Ecco, oggi è partita davvero la campagna di Renzi per il 4 dicembre: ed è partita con la promessa di realizzare la madre di tutte le Grandi Opere, il mitico Ponte sullo Stretto.
La promessa è stata fatta ad una platea di imprenditori del cemento, ma il messaggio («100.000» posti di lavoro) parla alla pancia del Paese, e dà subito il tono della campagna: promesse iperboliche, minacce altrettanto iperboliche. Ecco perché le riforme costituzionali non dovrebbero mai farle i governi: il futuro della Repubblica viene barattato con gli interessi del momento.
E poi, se proprio si doveva promettere qualcosa, era proprio necessario estrarre dal cilindro di Renzi un residuato bellico dell’epoca Berlusconi-Lupi? Il lutto per le vittime di Amatrice e Accumoli è già stato archiviato: invece di varare l’unica grande opera utile, cioè la messa in sicurezza del territorio, ecco che torna l’opera simbolo dell’insostenibilità ambientale. Alla faccia della rottamazione.
la Repubblica.it, 27 settembre 2016
Equazione Bugie per il Ponte: R=Bx5,9
Pensavamo che Berlusconi dicesse delle balle grosse quando prometteva 17.000 posti di lavoro con la costruzione del ponte? Renzi ne ha promessi ben 100.000. Rottamato B, c’é il nuovo (bugiardo) che avanza.
versione raffinata di :festa farina e forca……per un popolo che spera nel rinnovamento senza cognizioni,difendiamo il NO
Il nuovo che avanza: un ponte tra Messina e Denaro
http://www.lintellettualeribelle.it/il-nuovo-che-avanza-ponte-tra-messina-e-denaro/