Si era temuto, nelle settimane scorse, per le sorti di Luciano Violante, colto da malore durante le ferie in Val d’ Aosta. Per fortuna è riapparso in forma smagliante al Meeting di Rimini, lungamente applaudito da Renzi (via Twitter: “Discorso magistrale”) e dalla folla festivaliera. Siccome però il popolo ciellino è di bocca buona e di stomaco robusto, avendo applaudito negli anni Andreotti, Cossiga, B., giù giù fino a Pera e financo a Formigoni, a Riotta e ad altri minori del Novecento, abbiamo voluto sincerarci personalmente sul pieno recupero delle sue facoltà mentali. E possiamo affermare senza tema di smentita che Violante è tornato esattamente quello di prima: infatti spara le stesse identiche cazzate. Basta leggere la sua articolessa sull’ Huffington Post e sull’ Unità, “Le ragioni del Sì”.
1. “L’ assetto del 1948 era stato criticato da autorevoli costituenti, come Calamandrei e Dossetti… La riforma risponde all’ allarme di molti costituenti, da Calamandrei a Mortati, portando in Costituzione quelle regole della stabilità e della funzionalità che erano state tenute fuori”. Calamandrei, Dossetti e Mortati votarono la Costituzione che avevano contribuito a scrivere e dunque si presume condividessero, mentre – essendo nel frattempo deceduti – nessuno può sapere come voterebbero su quella scritta da Boschi, Verdini & C.
2. “L’ instabilità, 12 governi negli ultimi 20 anni, verrà finalmente superata”. Nemmeno per sogno. I 12 governi in 20 anni sono dovuti al fatto che spesso veniva meno parte della maggioranza alla Camera o al Senato: la qual cosa continuerebbe ad accadere anche con la nuova Carta, che non prevede alcun vincolo di mandato per i parlamentari.
3. “Dal 2006 al 2016 abbiamo continuato con l’ instabilità: 6 governi in 10 anni, contro i 3 della Germania”. L’ instabilità non si misura dal numero dei governi: nessun paese al mondo fu più stabile dell’ Italia della I Repubblica, retta sempre dagli stessi partiti (Dc più alleati laici), pur conoscendo ben 50 governi. E il nuovo Senato senza la fiducia, con la stabilità, non c’ entra nulla: solo 2 governi in 70 anni (quelli di Prodi) sono caduti in Senato e tutti gli altri (compreso quello di Letta, rovesciato da Renzi) fuori dal Parlamento, per manovre di Palazzo che continueranno tali e quali. Se la Germania ha avuto dal 2006 solo tre governi, tutti a guida Merkel, non è perché la Costituzione tedesca sia meglio della nostra, ma perché la Merkel è meglio dei nostri premier, nessuno dei quali è mai stato riconfermato dagli elettori.
4 .“Il sistema costituzionale italiano è improntato al principio di non decisione”. E come fu che, in questi 70 anni, vennero assunte migliaia di decisioni, tra cui 43 riforme costituzionali? Mistero.
5. “Cesserà il dominio del Governo sul Parlamento”. Proprio per niente: il governo – saldamente in pugno al premier, cioè al boss del partito più votato alla Camera grazie al premio – monstre dell’ Italicum – sarà ancora più onnipotente e soverchiante su un Parlamento sempre più debole e gregario.
6. “Le grandi infrastrutture strategiche saranno finalmente decise a livello centrale”. Ma lo sono (purtroppo) anche adesso: vedi Tav Torino-Lione, Terzo Valico, trivelle e persino il Ponte sullo Stretto appena rilanciato non dai governatori di Sicilia e Calabria, ma dal premier.
7. “Una delle grandi difficoltà delle democrazie occidentali è l’ estraneità dei cittadini alla politica… La riforma riconosce il diritto dei cittadini al referendum propositivo e a vedere prese in esame entro un determinato termine le proposte di legge di iniziativa popolare… insieme a una nuova legge elettorale che non sacrifichi la rappresentanza dei cittadini”. Referendum propositivi e obbligo d’ esame delle leggi popolari sono demandati a due leggi ad hoc che nessuno sa se, quando e come verranno approvate. Le leggi popolari saranno molto più improbabili, visto che le firme necessarie triplicano da 50 a 150 mila. La legge elettorale prevede, coi capilista bloccati, ben 2/3 di deputati nominati dai capipartito, mentre i senatori non sono più eletti. Altro che rappresentanza dei cittadini.
8. “I componenti del Senato sono 95 elettivi e 5 nominati dal Presidente della Repubblica”. Elettivi un par di palle, come lo stesso Violante più avanti è costretto allegramente ad ammettere (“Il Senato non è scelto direttamente dai cittadini”). I 95 senatori “elettivi” sono nominati dai partiti tramite i consigli regionali, tra gli stessi consiglieri e i sindaci. E con maggioranze del tutto imprevedibili, visto che ogni regione e ogni comune vota in date diverse. Nel nuovo Senato non ci saranno quasi mai la stessa maggioranza e gli stessi componenti. Bella stabilità.
9. “Due distinti procedimenti legislativi: uno bicamerale, come oggi, che riguarda solo poche leggi di particolare importanza (ad esempio le leggi costituzionali) e uno monocamerale per tutte le altre leggi”. Balle: i procedimenti legislativi passano da 2 a chi dice 7, chi 10, chi 12 a seconda della materia trattata. E tutte le leggi varate dalla Camera dovranno o potranno essere emendate dal Senato, con l’ obbligo di tornare alla Camera.
10. “Ci sarà maggiore rapidità e soprattutto più chiarezza”. No, ci sarà più lentezza e meno chiarezza: l’ articolo 70 che regola il meccanismo passa da 9 a 438 parole scritte in ostrogoto; ed è già previsto che i casi di dissenso fra le due Camere sull’ iter da seguire siano risolti a maggioranza dai presidenti di Camera e Senato. Che però sono due… Però tranquilli. La Costituzione la stiamo perdendo, ma in compenso abbiamo ritrovato Luciano Violante, noto participio presente.
Il Fatto Quotidiano, 21 agosto 2016