La esaltante vittoria del NO, una grande spinta verso il futuro 

15 Dic 2016

Partiamo dal comunicato emesso nella “fatidica” notte, diffuso alle agenzie e raccolto – al mattino – solo dal “Fatto Quotidiano”. Ritengo che esso contenesse l’essenziale, pur nel momento – ovvio – di maggiore ma “composta” soddisfazione. Lo riproduco al termine di queste note, per chi non lo avesse ancora letto. Aggiungo qui alcune considerazioni personali, perché il giudizio complessivo uscirà – com’è giusto – dal Comitato Nazionale già convocato per il 9 dicembre.

E’ stata una grande vittoria, superiore ad ogni previsione; ed anche motivo di orgoglio per essere stati tra i più attivi, impegnati e sobri partecipi della campagna referendaria. Adesso diverse forze politiche si stanno impegnando a rivendicare primarie, a formulare richieste, più o meno perentorie, a prospettare soluzioni politiche.

A tutto questo l’ANPI non partecipa, non per superbia, ma perché non è questa la sua partita, non è questo il suo compito. Ci sono dei percorsi democratici, indicati dalla prassi e dalla Costituzione e sarà il Presidente della Repubblica a percorrerli e ad indicare la strada. Noi continueremo il nostro cammino, sulla base di due considerazioni fondamentali: la prima è che in questi anni c’è stato troppo poco rispetto per la Costituzione, sotto ogni profilo, dalle modifiche improvvisate e pericolose, alla 2 mancanza di attuazione delle disposizioni principali.

I cittadini e le cittadine lo hanno percepito ed hanno detto con forza NO a riforme che erano stravolgenti, per giunta mal costruite e mal scritte. Adesso è il momento di ripristinare quel rispetto che si deve ad una bella Costituzione, che – certamente – può essere cambiata quando occorre, ma sulla base di un largo consenso e con l’accortezza di rispettare sempre lo spirito di fondo che la anima e che dovrebbe sempre conferirle una incontrastata autorevolezza. La seconda è che occorre fare di più perché tutti (a cominciare dalle Istituzioni) vedano nella Carta costituzionale il vero fondamento della nostra convivenza civile e si adoperino per esaltarne non solo i princìpi ma anche e soprattutto i valori.

Il nostro compito, dunque, è chiaro: continuare il nostro lavoro di sempre per la difesa e attuazione della Costituzione, senza conservatorismo, ma con un vero “patriottismo costituzionale”, da diffondere soprattutto fra i giovani. Questo ci impegna a lavorare di più e meglio a “formare” in questa direzione i nostri quadri e i nostri iscritti, a non accettare mai deviazioni o soste in un percorso indispensabile per la democrazia. Sarà il Comitato nazionale a indicare forme, modi, iniziative per il corretto perseguimento delle finalità consacrate nell’art. 2 dello Statuto dell’ANPI, con sempre maggiore determinazione.

Quanto ai comportamenti, non abbiamo nessuna intenzione di menar vanto e gloria di questo successo. Esprimiamo la nostra soddisfazione con compostezza e fermezza, ma sempre senza iattanza. Siamo grati a quanti sottolineano, in queste ore, il ruolo fondamentale che l’ANPI ha avuto nella battaglia referendaria, ma riconosciamo l’apporto anche di tanti altri, dal Comitato per il NO, alla CGIL, all’ARCI, a Libertà e Giustizia ed a tutti quelli che hanno operato attivamente e contribuito al successo.

Siamo un’Associazione pluralista: al di là delle speculazioni giornalistiche e di qualche atteggiamento francamente “stravagante” di alcuni, sappiamo bene che ci sono state anche opinioni diverse, già emerse nei Congressi locali e nel Congresso nazionale. Le abbiamo rispettate e le rispettiamo. Tuttavia non c’è nulla da “ricucire”, perché nulla si è rotto; lo dimostrano le grandi manifestazioni unitarie e soprattutto il clima di calore e di fraterna solidarietà e amicizia che ha contraddistinto la manifestazione al Brancaccio.

