. Meriti di cadere in una crisi che ti faccia perdere tutto, perfino la dignità. Meriti di provare tutto il dolore che ci hai fatto provare a noi, a noi quattro persone che ci impegniamo e diamo il massimo per te. Ma tu ora non meriti più il nostro massimo. Lo meritano altri paesi. Lo meritano il Canada, l’Olanda, la Francia, la Cina. Sì, anche la Cina che tu critichi perché il ‘Made in Italy’ non si batte. Beh, ti dico una cosa Italia. il ‘Made in Italy’ è finito quando tu hai deciso facendo andare via le persone che lo creavano. Le hai fatte fuggire. Le hai fatte andare in Cina, con il ‘Made in China’. Almeno lontane da te le persone che valgono riescono ad emergere Cara Italia, Tu mi hai rovinato l’adolescenza. Quell’età che per tutti è la più bella e spensierata me l’hai trasformata in una merda. Quindi grazie. Grazie per la tua merda. Grazie per il tempo che hai sprecato a farmi cadere. Grazie per tutto l’ impegno pagato con parole vuote ed inutili, con messaggi di speranza che in realtà sono solo messaggi di presa per il culo. Grazie per la felicità negata e la rabbia raggiunta. Grazie per la delusione che mi hai creato nel cuore e nella mente.

Ecco cosa sei diventata Italia: delusione, mediocrità, indifferenza, omertà, cattiveria.
Tra qualche anno sentirai un grido. Sarà il mio. Ma invece di essere un grido di disperazione come quello che mi stai facendo dare ogni giorno ora, sarà un grido di felicità, di pace raggiunta. Perché avrò realizzato i miei sogni senza neanche un aiuto e li avrò realizzati in un altro luogo, in un luogo dove la diversità e l’impegno sono parole chiave, dove l’onestà viene apprezzata. E tu starai lì a guardare e forse, finalmente, calorosamente ti sentirai male. Capirai tutte le cazzate che hai fatto ed inizierai a piangerti addosso. Ma ormai sarà troppo tardi.

Quindi, cara Italia, Vaffanculo. Con affetto.

Il Fatto Quotidiano, 6 maggio 2018

6 commenti

  • Cara Cittadina V. B. di 15 anni,

    il dramma crescente del Paese è la mediocrità che ha progressivamente occupato le istituzioni, compreso il Parlamento, luogo-istituzione per eccellenza da cui tutto discende, emarginandone ogni traccia di rigore, di competenze e di orientamento al bene comune.

    Un vero disastro!

    Ed ora è molto difficile cambiare perchè la mediocrità, per la propria sopravvivenza, è costretta a riproporre se stessa: proponendo eccellenze segnerebbe la propria fine!

    Ma quello che maggiormente mi sorprende, è l’accettazione di questo stato di cose, l’accettazione diffusa del fatto che a guidare il Paese e 60 milioni di Cittadini, siano leaders di infimo livello, mentre le eccellenze si limitano ad analisi e commenti, conferenze e seminari, libri ed editoriali, e si spingono a difendere la lettera di una Costituzione cmq negata, ignorata e aggirata, ma non scendono nella palude, e neppure provano a cacciare dalle Camere quella mediocrità devastante, per prenderne il posto, come sarebbe nell’ordine naturale delle cose.

    Naturalmente leggere la tua rabbia mi fa male, mi fa sentire in colpa perchè, pur provandoci, non sono riuscito a battere la mediocrità arrembante…ma continuo a provarci!

    Auguri a te dovunque dovrai andare a cercare la tua giusta realizzazione, e al Paese che possa smettere di veder partire i suoi figli migliori!

    Paolo Barbieri, circolo di La Spezia.

  • DELUSIONE, MEDIOCRITA’, MERDA…e ancora e di nuovo… e anche noi siamo quell’Italia, noi che non abbiamo saputo impedire alla mediocrità di occupare la politica e le istituzioni per farne scempio egoistico!

    Non nascondiamoci dietro il nostro impegno più d’immagine e di parole che d’altro dimenticando che Gandhi ci ha lasciato anche questo:
    “I nostri pensieri migliori, le nostre parole più belle, restano perle false finchè non diventano azioni efficaci!”

