La lingua dell’odio

La lingua dell’odio

C’è un luogo comune sull’America che è rimbalzato nei media tradizionali e sui social media in queste settimane: a fronte dei colpi bassi tra i candidati e degli scandali, svelati o annunciati addirittura da agenzie pubbliche come l’Fbi, cadono i miti sull’America delle regole e della democrazia. Un luogo comune che non coglie nel segno perché non è una novità che la politica americana superi l’immaginazione quanto a spietata durezza.

La storia americana è scandita dall’uso di colpi bassi e di violenza in politica: omicidi di presidenti (a partire dal grande Lincoln fino al giovane Kennedy) e candidati (l‘ultimo Robert Kennedy), scandali che hanno fatto cadere presidenti (Nixon), campagne dal linguaggio populista violento e razzista (del democratico Wallace), infine finanziamenti miliardari alle campagne elettorali che servono addirittura a misurare il gradimento dei candidati, per cui chi è semplicemente “popolare” non ha nei fatti le stesse possibilità di vincere di chi ha dalla propria le multinazionali e le oligarchie di partito (un tema che Bernie Sanders ha più volte sollevato nelle primarie contro Hillary Clinton).

Insomma, l’America è ammirevole non per la sua purezza ma per l’esplicita confessione delle impurità della politica e per quella straordinaria forza delle istituzioni e dell’opinione che resistono a scandali e a violenze. Cinismo verso la politica e convinzione della rettitudine delle persone ordinarie: su questo dualismo si è costruito il mito del populismo americano “buono”, che mai ha tracimato dal regime costituzionale. L’immaginario di un eccezionalismo americano nella valutazione del populismo è durato almeno fino a Donald Trump.

La novità immessa nella politica americana — forse la maggiore novità — sta qui: nel fatto che gli americani, ultimi tra tutti i paesi democratici, abbiano scoperto che il populismo “cattivo” è possibile. Il “popolo” può essere personificato da un pessimo leader e identificato con un linguaggio fortemente negativo e negazionista: negativo, come in altri momenti del passato (pensiamo appunto a Wallace) e anche negazionista, come mai prima d’ora. Negazionismo: Trump ha dichiarato da settimane di poter negare il risultato di queste elezioni (se perdesse), perché esito di una campagna condotta in maniera fraudolenta sia da parte della candidata Hillary che da parte dei media liberal, e delle élites acculturate dei college Ivy.

Sugli “errori” di Hillary sappiamo: errori per aver usato, quando era segretario di Stato, telefoni pubblici e privati indifferentemente, senza fare distinzione tra le questioni personali e quelle politiche. Un errore di valutazione e il segno di un’abitudine al potere (che Hillary frequenta a vario titolo, privato e pubblico, da alcuni decenni), che non sembra aver tuttavia messo a repentaglio gli interessi nazionali. Ma a Trump importa poco il fatto materiale.

Il fatto nuovo di questa campagna è, come si diceva, un altro: Trump ha accusato ripetutamente i media “liberal” dell’America delle due coste (atlantica e pacifica) di aver fatto una campagna tendenziosa, di aver premeditato la disinformazione su di lui (lo ha ripetuto anche la moglie Melania in due interviste televisive) per farlo perdere. Il New York Times è la sua bestia nera (effettivamente impegnato in una campagna schieratissima e senza alcun sforzo di oggettività), ma anche la Cnn, che è stata meno tendenziosa.

Perché questa reazione al modo con cui è stata condotta la campagna elettorale? Per preparare l’azione anti-Casa Bianca nel caso egli dovesse perdere le elezioni. E’ questa anticipazione di accusa di illegittimità insieme al trupiloquio linguistico usato quotidianamente il fatto nuovo di questa campagna presidenziale.

