LETTERA APERTA: Caro Enrico Rossi, spiegami perché vuoi l’autostrada Tirrenica

LETTERA APERTA: Caro Enrico Rossi, spiegami perché vuoi l’autostrada Tirrenica

Caro presidente Rossi, caro Enrico, ti scrivo pubblicamente per chiederti di aiutarmi a capire perché sei deciso a costruire l’ Autostrada Tirrenica.

I cittadini e le amministrazioni comunali (di ogni colore politico) delle città e dei territori tra Talamone e Ansedonia stanno chiedendo a gran voce di non farlo, e io trovo che le loro ragioni siano fondate.

Essi argomentano che il tragitto insiste caparbiamente su quell’area di Albinia, a fortissimo rischio idrogeologico, che cinque anni fu devastata dalla terribile alluvione che tutti ricordiamo. Poco più a sud, l’ autostrada lambirebbe la meravigliosa laguna di Orbetello: un ecosistema delicato, e già provatissimo.

E poi sventrerebbe, letteralmente, la frazione di Orbetello Scalo: in cui dovrebbero essere abbattuti molti edifici che contengono civili abitazioni e negozi.

Ancora: fanno notare che l’introduzione di un pedaggio, e ancor più la profonda lacerazione del territorio provocata da un tracciato autostradale largamente non attraversabile, finirebbero per mettere in ginocchio le uniche economie che tirano questa parte di Maremma, e cioè l’agricoltura e il turismo. Aggiungiamo la ciliegina sulla torta: lo scempio di un paesaggio ancora da favola.

Sia chiaro: i cittadini della costa non dicono «fatela altrove, non nel nostro cortile». Nella fattispecie non suggeriscono affatto di riportare il tracciato nell’interno della Maremma, dove sarebbe altrettanto devastante. No: dicono la cosa più banale, semplice e onesta del mondo: «quella autostrada non serve a nessuno, se non a chi la costruirà».

Provo a farti sorridere: Federico Zeri diceva che le mostre sono come la merda, che fa bene a chi la fa, non a chi la guarda. Ecco, non vorrei che anche questa autostrada facesse bene solo a chi la fa. Essa non serve perché nessuna pressione di traffico lo richiede (e anzi un impegno europeo impone di trasferire su rotaia buona parte anche di quello che c’è oggi), e non serve perché comunque i suoi eventuali tronconi non arriverebbero mai a Livorno, e dunque non sarebbero parte di una vera rete autostradale.

E, bada, i cittadini maremmani non dicono di lasciare tutto così: dicono che esiste un progetto dell’Anas per mettere in sicurezza l’Aurelia (che ne ha certamente bisogno), e chiedono a gran voce di attuarlo. Non chiedono di non fare: chiedono di fare la cosa giusta.

Non dicono no: dicono sì. Ma dicono sì a ciò che serve al territorio: non a ciò che si serve di esso. Accanto a queste ragioni naturalmente ne esistono molte altre, di tipo tecnico, amministrativo, giuridico: quelle che i nostri concittadini faranno valere nei tribunali della Repubblica per bloccare ciò che ritengono un’ aggressione alla loro stessa vita.

Ma io qua vorrei una risposta politica, una risposta del Rossi che si sta candidando (con ottimi argomenti) a guidare il Partito Democratico e dunque il Paese. Non credi, caro presidente, che sia tempo di uscire dall’ epoca delle Grandi Opere imposte a territori fragili e ai loro abitanti, che non le vogliono? I fatti tragici del terremoto, così vicino a noi, non ci insegnano forse che l’ unica opera di cui abbiamo davvero bisogno è la cura, e non già lo stravolgimento, del territorio?

Il futuro è, in questo periodo, una categoria decisamente abusata dagli slogan politici. Ma qualunque cosa sarà il nostro comune futuro non credi che debba tenersi alla larga da un modello di sviluppo insostenbile che fa perno sul cemento inutile, sugli interessi privati, sul centralismo delle decisioni?

la Repubblica Firenze,  9 Febbraio 2017

5 commenti

  • Caro Presidente Rossi, leggendo questa lettera quasi mi si spezza il cuore, al ricordo della più spaventosa e colpevole devastazione che amministrazioni locali abbiano – a mia memoria – collaborato a compiere nella Regione Toscana: lo spostamento della Foce del fiume Cecina, con le opere di cementificazione che stanno seguendo, per far posto all’ampliamento di un porto turistico attorniato da enormi cubature di parcheggi, residence e perfino una pista di atterraggio – TUTTO QUESTO NEL CUORE DELLA RISERVA NATURALE DI STATO DEI TOMBOLI DI CECINA. Con l’esito irreversibile di un aumento drammatico dell’erosione che sta uccidendo la stessa pineta.Fummo in pochi, purtroppo, fra il 2011 e il 2013, a tentare di scongiurare lo scempio: era con noi Italia Nostra, i cui ingegneri lo avevano definito uno stupro paesaggistico e una bomba ambientale. Gli ingegneri. La tempestammo allora di lettere, mostrandole tutti i documenti che rendevano illegale e impugnabile questa sciagurata operazione, nella speranza che lei – lei che in occasione di precedenti disastri aveva detto e scritto “mai più” costruzioni lungo le rive dei fiumi – ci prestasse ascolto e non firmasse la legittimazione di questa violenza. Allora, Presidente Rossi, neppure ci degnò di una risposta. Voglio davvero sperare, perché non resta che la speranza, che l’autorevolezza di Tomaso Montanari la induca a soffermarsi sull’assurdità di questo nuovo (e vecchio) progettato scempio, l’Autostrada Tirrenica. Almeno a questa lettera risponda, la prego. Cordialmente, Roberta De Monticelli

