Perchè questa prima pagina

20 Apr 2017

Noi stiamo con Gabriele. Stiamo dalla parte di un cittadino europeo, italiano, toscano di Lucca trattenuto in Turchia dal 9 aprile senza un fondato motivo dalle autorità di quel Paese.

Stiamo dalla parte di Gabriele Del Grande, 34 anni, scrittore e regista con la passione di documentare la realtà di un mondo globalizzato in cui ciò che accade in Siria e Turchia si riverbera sotto i nostri occhi smarriti, vicino a casa nostra.

Costa fatica e coraggio questo tipo di narrazione, anche a costo di urtare la suscettibilità di apparati a scarso
contenuto di democrazia.

Del Grande è stato fermato in una provincia turca al confine con la Siria. Stava raccogliendo sul campo materiale per il prossimo suo libro. Una nuova generazione di autori ha infatti scelto di abbandonare le comodità domestiche per ispirarsi mischiandosi con le realtà più dure: letteratura della verità, viene definita.

Come quella di Zerocalcare, autore di una graphic novel di successo dedicata a Kobane, città simbolo della resistenza curda al dilagare dell’orrore dell’autoproclamato Stato islamico.

Non è un caso dunque che sia firmato da Zerocalcare il disegno che riproduciamo nelle pagine che seguono.

Del Grande ha realizzato un docufilm, “Io sto con la sposa”, presentato nel 2014 a Venezia: è la storia di un gruppo di profughi siriani e di volontari italiani che riescono con ironia a farsi beffe dei controlli delle polizie europee.

Oggi Gabriele è bloccato in Turchia, nazione che con Erdogan sta imboccando la via del regime autocratico. Un Paese membro della Nato sempre più lontano dai valori occidentali.

La prima pagina del “Tirreno” di oggi, così fuori dalla quotidianità, è un invito alla mobilitazione – sempre più ampia – affinché un cittadino italiano, nostro conterraneo, sia subito liberato.

Contro la violazione dei diritti umani e la sopraffazione poliziesca, siamo per la libertà di pensiero e di espressione. È la nostra cultura, la nostra civiltà: #freeGabriele.

Il Tirreno, 19 Aprile 2017

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