sono convinto sostenitore del no. Ieri ho visto il dibattito Renzi e Zagrebelski e sono rimasto estremamente deluso dalla performance di quest’ultimo. Argomentazione arzigogolata e filosofeggiante (tutto il discorso sul vincere le elezioni), scarsamente comprensibile a chi non ha una profonda conoscenza della materia. Nessuna capacità di comunicazione: ricordava quei professori universitari vecchio stile che distillano la loro saggezza senza preoccuparsi di rendere la materia comprensibile agli studenti. Il problema è che in questo caso gli ‘studenti’ votano.
Temo che il mio non sia un giudizio isolato. Stamane, facendo colazione in un bar della zona universitaria, mi sono imbattuto in un gruppo di avventori che commentavano il dibattito. In pratica tutti orientati al no, ma estremamente insoddisfatti delle prestazione di Zagrebelski. Alcuni dei commenti raccolti: “siamo franchi, Renzi se l’è mangiato vivo. Se va un’altra volta in TV il SI prende il 75%”, “discorsi troppo lunghi, con troppe parentesi .. ma lo sa che siamo nell’epoca di twitter?” “il massimo è stato quando a citato un articolo a beneficio dei telespettatori! Ma dove credeva di essere?”.
Ci sono ancora due mesi di campagna elettorale e sperabilmente questa performance verrà dimenticata. Ma se il fronte del NO non riesce a capire che una comunicazione efficace è essenziale, la partita è persa.
Cordiali saluti
Roberto Zavatta
Ho assistito al patetico “confronto” televisivo tra Renzi ed il Prof. Zagrebelski.
Al di là delle insopportabili mossette, espressioni facciali à la Crozza, maschi e truci atteggiamenti del Presidente del Consiglio, degni d’un laido e becero avanspettacolo anni ’50, mi sembra di poter riassumere così le impressioni che ne ho tratto.
Da un lato un istrione, un maturo demagogo – frutto di uno sperimentato allenamento di conduzione di greggi al pascolo – che sciorinava sprezzantemente, e senza alcuna seria e credibile argomentazione di merito, i pregi della sua riforma.
Dall’altro, un gentiluomo che cercava, con gli strumenti di una sapienza antica e di una ragione illuminata, di fare emergere le verità nascoste. Come cercare di contenere gli eccessi di un energumeno scatenato – che mente sapendo di mentire e che delle menzogne e delle trappole seminate si fa forte – con l’offerta di un tè profumato.
Non ci poteva essere partita, naturalmente. Anche in questo caso si è visto che, come dice la legge di Thomas Gresham, è la cattiva moneta che caccia la buo
Buongiorno,
Anch’io ho seguito il dibattito è l’ impressione è stata quella riportata dall’ amico Roberto:
Tecnicismi fuori luogo e comunicazione eccessivamente accademica, accompagnata da qualche errore d’ inesperienza circa il saper fronteggiare un animale politico come Renzi, hanno dato l’ idea di una difficoltà espositiva delle reali ragioni che il fronte del NO può vantare.
Stucchevole la parte sul P. Della Repubblica dove non è stata menzionata la problematica relativa alla settima votazione, in cui la maggioranza è relativa ai componenti e non ai presenti…
Riguarderó lo scontro per cogliere a pieno le sfumature proposte dal Prof., tuttavia spero che il fronte del NO possa coinvolgere qualche esperto dotato di capacità comunicative migliori rispetto a Zagrebelsky.
Cordiali saluti,
Massimo
Zagrebelsky ha fornito il materiale da approfondire per ribattere punto punto sulla riforma, i risultati non saranno subito visibili lo saranno col passare dei giorni.
Dubito che Renzi abbia convinto chi è per il no, conta in questo campo la personalizzazione data all’esito del voto e la sfiducia, spesso anche cieca verso il primo ministro.
Nell’altro campo considerando la composizione dell’elettorato del PD con un livello di istruzione superiore rispetto agli altri due poli, l’argomentare espresso da Zagrebelsky sobrio e ragionato è più incisivo, credo quindi che molti elettori del partito democratico abbiano validi motivi di riflettere sull’argomento.
Signor Zagrebelsky,le scrivo per dirle che lei è una gran bella persona, e di non abbattersi per come sia andato il dibattito televisivo…Come ha detto lei purtroppo si è visto che erano due mondi completamente diversi, dove lei cercava un confronto e il pagliaccio il solito show per fare cassa di voti. Se a questo referendum vincerà il No noi tutti lo dobbiamo a lei e a gente come lei, che ha lottato e lotta per un’Italia migliore… grazie di cuore, e continui a illuminarci con i suoi pensieri e parole…un abbraccione, Nunzio….
