Il premio De Sanctis a Gustavo Zagrebelsky

Il premio De Sanctis a Gustavo Zagrebelsky

Il 23 novembre, alle 18, presso l’Aula Giulio Cesare in Campidoglio, viene conferito il premio De Sanctis a Gustavo Zagrebelsky, professore emerito dell’Università degli Studi di Torino, già giudice costituzionale e presidente della Corte Costituzionale, oltre che presidente emerito di Libertà e Giustizia.

Giunto alla VII edizione, con l’adesione del Presidente della Repubblica, il patrocinio della presidenza del Consiglio e la collaborazione del Comune di Roma Capitale, il Premio De Sanctis si tiene quest’anno nel bicentenario della nascita dello scrittore, critico, filosofo e politico nato a Morra Irpina il 28 marzo 1817.

Nell’edizione del bicentenario, il professor Gustavo Zagrebelsky riceverà in particolare il Premio speciale della giuria per il saggio “Diritti per forza” (Einaudi 2017).

Alla cerimonia presso il Palazzo Senatorio intervengono le autorità del Comune di Roma, per portare il saluto dell’amministrazione capitolina. Un saluto sarà rivolto ai partecipanti, agli invitati e al pubblico da Gianni Letta, patron del Premio. Presenti alla cerimonia alte cariche dello Stato e rappresentanti del governo, personalità del mondo dell’arte e della cultura.

Introdotta da un concerto di musiche di Mozart, diretto dal maestro Alberto Veronesi, la cerimonia nell’Aula di Giulio Cesare sarà presentata dall’attore Neri Marcorè. Il professor Giacomo Marramao leggerà le motivazioni del premio, l’ex miss Italia Martina Colombari consegnerà il riconoscimento, mentre l’attore Sergio Castellitto leggerà alcuni brani tratti da “Diritti per forza”.

Gli altri vincitori dell’edizione 2017 del Premio De Sanctis sono Alvar Gonzalez-Palacios, autore di “Solo ombre” (Archinto 2017), Premio De Sanctis per la saggistica; e Pieluigi Bellini, curatore di “Albert Savarus” di Honoré de Balzac (Sellerio 2017), Premio De Sanctis per il Saggio breve.

Nell’ambito del Premio De Sanctis per il bicentenario, il 13 dicembre si terrà una cerimonia anche presso l’Aula del Parlamento Sabaudo a Torino, dove Francesco De Sanctis sedette da deputato e da ministro di Cavour e Ricasoli, con il saluto della sindaca, Chiara Appendino, e alla presenza del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.

1 commento

  • Tutte le strade portano a Roma e in modo del tutto simile tutte le incoerenze della vita nelle società umane si possono facilmente far risalire a un errore fondamentale e cioè aver reso equivalenti i due concetti di economia e di commercio, anzi per essere più precisi l’economia ha perduto completamente il proprio significato originale acquisendo pienamente il significato di commercio.
    Quando mettiamo a confronto le prestazioni di due macchine che eseguono lo stesso lavoro, la fisica ci insegna che dobbiamo mettere a confronto i due rendimenti energetici.
    A voler essere precisi dovremmo fare i calcoli energetici comprendendo tutta l’energia spesa sia per quanto riguarda la costruzione delle due macchine che per il loro funzionamento (calcolando anche il beneficio dei beni prodotti da ciascuna come risposta alle necessità espresse dalla società e l’impegno energetico che, eseguendo le opportune manutenzioni garantisce il buon funzionamento). Il procedimento si complica naturalmente quando prendiamo in considerazione forme di energia diverse per le quali entra in gioco il fattore di disponibilità. Questi criteri di valutazione si avvicinano moltissimo all’economia primitiva dove tutto veniva calcolato tenendo conto dell’energia muscolare delle parti in giuoco.
    Quando invece mettiamo a confronto le prestazioni di due macchine secondo il criterio economico vigente che è quello economico commerciale, tutte le attività che si riferiscono alla presa in carico e al funzionamento delle due macchine si fanno corrispondere ai costi relativi di modo che le stesse acquisiscono ciascuna un proprio valore commerciale attraverso il quale possono trasformarsi in denaro.
    Il denaro ottenibile ha la sua funzione sociale di poter essere usato in altre attività che niente hanno da fare con le macchine che l’hanno generato e con la produzione a cui sono preposte. La funzione sociale del denaro che consegue da una società umana sospinta in modo anomalo dai poteri costituiti indirizza la produzione dei beni e delle attività secondo il criterio dell’accumulo di denaro che non corrisponde assolutamente al vivere bene degli individui.
    Anche l’attività rivolta ai beni culturali subisce lo stesso danno.
    E Berlusconi trova terreno fertile per crescere.

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