A chi ha cercato lo strappo anche al nostro interno, continueremo a ricordare che l’ANPI è pluralista, ma ha anche le sue regole: e su questo promuoveremo un’ampia discussione al centro, nei Comitati provinciali, nelle Sezioni. Una discussione serena, che ci aiuti ad essere tutti migliori ed a fare più grande e forte la nostra Associazione. Intanto, riprendiamo il nostro consueto lavoro, tutti assieme, nello spirito e con la fraternità di sempre, facendo in modo che qualche sfasatura di questo periodo non costituisca precedente e non incida sul futuro dell’Associazione. 3 Avremo molto da fare, per assolvere a tutti i nostri compiti, ma soprattutto per spingere più a fondo l’acceleratore sulla conoscenza, il rispetto e l’amore per la Costituzione. E indicheremo con chiarezza, non solo quali siano i valori da rinverdire, ma anche quali siano le norme più bisognose di quella concreta attuazione che finora, è mancata.

Si diceva, in altri tempi “bisogna tornare allo Statuto”; noi non abbiamo bisogno di tornare alla Costituzione, perché da essa non ci siamo mai discostati; possiamo solo, e dobbiamo, fare di più, molto di più per renderla più viva nella coscienza, nella legislazione, nelle istituzioni e nella realtà sociale del nostro Paese. Due parole ancora, sulla stampa. In questo grande impegno, non possiamo dire di aver avuto un vero e disinteressato aiuto da tutti. Anzi, ci sono stati, ripetutamente, momenti ed occasioni in cui non siamo riusciti a far passare notizie, a far conoscere posizioni ed iniziative; due soli quotidiani ci sono stati vicini e ci hanno concretamente aiutato.

Tutto questo si presta a qualche (amara) considerazione, su che cosa è, oggi, un certo tipo di giornalismo, troppo pronto a seguire ed esprimere le ragioni del più forte e troppo pronto agli indirizzi del “pensiero unico”. Per fortuna, non si tratta di tutta la stampa, né di tutti i giornalisti, ma solo di quelli (e non sono pochi) che hanno cercato di spiegare bene le ragioni del governo e male (e poco) quelle delle opposizioni; che hanno spinto, anche nei titoli (e perfino nei giorni del “silenzio”) sulle ragioni del SI, addirittura maldestramente, visto poi i risultati del voto.

Ma c’è di più. Anche nelle valutazioni di questi giorni sulle ragioni della sconfitta del “SI”, vediamo tracce di una personalizzazione che, in parte, quella stessa stampa ha creato; e ci sorprende che siano indicati come difetti (di Renzi) quello che fino a ieri, venivano, dagli stessi, esaltati come pregi. Ancora: mi stupisce che si parli del successo del NO solo riferendosi a ragioni “politiche”, non prendendo in considerazione adeguata il fatto che molti hanno certamente votato NO perché convinti che la riforma del Senato fosse una solenne e pericolosa porcheria, al di là delle fandonie che venivano raccontate.

Forse un po’ più di attenzione alla realtà ed a ciò che pensano davvero i cittadini, non farebbe male e gioverebbe all’informazione. Infine, per concludere sull’argomento, l’ANPI ha subìto attacchi vergognosi; una parte della stampa ha sempre avallato, anche con grandi titoli, le tesi peggiori, più negative per l’ANPI, senza prove e senza poi prendere atto delle smentite. Anche questo è un comportamento intollerabile in un Paese civile e c’è qualcuno che dovrebbe finalmente fare il “mea culpa”. E, sia ben chiaro, non mi riferisco ai giornali che ci hanno vergognosamente attaccato a tutto tondo e con argomenti offensivi e diffamatori (quelli li abbiamo querelati); ma penso piuttosto a quelli “seri”, pronti ad pubblicare, per certe, notizie di “punizioni”, 4 di “rifiuto di tessera”, di “esclusione di dissenzienti” e altrettanto pronti a non ammettere mai di essersi prestati a palesi falsità.

