La fu sinistra che non ha saputo capire e non ha voluto vedere

06 Mar 2018

Rossella Guadagnini Consiglio di Direzione Libertà e Giustizia

Un amico mi scrive, affranto, dopo i risultati elettorali: è uomo delle istituzioni e di sinistra. Mi rimanda una sua e-mail pre referendum costituzionale in cui auspicava che Renzi restasse lì, perché -altrimenti- avrebbero vinto i grillini e i Salvini. E non lo spirito di Bobbio e di Zagrebelsky. Poi le modifiche a 40 articoli (sic) della Costituzione si sarebbero potute anche correggere e migliorare, ma dopo, con calma.

Lo fa, purtroppo, come se quella vecchia e-mail fosse stata presaga. E mi sembra che proprio non si sia reso conto. Che, ad esempio, la sinistra perdeva e che ha perso proprio perché ha lasciato lì Renzi (e Boschi) perfino dopo la sconfitta clamorosa del referendum costituzionale. Così come Leu ha perso perché ha lasciato lì D’Alema e si è fatta guidare da Grasso (e Boldrini). Potere al Popolo perché è nata troppo tardi dai resti di una fu sinistra. La Bonino europea perché anche lei non era, né è mai stata veramente una forza di sinistra.

Perché nessuna di queste formazioni grandi e piccole ha compreso quale fosse il suo posto, il suo centro, la sua energia propulsiva, e soprattutto che c’era bisogno di una politica partecipata e rivolta ai problemi concreti dei cittadini, al loro futuro e non al futuro della propria poltrona, del proprio schieramento e più, in generale, all’insostenibile sostentamento dell’attuale Casta.

Come l’amico che ho ricordato, molti moltissimi nella sinistra hanno vissuto passaggi simili. Non hanno inteso affatto che l’assalto alla Costituzione confermava Renzi uomo di destra, nel solco preciso tracciato prima di lui da Berlusconi (poteri forti e fortissimi, finanza, banche, petrolieri, massoneria, direttive dall’estero, appoggio agli Usa superimperialisti), che avrebbe segnato il collasso suo e l’implosione dell’intera sinistra.

 

Una sinistra asfittica, priva di ideali, di sincere spinte verso la solidarietà, la condivisione, l’uguaglianza e contro la crescente sperequazione sociale, forse già predestinata al cupio dissolvi dovuto al cambiamento dello spirito dei tempi, comunque rimasta indietro su tutto, fossilizzata come la carcassa di un dinosauro.

Chi non ha capito queste cose, negli ultimi anni, non ha voluto capire l’Italia e neppure gli italiani. Non ha voluto vedere quello che realmente accadeva nel frattempo nel Paese, voltando la testa dall’altra parte di fronte a verità scomode e foderandosi gli occhi di prosciutto. E ora è stato destato da un lungo sonno a causa di un improvviso boato proprio sotto le finestre del Palazzo.

Giornalista e blogger, si occupa di hard news con particolare interesse ai temi di politica, giustizia e questioni istituzionali; segue vicende di stragismo, mafia e terrorismo; attenta ai temi culturali e sociali, specie quelli riguardanti le donne.

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