L´esito del Referendum: impressioni e congetture

09 Dic 2016

  1. Sono molto istruito: laurea, Ph.D., ecc. Tuttavia per orientarmi nella riforma Boschi-Renzi mi ci sono voluti almeno 8 giorni di studio a tempo pieno, compresi un trattatello di Giovanni Sartori e due recenti libri di Gianfranco Pasquino. IL risultato fu Appunti sulla riforma costituzionale, che andò sul Phenomenology Lab e anche come Nota nella mia pagina fb.  Del resto,se non fossi in pensione, non credo avrei potuto dedicare 8 giorni allo studio di Boschi-Renzi. Evidentemente questo tipo di approfondimento e’ impensabile per della gente normale, che lavora, che non è abituata a leggere con celerità, che non ha una cultura giuridica, che a volte non si sa muovere su Internet.
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  2. Messa di fronte al problema, la gente avrà dovuto elaborare una soluzione euristica. Esprimere un SI o un NO a un proxy, qualcosa di più palpabile, che si avvicini all´oggetto vero: vero ma purtroppo imperscrutabile.
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  3. Mi chiedo se i diversi tribunali che hanno respinto le istanze di Valerio Onida, il nostro costituzionalista dotato di maggior buon senso,  abbiano capito che la sua proposta era basata sull´ipotesi, plausibile, che lo spezzettamento fosse l´unico modo per dare contrallabilita’, comprensibilita’, accesso mentale, al quesito referendario.
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  4. Prendiamo la cosa dall´altro lato. A un referendum, ha osservato Martin Wolf, recentemente scottato da Brexit, in un´intervista a Fubini linkata nella mia pagina fb dal Corriere, alla gente viene chiesto di esprimere un SI o un NO, ma a cosa dicano di sì o di no, non si sa e non glielo si può imporre…
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  5. Dunque la gente è stata obbligata a semplificare. E siccome il proponente era il governo, ha dato un giudizio sul governo. E l´ha dato con grande partecipazione e gusto, per esprimere la propria netta insoddisfazione. Renzi doveva far ripartire l´economia italiana, e per diverse ragioni in definitiva non ci è riuscito. E il popolo, senza che nessuno lo sospettasse, è molto deluso da  lui. La nuova “maggioranza silenziosa” evocata da Renzi esisteva davvero. Fatta di persone che avevano inizialmente sperato in lui, poi disperato.  Nessuno lo sapeva.
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  6. E’ facile post factum fare ipotesi sugli errori di Renzi:  la personalizzazione, la presenza ossessiva in TV fin oltre la saturazione, la pubblicità lecita e illecita al SI, la scandalosa rincorsa di gruppi di elettori con mance ed erogazioni  varie, senza che il miserando, servile Padoan abbia mai accennato a opporsi. Il popolo italiano non si è lasciato comprare. Adesso che Renzi ha perso, siamo tentati di dire che si sia rovinato con le sue mani.
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  7. La conclusone alla quale credo di essere arrivato, alla quale quanto meno vorrei arrivare, è che l´errore sta… che frase orribile! a monte. Per una riforma costituzionale complessa come la Boschi-Renzi ci vuole un´assemblea costituente, che operi in modo del tutto indipendente dal governo e che non ne sia schiava, come la maggioranza parlamentare lo è stata tristemente del governo Renzi. Con la procedura prevista dall´art. 138 della Costituzione, non si possono cambiare 40 articoli in un colpo.
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  8. E’ interessante confrontare le Boschi-Renzi con la proposta alternativa e ipotetica con cui se ne uscì a metà Luglio D´Alema: 1) riduzione proporzionale del numero dei parlamentari di entrambe le camere; 2) sottrazione del potere della fiducia al Senato; 3) commissione di conciliazione per interrompere gli andirivieni delle proposte di legge tra le due Camere dopo 2 passaggi. Questa proposta coglierebbe molti degli obiettivi della Boschi-Renzi; e inoltre, sarebbe stata effettivamente, per la sua chiarezza e linearità, sottoponibile agli elettori.

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(*) Economista, saggista e socio di Libertà e Giustizia, a lungo ordinario di economia monetaria e creditizia     all’Università di Pisa.

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