E’ andato chiaramente in onda lo scontro tra la mitezza della cultura e l’aggressività della mediocrità, il cui esito è scontato quando il destinatario dello spettacolo è una Cittadinanza a cui l’OCSE assegna un 47% di analfabetismo funzionale, e del restante 53% solo una piccola % è ancora capace di analisi e sintesi autonome.
Credo che sarebbe stato di ben diversa efficacia per il prof., poter argomentare un’agenda di proposte di riforma alternative rispetto a quella Boschi-Renzi, messa sul piatto parallelamente ad un NO CHIARO FORTE E TONANTE!
Difendere efficacemente una negazione dura e pura non può essere cosa facile a fronte di un comunicatore abile e lucido, in un tempo in cui di riforme, magari buone e non da spacciare come tali, c’è bisogno e la Cittadinanza ne attende nella speranza di migliorare il proprio quotidiano.
Ma si è scelto uno sterile NO! E già si parla anche di una Woodstock per il NO: trovo assurdo che si possa ipotizzare cotanta manifestazione per una Negazione invece che, come sarebbe più giustificato, per una Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa, per un cambiamento che abbia la Carta come programma, mezzo e fine!
Paolo Barbieri
La questione se in una democrazia debba prevalere un sistema (prevalentemente) proporzionale o un sistema maggioritario, se si debba o non si debba e in che senso si debba “vincere” le elezioni è di grande importanza, anche per la filosofia della democrazia che si adotta, ed è uno dei problemi profondi che Zagrebelsky ha sollevato durante l’incontro.
Andatevi a rilegere l’ dell’intervista di Zagrebelsky su Repubblica del 27 agosto 2013 citata ieri dal Presidente del Consiglio. E’ una lezione magistrale di etica pubblica, che con la legge elettorale c’entra poco, e tuttavia il passo che la riguarda è sufficiente a mettere in luce la postuma malafede del Presidente del Consiglio. Zagrebelsky vi parla da un lato di “democrazia sfiancata” – e questo stato di salute non solo non è migliorato, ma semmai molto peggiorato dalla circostanza che l’Italicum, sul quale pesano sospetti di incostituzionalità, fu imposto dall’attuale Presidente con la fiducia: né lo migliora affatto, questo stato di salute, la sua attuale mossa di sfilarlo (in modo puramente virtuale, immaginario, per ora, perché se cambia idea uno non è detto che cambino idee gli altri): conferma semmai esattamente che “Se c’è una materia su cui, più che su ogni altra, si giocano gli interessi immediati delle forze politiche….è proprio la materia elettorale”, come Zagrebelsky scrive.
Naturalmente poi ci vuole una malafede radicata a leggere nell’espressione “sistema proporzionale con premio di maggioranza dato a chi prevale con una certa percentuale di voti” una sorta di endorsement ante litteram all’Italicum, che è in sospetto di incostituzionalità appunto in ragione dell’esiguità della percentuale di voti con cui una forza prevale: per fortuna questo punto è stato chiarito senza ombra di dubbio, quello dell’Italicum è un premio di minoranza, cioè premia la prima delle minoranze. Un po’ come il Porcellum in virtù della quale, con 340 seggi invece che 180 che gli sarebbero spettati senza, il partito di maggioranza relativa ha potuto autoproclamarsi “costituente”, con un programma politico di riforma costituzionale assolutamente mai esistito nel programma che quel partito aveva presentato alle elezioni. Per forza poi “loro dicono” che adesso o mai più! Quando mai potranno ancora godere del Porcellum o dei suoi eredi, per riscriversi la Costituzione da soli?
Sono per il NO! Concordo con Roberto Zavatta. Ma sono anche per un Grande SI! Per l’attuazione della Costituzione che rappresenta,oggi, una Vera Rivoluzione!
Gent.mo dr. Zagrebelsky, mi par di capire dal nuovo testo dell’art.70 Cost.che si vuole privare la C. Cost. della funzione di giudice delle leggi. Per chi non vuole capire i sofismi, vuol dire che senza l’argine della Corte Costituzionale si potrebbe ex lege aumentare con effetto retroattivo l’I.R.P.E.F. al 70% e pretendere da tutti gli arretrati senza poter invocare l’illegittimità costituzionale della norma. Per me senz’altro un’altra ottima ragione per votare no. Con grande stima, buon lavoro.
Informiamo che in questo sito sono utilizzati solo “cookies tecnici” necessari per ottimizzare la navigazione o per statistiche di accesso; il presente sito può consentire l’invio di “cookies di terze parti”.
Non sono utilizzati cookies di profilazione.
Puoi avere maggiori dettagli e indicazioni sull’uso dei cookies utilizzati dal presente sito visionando l’informativa estesa.