  • Si’, voglio dare un consiglio al governatore, quello di andare a visitare i luoghi, ma non per vedere dove passera’ il corridoio per attraversarli da nord a sud, bensì per parlare con la gente, fermarsi ed estendere la visita in senso trasversale, sia fisicamente verso est ed ovest, sia politicamente nel loro tessuto sociale.

  • Gentile Prof. Montanari,
    e lei perde tempo a scrivergli?! Ma lo lasci perdere. Piuttosto si rivolga ai cittadini toscani per dire loro che ormai l’unico modo di sbarazzarsi di un pericolo pubblico (sia esso rossi che bianchi che gialli ecc) che devasta il territorio e mette a rischio le loro vite e’ votare subito qualcuno che vari serie leggi per disinnescare i devastatori seriali che causano tragedie. Lei, che opero’ il ”gran rifiuto” a Roma, si proponga come ministro e, invece di invischiarsi in improbabili arche di noe’ di una sinistra imbastardita, lavori subito alla stesura di leggi adeguate dall’alto della professionalita’ e dell’onesta’ finora dimostrata.
    Prima si evita il naufragio, collaborando tra persone non responsabili di danni dolosi o colposi con cui si condivide la meta e il cammino, e solo a pericolo scampato ognuno puo’ lavorare al ripristino del proprio orticello, sinistra o non sinistra che sia.
    Sono passati quasi quattro allucinanti anni con la scusa della nuova legge elettorale e a me personalmente non importa piu’: non mi importa nulla dei capolista bloccati perche’ non votero’ mai chiunque me li imponga. Tempo perso mendicare la loro attenzione: ogni giorno che passa questi fanno danni e allontanano il varo di leggi nazionali serie che rendano inoffensivi i tanti rossi gialli verdi ecc.
    Inutile fare mille battaglie in mille piccole valli: concentriamoci a monte e le valli saranno salve.
    Proponetevi, lei…..Settis, Rodota’….e altre figure eccellenti….come capi dei vari ministeri chiave (Patrimonio storico-archeologico, ambiente, giustizia, scuola, lavoro….) e come guide. II popolo del NO voterebbe per un programma che prevedesse voi come protagonisti autorevoli di un nuovo governo, finalmente espressione di un parlamento legittimo e della volonta’ popolare: basterebbe solo che la volonta’ popolare li identificasse a vita cin la legge indecente che ci vogliono imporre e li lasciasse soli a votarsela.

  • Illustre prof. Montanari,
    se non ora, dopo il 4/12, quando la Sovranità Popolare Realizzata potrà incidere sul destino del Paese e proprio?

    Illustre prof. Settis,
    se non ora, dopo il 4/12, quando l”Azione Popolare (dei) Cittadini per il Bene Comune”, (Einaudi 2012) potrà mai esprimere il suo potenziale di cambiamento?

    Illustre presidente emnerito Bonsanti,
    se non ora, dopo il 4/12, quando “Costruire la Rivoluzione”?
    “Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
    Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.” (S. Bonsanti 16/06/11)
    Ovvero: Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa.
    “Sovranità Popolare REALIZZATA, non solo enunciata, e Democrazia Diretta Propositiva per Rilanciare la qualità della Democrazia e blindare lo Spirito Originale ed Autentico della Costituzione!”

    Paolo Barbieri

  • Caro Tomaso, condivido e sottoscrivo parola per parola quanto scrivi al Presidente Rossi circa l’autostrada tirrenica. Aggiungerei un’ulteriore, semplice ragion pratica: costruire l’autostrada tirrenica non serve anche perché … c’è già! Basta percorrere la cosiddetta Aurelia dopo la fine dell’autostrada Genova-Rosignano per rendersi conto che esiste già una strada a 4 corsie che rappresenta il prolungamento a sud di detta autostrada, e che non ha praticamente quasi più nulla a che vedere col vecchio tracciato dell’Aurelia (quella vera, la vecchia S.S. 1, ormai “sclassificata”). In altre parole, nel corso del tempo, l’ANAS, alla zitta, ha di fatto costruito un’autostrada tirrenica senza dirlo, parallela alla vecchia Aurelia, anche se rispetto alle autostrade classificate come tali ha qualcosa in meno (ad esempio gli attraversamenti a raso). Basterebbe eliminare tali lacune (ossia, appunto come dici tu, mettere in sicurezza l’Aurelia – qualla nuova, ovviamente) per fare tutto quel che è necessario. Costruire una terza Aurelia, battezzandola stavolta “autostrada”, serve solo (oltre che ad incrementare il consumo di suolo) … a quello che dici nella lettera.
    Marco Modena

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