I timori restano sia in caso di vittoria di Trump (per il carattere e lo stile della sua politica), sia nell’ipotesi di una sua sconfitta (per le conseguenze destabilizzanti che sono state minacciate).  Questa è la novità delle presidenziali; la sistematica campagna denigratoria non solo verso la candidata (questo sarebbe nella norma) ma anche verso le istituzioni.

La virulenza verbale di Trump che ha sdoganato il politically incorrect con conseguenze future che possono essere spiacevoli, come l’escalation dell’intolleranza e la discriminazione delle minoranze – gli immigrati (latino americani  soprattutto), i musulmani (stranieri e americani), le donne acculturate che perseguono carriere nelle professioni.

Insomma, il cielo del Nuovo Mondo sembra essere gravido di nuvoloni neri, sia che vinca o che perda Trump, una figura di non-politico, la cui campagna ha marcato un’escalation notevole nel processo di delegittimazione in un’America che soffre ancora le conseguenze di una politica imperiale improvvida che l’ha impoverita e incattivita.

La Repubblica, 09 Novembre 2016

7 commenti

  • La democrazia americana fatta da famiglie oligarchiche che si passano il potere. Il presidenzialismo del comandante in capo, eletto da minoranza, rappresentante di interessi che nulla hanno a che vedere con il popolo. Il dibattito della campagna elettorale pilotato dai media corrotti. Una discussione assolutamente incapace di discutere i veri problemi. Un potere finanziario d’imbroglioni, impunibile. Il destino del mondo affidato a questa marmaglia? Il partito democratico ha avuto quello che si merita. Questo partito non partito, assolutamente incapace di capire le sofferenze determinate dalle disuguaglianze del liberismo che genera opportunità per i ricchi miserabilità per i poveri, privati di ogni dignità, senza assistenza sanitaria, senza quei diritti fondamentali che una vera democrazia dovrebbe garantire. Teniamoci la democrazia parlamentare. Respingiamo ogni tentativo di cancellarla!

  • Cara Nadia e cari amici tutti di Libertà e Giustizia, ora che questo razzista, misogino, imbroglione, elusore di tasse a mezzo fallimenti, suscitatore di pulsioni regressive indicibili ha vinto: è vero, dobbiamo prendere atto che anche l’America (quale? non certo quella che lo ha votato) ha scoperto che esiste anche il populismo cattivo. Ma, a proposito di populismo cattivo, quello che vorrei dirvi è: non dovremmo noi marcare un fortissimo dissenso nei confronti dell’ignobile endorsement che Grillo ha fatto della vittoria di Trump, e dell’intervista comparsa sull’Espresso a Morra (5 Stelle) il quale giustifica pubblicamente, pur dissentendo intimamente (e lo dice), la disgustosa uscita del suo capo? (Ricordate che i 5 Stelle sono al nostro fianco nella battaglia per il NO alla riforma costituzionale). Non dovremmo noi attestare la fede in una politica che non sia fondata sul cinismo, cioè sulla duplicità fra pubblico e privato, sul legare insieme lo schifo e la giustezza, sul chinare capo e cuore ogni volta a quello che è divenuto un immondo demagogo?

  • Ad azione segue reazione: l’ unica nota positiva all’ elezione del candidato del Ku.Klux.Klan è il risveglio di una sinistra, intorpidita dal generico centrismo della candidata democratica, che ha fatto un errore gravissimo a non imbarcare Bernie Sanders, il quale ha ben dimostrato che uno spazio a sinistra c’é. Sarà dura per il nuovo presidente dare buon esito alle promesse fatte. Per quelle che riguardano il progresso delle condizioni di lavoro, apprezzo l’ offerta di collaborazione di Sanders, che osteggerà con il massimo vigore ogni forma di razzismo, sessismo, xenofobia, (U.S. Senator Bernie Sandes).

  • Gentili professoresse Urbinati e De Monticelli, come voi sicuramente potete insegnare esiste uno stretto rapporto concausale tra emotività e razionalità che sta a fondamento di ogni nostra decisione.