Se invece prosegui con la navigazione sul presente sito, anche mediante l’accesso ad altra area o selezione di un elemento dello stesso (ad esempio un’immagine o un link), ciò comporta la prestazione del consenso all’uso dei cookies specificati nell’informativa estesa (art. 4.1. Provv. Generale n. 229 dell’8.05.2014 Garante Privacy).
AcceptInformativa Estesa
Buongiorno,
sono convinto sostenitore del no. Ieri ho visto il dibattito Renzi e Zagrebelski e sono rimasto estremamente deluso dalla performance di quest’ultimo. Argomentazione arzigogolata e filosofeggiante (tutto il discorso sul vincere le elezioni), scarsamente comprensibile a chi non ha una profonda conoscenza della materia. Nessuna capacità di comunicazione: ricordava quei professori universitari vecchio stile che distillano la loro saggezza senza preoccuparsi di rendere la materia comprensibile agli studenti. Il problema è che in questo caso gli ‘studenti’ votano.
Temo che il mio non sia un giudizio isolato. Stamane, facendo colazione in un bar della zona universitaria, mi sono imbattuto in un gruppo di avventori che commentavano il dibattito. In pratica tutti orientati al no, ma estremamente insoddisfatti delle prestazione di Zagrebelski. Alcuni dei commenti raccolti: “siamo franchi, Renzi se l’è mangiato vivo. Se va un’altra volta in TV il SI prende il 75%”, “discorsi troppo lunghi, con troppe parentesi .. ma lo sa che siamo nell’epoca di twitter?” “il massimo è stato quando a citato un articolo a beneficio dei telespettatori! Ma dove credeva di essere?”.
Ci sono ancora due mesi di campagna elettorale e sperabilmente questa performance verrà dimenticata. Ma se il fronte del NO non riesce a capire che una comunicazione efficace è essenziale, la partita è persa.
Cordiali saluti
Roberto Zavatta
Ho assistito al patetico “confronto” televisivo tra Renzi ed il Prof. Zagrebelski.
Al di là delle insopportabili mossette, espressioni facciali à la Crozza, maschi e truci atteggiamenti del Presidente del Consiglio, degni d’un laido e becero avanspettacolo anni ’50, mi sembra di poter riassumere così le impressioni che ne ho tratto.
Da un lato un istrione, un maturo demagogo – frutto di uno sperimentato allenamento di conduzione di greggi al pascolo – che sciorinava sprezzantemente, e senza alcuna seria e credibile argomentazione di merito, i pregi della sua riforma.
Dall’altro, un gentiluomo che cercava, con gli strumenti di una sapienza antica e di una ragione illuminata, di fare emergere le verità nascoste. Come cercare di contenere gli eccessi di un energumeno scatenato – che mente sapendo di mentire e che delle menzogne e delle trappole seminate si fa forte – con l’offerta di un tè profumato.
Non ci poteva essere partita, naturalmente. Anche in questo caso si è visto che, come dice la legge di Thomas Gresham, è la cattiva moneta che caccia la buo
Buongiorno,
Anch’io ho seguito il dibattito è l’ impressione è stata quella riportata dall’ amico Roberto:
Tecnicismi fuori luogo e comunicazione eccessivamente accademica, accompagnata da qualche errore d’ inesperienza circa il saper fronteggiare un animale politico come Renzi, hanno dato l’ idea di una difficoltà espositiva delle reali ragioni che il fronte del NO può vantare.
Stucchevole la parte sul P. Della Repubblica dove non è stata menzionata la problematica relativa alla settima votazione, in cui la maggioranza è relativa ai componenti e non ai presenti…
Riguarderó lo scontro per cogliere a pieno le sfumature proposte dal Prof., tuttavia spero che il fronte del NO possa coinvolgere qualche esperto dotato di capacità comunicative migliori rispetto a Zagrebelsky.
Cordiali saluti,
Massimo
Zagrebelsky ha fornito il materiale da approfondire per ribattere punto punto sulla riforma, i risultati non saranno subito visibili lo saranno col passare dei giorni.
Dubito che Renzi abbia convinto chi è per il no, conta in questo campo la personalizzazione data all’esito del voto e la sfiducia, spesso anche cieca verso il primo ministro.
Nell’altro campo considerando la composizione dell’elettorato del PD con un livello di istruzione superiore rispetto agli altri due poli, l’argomentare espresso da Zagrebelsky sobrio e ragionato è più incisivo, credo quindi che molti elettori del partito democratico abbiano validi motivi di riflettere sull’argomento.
