Voce del verbo violare

26 Ago 2016

Marco Travaglio

Si era temuto, nelle settimane scorse, per le sorti di Luciano Violante, colto da malore durante le ferie in Val d’ Aosta. Per fortuna è riapparso in forma smagliante al Meeting di Rimini, lungamente applaudito da Renzi (via Twitter: “Discorso magistrale”) e dalla folla festivaliera. Siccome però il popolo ciellino è di bocca buona e di stomaco robusto, avendo applaudito negli anni Andreotti, Cossiga, B., giù giù fino a Pera e financo a Formigoni, a Riotta e ad altri minori del Novecento, abbiamo voluto sincerarci personalmente sul pieno recupero delle sue facoltà mentali. E possiamo affermare senza tema di smentita che Violante è tornato esattamente quello di prima: infatti spara le stesse identiche cazzate. Basta leggere la sua articolessa sull’ Huffington Post e sull’ Unità, “Le ragioni del Sì”.

1. “L’ assetto del 1948 era stato criticato da autorevoli costituenti, come Calamandrei e Dossetti… La riforma risponde all’ allarme di molti costituenti, da Calamandrei a Mortati, portando in Costituzione quelle regole della stabilità e della funzionalità che erano state tenute fuori”. Calamandrei, Dossetti e Mortati votarono la Costituzione che avevano contribuito a scrivere e dunque si presume condividessero, mentre – essendo nel frattempo deceduti – nessuno può sapere come voterebbero su quella scritta da Boschi, Verdini & C.

2. “L’ instabilità, 12 governi negli ultimi 20 anni, verrà finalmente superata”. Nemmeno per sogno. I 12 governi in 20 anni sono dovuti al fatto che spesso veniva meno parte della maggioranza alla Camera o al Senato: la qual cosa continuerebbe ad accadere anche con la nuova Carta, che non prevede alcun vincolo di mandato per i parlamentari.

3. “Dal 2006 al 2016 abbiamo continuato con l’ instabilità: 6 governi in 10 anni, contro i 3 della Germania”. L’ instabilità non si misura dal numero dei governi: nessun paese al mondo fu più stabile dell’ Italia della I Repubblica, retta sempre dagli stessi partiti (Dc più alleati laici), pur conoscendo ben 50 governi. E il nuovo Senato senza la fiducia, con la stabilità, non c’ entra nulla: solo 2 governi in 70 anni (quelli di Prodi) sono caduti in Senato e tutti gli altri (compreso quello di Letta, rovesciato da Renzi) fuori dal Parlamento, per manovre di Palazzo che continueranno tali e quali. Se la Germania ha avuto dal 2006 solo tre governi, tutti a guida Merkel, non è perché la Costituzione tedesca sia meglio della nostra, ma perché la Merkel è meglio dei nostri premier, nessuno dei quali è mai stato riconfermato dagli elettori.

4 .“Il sistema costituzionale italiano è improntato al principio di non decisione”. E come fu che, in questi 70 anni, vennero assunte migliaia di decisioni, tra cui 43 riforme costituzionali? Mistero.

5. “Cesserà il dominio del Governo sul Parlamento”. Proprio per niente: il governo – saldamente in pugno al premier, cioè al boss del partito più votato alla Camera grazie al premio – monstre dell’ Italicum – sarà ancora più onnipotente e soverchiante su un Parlamento sempre più debole e gregario.

6. “Le grandi infrastrutture strategiche saranno finalmente decise a livello centrale”. Ma lo sono (purtroppo) anche adesso: vedi Tav Torino-Lione, Terzo Valico, trivelle e persino il Ponte sullo Stretto appena rilanciato non dai governatori di Sicilia e Calabria, ma dal premier.

7. “Una delle grandi difficoltà delle democrazie occidentali è l’ estraneità dei cittadini alla politica… La riforma riconosce il diritto dei cittadini al referendum propositivo e a vedere prese in esame entro un determinato termine le proposte di legge di iniziativa popolare… insieme a una nuova legge elettorale che non sacrifichi la rappresentanza dei cittadini”. Referendum propositivi e obbligo d’ esame delle leggi popolari sono demandati a due leggi ad hoc che nessuno sa se, quando e come verranno approvate. Le leggi popolari saranno molto più improbabili, visto che le firme necessarie triplicano da 50 a 150 mila. La legge elettorale prevede, coi capilista bloccati, ben 2/3 di deputati nominati dai capipartito, mentre i senatori non sono più eletti. Altro che rappresentanza dei cittadini.

8. “I componenti del Senato sono 95 elettivi e 5 nominati dal Presidente della Repubblica”. Elettivi un par di palle, come lo stesso Violante più avanti è costretto allegramente ad ammettere (“Il Senato non è scelto direttamente dai cittadini”). I 95 senatori “elettivi” sono nominati dai partiti tramite i consigli regionali, tra gli stessi consiglieri e i sindaci. E con maggioranze del tutto imprevedibili, visto che ogni regione e ogni comune vota in date diverse. Nel nuovo Senato non ci saranno quasi mai la stessa maggioranza e gli stessi componenti. Bella stabilità.

9. “Due distinti procedimenti legislativi: uno bicamerale, come oggi, che riguarda solo poche leggi di particolare importanza (ad esempio le leggi costituzionali) e uno monocamerale per tutte le altre leggi”. Balle: i procedimenti legislativi passano da 2 a chi dice 7, chi 10, chi 12 a seconda della materia trattata. E tutte le leggi varate dalla Camera dovranno o potranno essere emendate dal Senato, con l’ obbligo di tornare alla Camera.

10. “Ci sarà maggiore rapidità e soprattutto più chiarezza”. No, ci sarà più lentezza e meno chiarezza: l’ articolo 70 che regola il meccanismo passa da 9 a 438 parole scritte in ostrogoto; ed è già previsto che i casi di dissenso fra le due Camere sull’ iter da seguire siano risolti a maggioranza dai presidenti di Camera e Senato. Che però sono due… Però tranquilli. La Costituzione la stiamo perdendo, ma in compenso abbiamo ritrovato Luciano Violante, noto participio presente.

Il Fatto Quotidiano, 21 agosto 2016

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