Durante la campagna per le presidenziali e poi durante il primo anno della nuova amministrazione americana, molti di noi nel mondo della stampa hanno cominciato a domandarsi perché le vecchie regole del giornalismo sembravano non essere più applicabili. Com’era possibile che quando riportavamo che quello che diceva un candidato (poi presidente) era falso, l’opinione pubblica sembrava non curarsene? Com’era possibile che così tante persone credessero in cose non vere, anche se eravamo in grado di documentare che erano false? Com’era possibile che siti creati dal giorno alla notte riuscissero a disseminare falsità e teorie del complotto deliranti senza subire conseguenze, ma al contrario guadagnando pubblico?
La Repubblica, 22 febbraio 2018