    E le folle, già di per sé inclini al risentimento per il disagio esistenziale diffuso, sono facilmente trascinabili con un’arte oratoria capace di suscitare forti pulsioni emotive.

    Nascono e degenerano in questo modo fenomeni politicamente volgari quali il trumpismo, il grillismo, il lepenismo, il leghismo, e in modo meno volgare il berlusconismo, il renzismo.

    Dai tribuni della plebe ai capitani del popolo la storia si ripete all’infinito.

    La nostra costituzione aveva opportunamente previsto che fossero apposite strutture politiche, i partiti, a farsi carico di sintetizzare le più varie aspettative dei cittadini e di proporre ai rappresentanti eletti ragionevoli e sia pure parziali ma concrete soluzioni nei limiti del possibile e in aderenza alle linee dell’indirizzo politico nazionale.

    Ma la costituzione, con tanti saluti al millantato cambiamento, anche per questo aspetto continua a restare volutamente non operativa, per lasciare spazio ad ogni volgare pluralismo di conquista delle istituzioni.

  • @ cocorocchio

    non so perché ma mi pare di ‘conoscerla’: scrive con questo nick anche altrove, vero?
    certo che ci teniamo la democrazia parlamentare. ce la teniamo stretta!
    o almeno ci proviamo. come immagino saprà, in questo sito su questo sono tutti d’accordo.

  • @Dott.ssa De Monticelli
    “..l’ignobile endorsement che Grillo ha fatto della vittoria di Trump…(Ricordate che i 5 Stelle sono al nostro fianco nella battaglia per il NO alla riforma costituzionale)”.
    Io ho cercato in rete trovando solo il video trasmesso dalla Sette, in cui Grillo amplifica la sua opinione su media, sondaggisti,opinionisti ecc. paragonandoli a quelli italiani:un coro che ripete cio’ che vuole spacciandolo per realtà, senza minimamente preoccuparsi di approfondire e/o illustrare tale realtà.Io nel video di Grillo vedo solo una critica al sistema di comunicazione e una similitudine nella volutamente oscurata crescita di due fenomeni politici scomodi ma non certo l’affermazione di una similitudine tra Trump e M5S.Ho trovato poi,sul Fatto, un video con Grillo indignato per il paragone con Trump (“…ma che cosa c’entro io con lui?!”).
    Se c’è dell’altro che non ho visto, posso capire le parole della Prof. De Monticelli. In caso contrario….Grillo ha ancora piu’ ragione a lamentarsi della continua disinformazione. Tanto più che tanti stavolta la ragione gliel’hanno data:Friedman, l’insospettabile Mineo e altri.Quanto al forte dissenso che dovremmo esprimere noi sostenitori del NO,penso faremmo bene a incanalarlo verso chi sta andando in avanscoperta per eliminare il suffragio universale (altro che la presunta pericolosità delle esternazioni di Grillo!!!).E….a proposito di coerenza, LEG che sposò passati appelli referendari di Pisapia tacendo poi sulla sua ulteriore evoluzione: Pisapia, con le sue recenti assurde affermazioni sulla “riforma” costituzionale e i suoi pellegrinaggi attuali nelle scuole! Facciamo finta di niente? In questo sito non si è ancora spenta l’eco degli alti lai per il di lui gran rifiuto su Milano e risuona l’invito a ricalcare le orme sue e dei suoi compari d’appello.Preoccupa e indigna più Grillo o uno che pur di preservare l’unità del partito acclama nelle scuole le magnifiche sorti e progressive della perdita ufficiale e definitiva di sovranità popolare?A lui che dice che “…la democrazia non è in pericolo”,gli si può pubblicamente chiedere se è legittimo che un governo espresso da un parlamento illegittimo usurpi una materia parlamentare imponendo una riforma forzando le procedure,cacciando i dissidenti dalle commissioni,imponendo canguri e ricattando e raccattando parlamentari?Gli amici chiederanno a Pisapia se cacciare i partiti dalla RAI per piazzarci il governo è cosa antidemocratica e pericolosa?”No Giuliano,questa volta NO” (Dalla Chiesa). “Peccato, Giuliano…” (Cavalli). Silenzio tombale di LEG. Tutto qui?! Se io mi trasformassi così, amici e parenti mi consiglierebbero di farmi vedere da uno bravo e,qualora emergesse un problema non di salute ma di morale, mi leggerebbero la vita e gli amici taglierebbero i ponti, scusandosi con altri per avermi erroneamente descritta come persona affidabile. Chi ha amici confusi o voltagabbana,che nuociono alla Costituzione,cerca…

