“Ma per favore! Un po’ di serietà. La deriva autoritaria è quella che ha portato il fascismo. Qui non cambiamo nemmeno i poteri del governo. Si può essere d’accordo o meno con la riforma costituzionale, ma proprio il rispetto per la guerra di Liberazione dovrebbe imporci di confrontarci nel merito”.
Non scherziamo, dice il capo del governo al quotidiano “la Repubblica” il 25 aprile. Non vogliamo mica paragonare la mia riforma con i provvedimenti che portarono al fascismo…Rispettiamo -dice sempre Renzi- la guerra partigiana e non facciamo confronti.
Sono in molti, compresi i costituzionalisti dell’appello moderato, a prendere in apparenza le distanze da preoccupazioni politiche sulle conseguenze che lo stravolgimento della Costituzione e la nuova legge elettorale potrebbero avere sulla democrazia italiana. Preoccupazioni che, invece, altri -da tempo- insistono a sottolineare.
E’, dunque, un’esagerazione o un tentativo di sviare l’attenzione, la denuncia del rischio autoritario? Questo timore è frutto soltanto di una maldestra propaganda dei sostenitori del No?
Io credo che si tratti semplicemente di quanto si voglia sottolineare la grande incertezza del tempo presente e di quanto, in anni così imprevedibili e violenti, sia giusto mettere lo Stato, le Istituzioni, alla mercé di una riforma che -su questo punto l’accordo degli specialisti è generale- nel migliore dei casi produce un “appannamento di alcuni criteri portanti dell’impianto e dello spirito della Costituzione”, mette la nomina del presidente della Repubblica e di una parte del Csm “nella sfera di influenza dominante del Governo attraverso il controllo della propria maggioranza, specie se il sistema di elezione della Camera fosse improntato (come è, secondo la legge da poco approvata) a un forte effetto maggioritario”.
Chi è, allora, che scherza col fuoco?
Un po’ di serietà la chiediamo noi al governo, il 25 aprile e tutti i giorni dell’anno. Moderati e meno moderati, noi del NO, non ci sogneremmo mai di paragonarci ai partigiani o di dire che oggi c’è il fascismo. Quando ero bambina i partigiani fiorentini mi salvarono dagli ultimi tedeschi in città, nei giorni della Liberazione, e salvarono mia madre, ebrea, da Auschwitz. Ma tanti storici e politici illuminati ci hanno insegnato che la distruzione di una comunità politica e la fine della democrazia sono sempre possibili e non basta che le condizioni storiche siano differenti. Gli avversari della democrazia, scriveva Luciano Gallino, stanno anche dentro di noi…
“COSTRUIRE LA RIVOLUZIONE
Attualità, Primo Piano | 16 giugno 2011 | 47 commenti| di Sandra Bonsanti
“…Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.” (S. Bonsanti)
“I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni efficaci.” (Mahatma Gandhi)
L’unica a scherzare col fuoco è la signora, a braccetto con Gelli.
Non ci tengo ad essere considerato “moderato”. Penso sia il caso di ri-cominciare. Intanto mi fa piacere l’autorevolezza degli intellettuali per il NO, ma non basta. Andiamo oltre la raccolta firme ed andiamo a raccogliere consensi nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, all’università. E’ da lì che si ricomicia. C”è lavoro per oggi e per un’intera generazione
Siamo tutti d’accordo, la Costituzione unisce. Chi è contro la Costituzione, divide. Solo che chi è contro la Costituzione possiede il potere legislativo ed esecutivo e ha in mano il potere del denaro e dell’economia finanziaria e, per di più, siede nel Consiglio d’Europa e gioca alla geopolitica sulla pelle dell’umanità nel luogo dove, quel Parlamento non conta nulla, mentre gode del consociativismo dell’Euro-Tower e ha tutta l’informazione che conta al suo servizio. Così, tutti ad abbaiare alla Luna, ma la situazione è così grave che tempo non ce n’è. E non c’è verso di far capire che l’obiettivo è nella democrazia e nell’esercizio della sovranità popolare, la cui più alta espressione è il voto che non delega poteri, ma l’esercizio di un “programma” che al primo posto pone la trasparenza e le forme di controllo delegate ai cittadini che lo hanno proposto. Ed ecco definiti, oggetto e obiettivo, entrambi possibili prima della fine della democrazia: la difesa e l’attuazione della Costituzione come contenuto etico e morale per la dignità di un popolo; il voto liberamente espresso dai cittadini che non appartengono ai partiti tradizionali dinastici, di eleggere donne e uomini degni e capaci di rappresentare gli interessi legittimi e collettivi per la dignità e il benessere dei cittadini e delle famiglie italiane. Basta accogliere le diversità nell’unità per farne un valore comune capace di aggiungere capacità al sistema. Ma tutti siamo intellettuali e portatori di verità assolute, le nostre, e tutti siamo gregge, costretti in un recinto per azzannare il prossimo osso di iniquità e di ingiustizia e…abbaire alla Luna il nostro dissenso e la nostra indignazione, semmai nel calore del consenso di una famiglia sociale, senza rendersi conto della indisponibilità all’accoglienza. Eppure, come ogni “sistema” basta mettersi d’accorso sulla metodologia e sul costo per sostenerla, ma anche qui poca sensibilità, come se parlare di soldi fosse il preludio agli interessi privati. Ma anche qui, si tratta di metodologia e capacità cognitive adeguate, e non mancano di certo.
Di tutto questo, di Costituzione e di Referendum, si parlerà in una tavola rotonda domani, sabato, 30 aprile a Roma, all’Istituo S.Orsola, in via Livorno 50. L’obiettivo? Ragionare sulla metodologia in grado di portare al dialogo le differenze su ciò che unisce per un’azione collettiva per il bene comune e la dignità. Stati Generali di Sovranità Popolare è il contenitore tecnico organizzativo, una sorta di ufficio studi, organizzazione e marketing delle organizzazioni e dei cittadini che vi partecipano e che mantengono intatta la propria identità sulla convenzione della conciliazione sulla comunione d’intenti sull’oggetto e sull’obiettivo comune: la difesa e l’attuazione della Costituzione come bene supremo dei cittadini italiani da consegnare come “programma politico” alle donne e agli uomini degni, competenti e capaci di formare il prossimo “Parlamento Italiano”…