Nel corso del mio lungo impegno nel movimento delle donne ho visto molte manifestazioni di piazza, le ho attese a lungo, vi ho preso parte con entusiasmo e ho sperato ogni volta che potessero avere continuità. Di quella che sta per invadere le città, da noi come in altri paesi del mondo -Non Una di Meno – dirò che cosa ha di particolare rispetto alle precedenti e perché la considero una ripresa della rivoluzione culturale, o di quel salto della coscienza storica, che è stato il femminismo degli anni Settanta.
Allora come oggi si è trattato di un movimento internazionale: una generazione giovane che compariva, “soggetto imprevisto” sulla scena pubblica, abbandonando la “questione femminile” – lo svantaggio delle donne, la loro cittadinanza incompiuta, ecc. – per un’ analisi del rapporto di potere tra i sessi, le problematiche del corpo, sessualità, maternità, aborto, considerate “non politiche”, per interrogare l’ ordine esistente nella sua complessità.