  • @ Dott.ssa De Monticelli
    A scanso di equivoci, il mio intervento non è certo per difendere Grillo (si difende benissimo da solo e in ogni caso gli riconosco tanti difetti anche se seguo i suoi spettacoli da tanti decenni e lo ritengo onesto).
    Il problema è che per spiegare le cose a chi non le sa o è scettico, occorre massima chiarezza separando, non dico i buoni dai cattivi, ma chi rispetta le regole da chi non le rispetta.In questo sito scrivono tanti autori schietti e decisi (Bonsanti, Montanari, De Stefanis, Rodotà, la stessa De Monticelli……). Spesso però appaiono scritti che, a mio modesto avviso, invece di chiarire confondono o causano diffidenza verso LEG o singoli esponenti.Se io non avessi interiorizzato fin dalle scuole superiori il valore della Costituzione e se la mia famiglia non mi avesse trasmesso la memoria storica (orrori del fascismo e della guerra), probabilmente resterei spiazzata da un sito che omette cose (a mio avviso) gravi e ospita interventi di gente che si vanta di stare a metà del guado: mi riferisco ad esempio ad articoli di gente che milita con orgoglio in partiti che hanno votato cose invotabili e che a tempo scaduto (a disastro ormai compiuto) esprimono un banale dissenso: perché LEG ce li scodella? Ritiene che tali personaggi siano eroici? E’ solo gente con una errata scala di priorità: tanti di noi hanno mollato il partito di Prodi non appena ha cominciato a somigliare a quello di Berlusconi e non dopo che ha scardinato la Costituzione. Ancora: il Proff. Onida che,reduce dalla commissione dei “saggi” (ma che bella referenza!!!) fa ricorso per lo spacchettamento dei quesiti referendari, sapete che effetto fa? Io mi aspettavo che avreste scritto a caratteri cubitali, da mesi e anni fa, che questo referendum non va spacchettato ma annullato proprio per manifesta nullità di una riforma illegittima. Modifiche alla Costituzione saranno ammissibili in futuro se fatte da un parlamento eletto con regole della Costituzione che abbiamo. Gli indecisi non si informano ma si confondono o diffidano se eminenti costituzionalisti avallano cose assurde. Una mia collega chiede: “se tutto era illegittimo fin dall’inizio, come mai hanno potuto concludere l’iter senza che nessuno li fermasse? Strano…” Come allontanare la convinzione che le beghe siano tra costituzionalisti che vogliono imporre cose diverse ma tutte lecite e non tra chi forza le regole e chi le rispetta?Pisapia,che apprezzavo,a mio avviso non le rispetta piu’ e io disapprovo,L’ANPI finalmente allontana i parlamentari che hanno violato le regole:le opinioni sono lecite ma le regole si rispettano.Personalmente mi ero indignata mesi fa per la tessera di Serracchiani.Troppe volte ho letto qui che questa riforma è pericolosa solo perché in futuro potrebbe arrivare qualcuno cattivo,ma considerate forse magnanimo chi concedere un solo minuto di tv al Prof. Pace per le ragioni del no?
    Immagino che la risposta sia: cambia sito se questo non ti piace. Giusto.

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