Signor Zagrebelsky,le scrivo per dirle che lei è una gran bella persona, e di non abbattersi per come sia andato il dibattito televisivo…Come ha detto lei purtroppo si è visto che erano due mondi completamente diversi, dove lei cercava un confronto e il pagliaccio il solito show per fare cassa di voti. Se a questo referendum vincerà il No noi tutti lo dobbiamo a lei e a gente come lei, che ha lottato e lotta per un’Italia migliore… grazie di cuore, e continui a illuminarci con i suoi pensieri e parole…un abbraccione, Nunzio….
E’ andato chiaramente in onda lo scontro tra la mitezza della cultura e l’aggressività della mediocrità, il cui esito è scontato quando il destinatario dello spettacolo è una Cittadinanza a cui l’OCSE assegna un 47% di analfabetismo funzionale, e del restante 53% solo una piccola % è ancora capace di analisi e sintesi autonome.
Credo che sarebbe stato di ben diversa efficacia per il prof., poter argomentare un’agenda di proposte di riforma alternative rispetto a quella Boschi-Renzi, messa sul piatto parallelamente ad un NO CHIARO FORTE E TONANTE!
Difendere efficacemente una negazione dura e pura non può essere cosa facile a fronte di un comunicatore abile e lucido, in un tempo in cui di riforme, magari buone e non da spacciare come tali, c’è bisogno e la Cittadinanza ne attende nella speranza di migliorare il proprio quotidiano.
Ma si è scelto uno sterile NO! E già si parla anche di una Woodstock per il NO: trovo assurdo che si possa ipotizzare cotanta manifestazione per una Negazione invece che, come sarebbe più giustificato, per una Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa, per un cambiamento che abbia la Carta come programma, mezzo e fine!
Paolo Barbieri
La questione se in una democrazia debba prevalere un sistema (prevalentemente) proporzionale o un sistema maggioritario, se si debba o non si debba e in che senso si debba “vincere” le elezioni è di grande importanza, anche per la filosofia della democrazia che si adotta, ed è uno dei problemi profondi che Zagrebelsky ha sollevato durante l’incontro.
Andatevi a rilegere l’ dell’intervista di Zagrebelsky su Repubblica del 27 agosto 2013 citata ieri dal Presidente del Consiglio. E’ una lezione magistrale di etica pubblica, che con la legge elettorale c’entra poco, e tuttavia il passo che la riguarda è sufficiente a mettere in luce la postuma malafede del Presidente del Consiglio. Zagrebelsky vi parla da un lato di “democrazia sfiancata” – e questo stato di salute non solo non è migliorato, ma semmai molto peggiorato dalla circostanza che l’Italicum, sul quale pesano sospetti di incostituzionalità, fu imposto dall’attuale Presidente con la fiducia: né lo migliora affatto, questo stato di salute, la sua attuale mossa di sfilarlo (in modo puramente virtuale, immaginario, per ora, perché se cambia idea uno non è detto che cambino idee gli altri): conferma semmai esattamente che “Se c’è una materia su cui, più che su ogni altra, si giocano gli interessi immediati delle forze politiche….è proprio la materia elettorale”, come Zagrebelsky scrive.
Naturalmente poi ci vuole una malafede radicata a leggere nell’espressione “sistema proporzionale con premio di maggioranza dato a chi prevale con una certa percentuale di voti” una sorta di endorsement ante litteram all’Italicum, che è in sospetto di incostituzionalità appunto in ragione dell’esiguità della percentuale di voti con cui una forza prevale: per fortuna questo punto è stato chiarito senza ombra di dubbio, quello dell’Italicum è un premio di minoranza, cioè premia la prima delle minoranze. Un po’ come il Porcellum in virtù della quale, con 340 seggi invece che 180 che gli sarebbero spettati senza, il partito di maggioranza relativa ha potuto autoproclamarsi “costituente”, con un programma politico di riforma costituzionale assolutamente mai esistito nel programma che quel partito aveva presentato alle elezioni. Per forza poi “loro dicono” che adesso o mai più! Quando mai potranno ancora godere del Porcellum o dei suoi eredi, per riscriversi la Costituzione da soli?
Sono per il NO! Concordo con Roberto Zavatta. Ma sono anche per un Grande SI! Per l’attuazione della Costituzione che rappresenta,oggi, una Vera Rivoluzione!
Gent.mo dr. Zagrebelsky, mi par di capire dal nuovo testo dell’art.70 Cost.che si vuole privare la C. Cost. della funzione di giudice delle leggi. Per chi non vuole capire i sofismi, vuol dire che senza l’argine della Corte Costituzionale si potrebbe ex lege aumentare con effetto retroattivo l’I.R.P.E.F. al 70% e pretendere da tutti gli arretrati senza poter invocare l’illegittimità costituzionale della norma. Per me senz’altro un’altra ottima ragione per votare no. Con grande stima, buon lavoro.