IL REALISMO E’ IL BUON SENSO DELLE CAROGNE

09 Ott 2017

Di fronte agli sfracelli umani che questa politica crea e giustifica con la veste del realismo vale la pena ricordare la definizione che ne dava George Bernanos: “Il realismo è il buon senso delle carogne”.

Un articoletto di Domenico Starnone su “Internazionale” mi ha dato le parole giuste per esprimere il profondo disagio che ho provato di fronte a quelle con cui, visetto angelico da prima della classe, Deborah Serrachiani, l’altra sera dalla Gruber, menava vanto (e con fierezza) del grande risultato ottenuto in materia di sbarchi, dopo gli accordi che il nostro governo ha instaurato con la Libia.

In sostanza diceva: “non possiamo accogliere tutti (lo dice anche il Papa) e ben vengano quindi gli accordi che si sono instaurati con il governo libico volti a trattenere i profughi sulle loro coste ed ai progetti di accoglienza definiti con 14 municipalità libiche, che noi e l’Europa finanziamo”.

Proviamo a dire queste stesse cose con altre parole: “non vogliamo accogliere 180.000 profughi all’anno (lo 0,3% della nostra popolazione) perché i cittadini opportunamente spaventati non ci votano alle prossime elezioni per cui abbiamo “subappalto” (così come avvenuto con la Turchia) le gestione dei flussi migratori della rotta del Mediterraneo centrale ad uno dei governi attualmente presenti in Libia perché ne impedisca le partenze attrezzando opportunamente la propria guardia costiera e dato denaro (5 milioni di dollari) a 14 milizie tribali, alcune strettamente connesse all’Isis, perchè facciano lo sporco lavoro di trattenerli in campi di concentramento”.

Mettiamoci poi l’operazione molto bene orchestrata di denigrazione delle ONG (adombrando addirittura loro accordi con i criminali scafisti!) che operavano i salvataggi in mare e di colpo, in effetti, gli sbarchi sono crollati.

Fa comodo alla politica e suona bene alla pancia della pubblica opinione il risultato innegabile, ma dovrebbe far inorridire le nostre coscienze pubbliche e private la drammatica realtà che abbiamo creato e che vogliamo tener nascosta sotto il tappeto.

Ne parlano ormai con causa e conoscenza molte associazioni che si occupano e conoscono bene il problema dei flussi migratori, qualche domanda “tra le righe” cominciano a porsela anche alcuni giornali nazionali (Corriere delle Sera, La Repubblica) e qualche inchiesta giornalistica (quella di Le Monde) sta portando alla luce i veri scenari che si sono venuti a creare.

L’ex ministro degli esteri Emma Bonino riassume così la situazione “ci siamo messi in un pasticcio che ci si ritorcerà contro. Siamo nelle mani delle milizie, di quelli che ieri erano i trafficanti ed oggi gestiscono l’anti-traffico”. E’ una strategia che rischia di destabilizzare ulteriormente la Libia e condanna i migranti a maggiori sofferenze.

Proprio questo evidenzia la recente inchiesta di Le Monde: sono sempre i trafficanti a dettare legge. L’esodo infatti dai paesi dell’Africa centrale verso le coste libiche non si è affatto interrotto: chi fugge da guerre, dittature sanguinarie, lotte tribali, carestia, povertà estreme continua ad essere taglieggiato dai trafficanti di essere umani per un viaggio nel deserto che li vede affamati, assetati, torturati, stuprati. Ed una volta giunti in Libia, o vengono trattenuti in quelli che sono veri e propri campi di concentramento in mano agli stessi trafficanti e su cui nessuna autorità “indipendente” ha modo di controllare quanto avviene, o vengono intercettati dai pattugliamenti della guardia costiera libica e degli stessi trafficanti e rimandati sulla terraferma dove subiscono altri ricatti per costringerli a pagare una seconda partenza.

 

L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato che questa scelta italiana “non garantisce la difesa dei diritti dei migranti in Libia e durante le traversate” ed il New York Times scrive che “è disumano ammassare migranti in Libia dove subiscono regolarmente abusi” e conclude che “il problema riguarda tutta l’Europa e non solo l’Italia…ma l’Europa è così determinata ad impedire alle persone di arrivare in Italia che sta rinunciando alla difesa dei diritti umani per calmare l’ostilità dei suoi cittadini verso gli immigrati”. Questo è il terribile quadro che le nostre così dette democrazie stanno realizzando.

 

30 settembre 2017  

(*) L’autore è coordinatore del Circolo di Libertà e Giustizia di Mantova.

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