Legge elettorale: un dibattito alla luce del sole. No a sistemi Ogm e al IV Parlamento di nominati

26 Ago 2017

«Lavori in corso sulla legge elettorale. Ma sono lavori in corso nascosti ad occhi indiscreti come si conviene a cantieri importanti. Gli occhi indiscreti sono naturalmente quelli delle elettrici e degli elettori». Così in una nota il vice presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale, Alfiero Grandi.

«Il centro destra – dice Grandi – sta lavorando ad una nuova proposta di legge elettorale, che, a quanto sembra, abbassa al 35% la percentuale di voti necessaria per ottenere il premio di maggioranza e trasforma, con un trucco contabile, una minoranza di voti in una maggioranza parlamentare. Questo allontana ancora di più dal sistema elettorale tedesco creando un vero e proprio sistema Ogm».

«Il 6 settembre – continua Grandi – riprenderà l’esame in commissione alla Camera della legge elettorale e potremmo scoprire che nel cantiere nascosto agli occhi dei cittadini le posizioni non sono poi così incompatibili. Si dà per scontato che gli elettori non possano decidere gli eletti, i loro rappresentanti, lasciando che siano i capi partito a farlo».

«Eppure la questione di fondo è proprio questa: se vogliamo salvare il ruolo centrale che la nostra Costituzione assegna al parlamento, occorre ridargli credibilità agli occhi dei cittadini e questo sarà possibile solo se essi decideranno chi eleggere e gli eletti risponderanno agli elettori e non ai capi partito. Esattamente l’opposto – prosegue Grandi – di quanto afferma Galli della Loggia che evidentemente ha dimenticato che una maggioranza di 100 deputati e 50 senatori, grazie al porcellum, non ha evitato a Berlusconi la crisi di governo. Ripartire dall’obiettivo di regalare una maggioranza ad un governo che non ha una maggioranza effettiva è una miopia che ci è già costata cara e che ha portato alla crescita esponenziale dell’antipolitica e al discredito istituzionale».

«Per questo – conclude Grandi – occorre portare alla luce del sole il confronto, altrimenti le trattative verranno fatte nell’ombra dai capi partito e rischiamo di eleggere il quarto parlamento di nominati, dopo i tre sempre più disastrosi eletti con il porcellum».

Roma, 21 agosto 2017


 

 

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