LIBERTA’ E GIUSTIZIA E I 70 ANNI DELLA CARTA

01 Giu 2016

Settant’anni tondi da quel fatidico 2 giugno 1946, in cui l’Italia votò per diventare una Repubblica, non sono un anniversario qualunque. E come se non bastasse, a dare ancora più importanza alla annuale festa di Libertà e Giustizia, che si svolge quest’anno a Firenze, ci si è messo il dibattito sul referendum istituzionale.

Una congiuntura che non poteva non essere còlta come meritava dall’associazione nata nel 2002 come anello mancante fra politica e società civile», e il cui impegno in difesa della Costituzione si è sempre connesso  alla più stretta attualità politica. Quella organizzata per giovedì prossimo si preannuncia perciò «una festa di alto valore simbolico», come spiega Sandra Bonsanti, fondatrice e membro del consiglio di presidenza di LeG, evidente nelle stesse modalità dell’iniziativa, divisa in due momenti.

Il primo in piazza San Firenze, nel cuore del centro storico, dove, dalle 12,30, partirà una lettura itinerante di brani dai primi articoli della Costituzione, proseguendo durante il corteo che da lì muoverà verso via della Condotta, altro luogo simbolo della resistenza antifascista, sede clandestina, al civico 8, del Cln Toscano da cui all’alba dell’11 agosto ’44 partì l’ordine dell’insurrezione popolare. Da via Condotta, il corteo proseguirà fino a via Porta Rossa e via Tornabuoni per approdare in piazza Strozzi e al cinema Odeon.

Dove, dalle 14, si terrà la manifestazione vera e propria, condotta da Norma Rangeri e dalla stessa Bonsanti, con interventi del presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia, del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, dello storico Paul Ginzborg, della presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci, dello storico dell’arte Tomaso Montanari, del presidente onorario di Libera Nando dalla Chiesa, del segretario generale della Fiom Maurizio Landini, del giornalista Marco Travaglio, e poi di Laura Barile, Lorenza Carlassare, Paolo Caretti, Alberto Vannucci, Salvatore Settis, e di Alessio Grancagnolo, il 22enne protagonista di un tu per tu col ministro Boschi durante un dibattito all’Università di Catania, il cui video è diventato virale sui social.

Autorevolissimo parterre chiamato, spiega Bonsanti, a sottolineare «il significato speciale, non atteso e per questo ancora più importante, della manifestazione di quest’anno», dovuto appunto all’incombere del referendum sulle riforme della Costituzione, fortissimamente volute dal governo Renzi, e su cui i cittadini saranno chiamati ad esprimersi in autunno. In un clima, però, «di tensione politica opprimente, in cui, nonostante l’indiscussa autorevolezza di tante di esse, le voci contrarie vengono attaccate some sabotatrici» dello stesso esecutivo, che all’esito del referendum «ha in modo del tutto improprio legato la propria sorte, costringendo a muoversi sotto ricatto permanente».

«Il clima peggiore per affrontare argomenti decisivi per la sorte del paese», osserva Bonsanti, e l’appello a superare il quale può e deve partire proprio da Firenze, «città del confronto civile e del rispetto fra pareri diversi». Il dibattito all’Odeon sarà perciò «non tanto un no frontale alle riforme o al referendum, quanto un immenso ‘grazie’ ai padri costituenti e alla Costituzione della Repubblica, ai quali si deve la nascita dell’Italia democratica in cui, nonostante problemi e ombre, è garantita la libertà di denunciare tutto questo».

La Repubblica Firenze, 31 maggio 2016

 

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