Referendum: Comitato per il No, lettera Renzi agli italiani all’estero una forzatura

12 Nov 2016

Redazione

“La lettera inviata da Renzi agli italiani all’estero è un’evidente forzatura”. Lo scrivono in una nota Alfiero Grandi e Domenico Gallo, del Comitato per il No nel referendum costituzionale, secondo i quali “la confusione tra ruoli politici (segretario del Pd e nume tutelare del Comitato per il Sì) e istituzionali (presidente del Consiglio) conferma che c’è qualcosa di sbagliato al fondo delle modalità con cui sono state approvate le modifiche inaccettabili della Carta Costituzionale”.

“Vale la pena ricordare -proseguono- che nel nuovo senato ci saranno 5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica e nessuno dai residenti all’estero, particolare che Renzi dimentica di ricordare nella sua lettera. Prima il tentativo di separare le modifiche costituzionali dalla legge elettorale, fingendo che non siano due aspetti di un’unica scelta politica”.

“Poi -aggiungono- una campagna elettorale condotta per ottenere un plebiscito sul governo, anziché consentire agli elettori di giudicare il merito delle modifiche; infine il tentativo di delegittimare il dissenso facendolo passare per vecchio e conservatore, quando è evidente che nulla è più vecchio del tentativo di manomettere la Costituzione della nostra Repubblica, come ha sempre tentato di fare in passato chi ha cercato di imporre le scelte di una minoranza sulla maggioranza dei cittadini”.

“Ora -continuano Grandi e Gallo- arriviamo all’uso privato e di parte degli incarichi pubblici, del quale c’è un lungo elenco, il cui cuore è che il Presidente del Consiglio e i Ministri non hanno alcun riguardo per il loro ruolo istituzionale, per un suo uso nell’interesse pubblico, di tutti i cittadini. Anzi lo usano a piene mani a fini di parte e di convenienze politiche, dimostrando ignoranza e disprezzo per ogni distinzione tra ruolo istituzionale e ruolo di partito. La vittoria del No -conclude la nota- è necessaria anche per ristabilire in modo netto questa distinzione tra ruolo pubblico e istituzionale e interessi di parte”.

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