    Si avvicina rapidamente una nuova tornata elettorale, che vogliamo fare? Continuare col le “perle false” per andare ancora una volta al seggio con lo stesso entusiasmo di chi sale al patibolo? Oppure vogliamo almeno provare ad offrire alla Cittadinanza, nauseata dalla mediocrità inevitabile, la possibilità di un’alternativa credibile, affidabile, gioiosa?

    Cosa impedisce la nascita di una “LISTA CIVICA NAZIONALEper la DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE” partecipata, patrocinata e garantita dal CDC e da ogni altra entità associativa assimilabile: Libertà e Giustizia, Libera, CittadinanzAttiva, etc?

    Sarebbe anche una chance, forse l’ultima, per la Sinistra, aderendo senza protagonismi, di ritrovarsi unita per un’azione di progresso, visto che è sempre prontissima a dividersi attorno a dispute teoriche, ma sempre unita nell’azione…

    Senza dimenticare: “Costruire la rivoluzione di Sandra Bonsanti 16/06/11
    “…Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie. Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.”

    Senza dmenticare il prof. G. Zagrebelsky 22/12/2012
    “La Costituzione vive dunque non sospesa tra le nuvole delle buone intenzioni, ma immersa nei conflitti sociali. La sua vitalità non coincide con la quiete, ma con l’azione. Il pericolo non sono le controversie in suo nome, ma l’assenza di controversie. Una Costituzione come è la nostra, per non morire, deve suscitare passioni e, con le passioni, anche i contrasti. Deve mobilitare.”

    Ma soprattutto senza dimenticare:
    “DELUSIONE, MEDIOCRITA’, MERDA …e ancora e di nuovo…urlato da V. B. quindicenne…

    Paolo Barbieri, circolo di La Spezia

  • …sarebbe interessante il commento chiederlo e farlo conoscere pubblicamente, quello dei seguenti italiani : al Sig.Presidente della Repubblica, ai sig. Ministri, ai Presidenti di tutte le “cariche Istituzionali”, …. ….allora sì sarebbe interessante conoscerlo per capire se in questo Paese, i giovani possono ancora sperare ( illudersi ? )di trovare un futuro !

  • Certamente non è una 15enne di normale maturità. Ma non è impossibile che lo abbia scritto una ragazza precocemente matura e consapevole anche perché pare una storia vissuta, che le cronache rendono del tutto credibile.

    Ed il suo valore resterebbe intatto anche se a scriverlo fosse stato un maggiorenne.

    Paolo Barbieri, circolo di La Spezia

  • Sono d’accordo con Carlol, sarei molto curiosa di ricevere una risposta dai governanti in quanto il grido di V.B. è il grido di tantissimi giovani che non trovano collocazione in un paese che non valuta il merito e che non adotta politiche di crescita. A conferma di ciò, su Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa è uscito un articolo intitolato “L’Italia si svuota: raddoppiano i laureati in fuga all’estero”.

    In questi giorni abbiamo ricevuto molti messaggi di solidarietà poiché V.B. ha dato voce al pensiero e al sentimento di tantissime persone. Mi dispiace che alcuni abbiano ridotto il tutto al fatto se fosse una “fake news” o se scappare fosse la scelta giusta invece di interrogarsi su cosa possa spingere una giovane a scrivere una lettera così forte.

    V.B. avrebbe voluto pubblicare il suo nome, ma sono stata io, sua madre, a non volerlo. E credo di aver fatto bene perché non voglio che le persone si concentrino sulla sua persona, su chi è e cosa fa ma che la sua voce sia quella di tutte le persone che condividono il suo pensiero; di tutti coloro che sono stanchi di sentire parole inconcludenti da parte di quelli che da oltre 40 anni gestiscono la “cosa” pubblica giungendo tra l’altro ad essere esempio perverso anche nella gestione privata delle varie aziende italiane dove oramai è assente, nella maggior parte dei casi, la meritocrazia. La voce di V.B. è quella dell’operaio che ha appena perso il lavoro, della giovane coppia che non riesce a comperare casa, del malato che è su una lunghissima lista di attesa per subire un intervento, di tutti coloro che si rispecchiano nell’idea che l’Italia sta giungendo sull’orlo del precipizio!!!

    Cara Italia, vogliamo svegliarci oppure continuare a vivere passivamente come abbiamo fatto per 40 anni?

    Per gli scettici: avete ragione. La lettera è stata scritta qualche giorno prima del suo quindicesimo compleanno.

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