Bonsanti racconta il suo “Canto della libertà”

17 Mar 2017

Un incontro virtuale tra un colto professore e una classe di ragazzi appena usciti dal ventennio fascista che hanno voglia di Democrazia e Libertà ma che, non avendole mai conosciute, non sanno come si mettono in pratica. “Il canto della libertà” (Chiarelettere editore).

Il nuovo libro di Sandra Bonsanti, direttore del Tirreno dal ’96 per sette anni, è un inno ai valori del rispetto della diversità, dell’uguaglianza e dell’emancipazione. Dopo averlo presentato agli studenti del Liceo Classico la scrittrice ha bissato alle 17 alla libreria Erasmo, in compagnia della prof. Maria Antonietta Monaco e di Sergio Neri. Facendo riferimento agli anni successivi al fascismo, e al desiderio di una generazione di giovani di imparare a vivere in Libertà, con il proprio lavoro l’autrice ha messo in paragone il mondo dei grandi classici latini e greci con il mondo di oggi, ritrovando nel passato una Democrazia che troppo spesso oggi è in pericolo d’estinzione.

«Il libro – ha spiegato Bonsanti – l‘ho finito di scrivere la scorsa estate. Nel bel mezzo della propaganda referendaria: un clima bollente, di confusione, schiamazzi e continue delazioni verso molti valori che sono impressi nella nostra Costituzione. Nelle pagine, ovviamente, non si parla di referendum, tutt’altro.

E’ un tentativo di trovare un rifugio ideale in uno spazio temporale tutto mio. In questa fuga poetica sono tornata alle origini. A quando sono nati i concetti di Libertà e Democrazia. Ovvero al mondo classico. Così mi sono inventata la storia di un professore che nel 1945 spiega cosa siano il rispetto per le diversità e le minoranze ad alcuni ragazzi che volevano conoscere questi concetti per colmare il vuoto accumulato durante il ventennio. Ed ecco che l’Iliade con Ettore e Andromaca e Saffo sono due attualissimi esempi che vengono citati per dare l’esempio per il futuro».

Il Tirreno, 24 Febbraio 2017

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