Non posso omettere di ricordare, sul punto, anche l’atteggiamento ondivago di certa stampa a proposito dell’ANPI, un giorno sugli altari e per tutto il resto dell’anno “oscurata”, come è accaduto per l’incontro di Bologna, prontamente oscurato perché non era andato così bene per il “capo” come si sperava. Ed altrettanto si sta facendo adesso, fingendo di non sapere che gran parte del successo del NO è dovuto allo straordinario impegno di tutta l’ANPI.

La democrazia ha bisogno di una stampa libera da pressioni, da vincoli o dalla propensione spontanea ad abbassare la schiena. Abbiamo bisogno di una stampa davvero libera, che informi i cittadini, che cerchi di capire i fermenti della società e della politica, fornendo e sottoponendo alla discussione le sue interpretazioni. Solo atteggiamenti di questo tipo giovano alla democrazia. Gli altri, invece, la danneggiano; e, attenzione, alla lunga finiscono per danneggiare gli stessi “protagonisti”, (non a caso, tende a ridursi fortemente il numero dei lettori). Anche su tutta questa partita aperta cercheremo di fare la nostra parte, esercitando quella “coscienza critica” a cui ci impegna il Documento congressuale.

Insomma, oggi abbiamo vinto, ma da oggi ricominciamo a discutere, a operare, per la crescita di un “patriottismo costituzionale” e per dare alla Costituzione ciò che le è dovuto, cioè l’attuazione e alla democrazia ciò che le compete, vale a dire una politica degna di questo nome, un’etica profondamente applicata alla vita politica ed in quella sociale. Insomma, un grosso passo si è compiuto, ma guai a fermarsi; perché altri ne occorrono, per il bene del nostro Paese e di tutti coloro che ci vivono.

DICHIARAZIONE DEL 5 DICEMBRE 2016 DI CARLO SMURAGLIA: Ancora una volta ha vinto la Costituzione, contro l’arroganza, la prepotenza, la mancanza di rispetto per la sovranità popolare e i diritti dei cittadini. Hanno usato tutti gli strumenti possibili, il denaro, la stampa, i poteri forti, gli stranieri; sono ricorsi al dileggio e alla diffamazione degli avversari, ma il popolo italiano non si è lasciato convincere e ha dato una dimostrazione grandiosa di maturità. Noi che abbiamo fatto una campagna referendaria rigorosa, sul merito, con l’informazione e il ragionamento, siamo felici e orgogliosi di questo successo. Ora finalmente si potrà pensare di attuare la Costituzione nei suoi principi e nei suoi valori fondamentali, per eliminare le disuguaglianze sociali, privilegiare lavoro e dignità della persona, per riportare la serietà, l’onestà e la correttezza nella politica e nel privato. Alle sorti del Governo provvederà il Presidente della 5 Repubblica e noi ci rimettiamo alla sua saggezza. La cosa importante è che riprenda il confronto politico e democratico e che prevalga su ogni altra cosa la partecipazione dei cittadini. Questa è una vittoria anche dell’ANPI, ma soprattutto della democrazia e ripeto, con forza, della Costituzione. Mi auguro, inoltre, che si realizzi finalmente quella rigenerazione della politica, in senso politico ed etico, che è un’esigenza imprescindibile e indifferibile, per il rilancio del Paese e delle sue istituzioni, sulla base di un consenso diffuso e consapevole. Sarà un nuovo “patriottismo costituzionale “, di cui l’ANPI si farà promotrice e garante, a determinare le condizioni per il consolidamento e lo sviluppo del nostro sistema democratico.

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 ANPInews n.226 – 6/13 dicembre 2016

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(*) Presidente nazionale Anpi 

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