NADIA URBINATI NEO PRESIDENTE DI LIBERTA’ E GIUSTIZIA: LETTERA AI SOCI

NADIA URBINATI NEO PRESIDENTE DI LIBERTA’ E GIUSTIZIA: LETTERA AI SOCI

E’ per me un onore essere stata eletta presidente di Libertà e Giustizia, un’associazione libera e di opinione civica che rispecchia gli ideali della cittadinanza democratica. Scriveva un lettore a commento dell’Appello al voto per il referendum del 17 aprile -pubblicato ieri sul sito di LeG- che “inseguire la casta ed il renzismo nelle trincee referendarie difensive e negative, ci espone doppiamente perchè la sconfitta sarebbe anche la consacrazione popolare referendaria della norma oggetto e del suo sostenitore”. LeG non sarà in trincea e non cadrà nel tranello del plebiscito. Combatterà in campo aperto sui temi del referendum e non per decidere ‘pro’/’contro’ un leader, la sua maggioranza, il suo partito.  Ci interessa l’oggetto, non chi lo sostiene.

La lotta politica si combatte con gli strumenti che la Costituzione ci consente: il referendum abrogrativo nel caso della legge elettorale (l’Italicum) e il referendum costituzionale come previsto dall’articolo 138 della Carta per dire No alla proposta di revisione appena approvata in Parlamento. Raccogliere le firme e poi eventualmente votare nel primo caso; votare senza meno (a ottobre) nel secondo caso.

Il referendum è uno strumento importante, la parola ultima della sovranità; un atto che nel caso della legge di revisione costituzionale è dovuto, e nel caso della legge elettorale è, invece, una scelta libera e autorevole di cittadini che vogliono revocare la decisione presa dai loro rappresentanti parlamentari.

La difficoltà delle due imprese referendarie sta solo in questo: i mezzi impari per informare e convincere gli elettori. Da un lato il governo, la sua maggioranza e i mezzi di informazione, quasi tutti benevoli e sodali; dall’altro i cittadini ordinari - i droni e le carabine. Questa enorme disparità mette in luce una violazione nei fatti del principio dell’eguale opportunità di aver voce: che par condicio ci può essere tra chi sta nelle istituzioni e chi sta fuori?  Il principio formale dell’eguale potere di voce si scontra con l’ineguale forza dei mezzi. Questa è la grande difficoltà, il segno di una democrazia strabica che consente un evidente vantaggio a coloro che stanno nelle istituzioni; il segno del distacco tra Stato e Popolo.

La sola difficoltà che avremo riside nei mezzi, non nelle idee. Si renderà allora necessario mettere in moto la cittadinanza attiva e diretta: con il rapporto faccia-a-faccia,  con il discorso sui social e l’uso esteso del web, con la realizzazione delle e la partecipazione alle iniziative pubbliche. Battaglia politica condotta con le armi politiche del discorso e con mezzi antichi e nuovissimi – per mostrare i problemi insiti nelle norme che chiediamo siano oggetto di referendum e poi per convincere i nostri concittadini e le nostre concittadine che si può riformare meglio di così; che è nel nostro interesse che si riformi diversamente e meglio.

Chi ci avversa ha tutto l’interesse a dipingerci come conservatori – dicono che noi vogliamo tenere ingessata la politica e mai cambiare; mentre loro sono gli innovatori. Nulla di più falso, nulla di più volutamente manipolatore della realtà per scopi propagandistici. La Carta si può riformare e lo prevede. E la cittadinanza democratica è tale anche perché ha il grande potere, il potere fondamentale, di scrivere le costituzioni, di rivederle e, se necessario, di riscriverle. Ma la nostra Costituzione può essere riformata meglio di quanto ci viene proposto dal Parlamento e, soprattutto, secondo criteri coerenti all’identità istituzionale disegnata dall’Assemblea costitutente.

L’attuale revisione proposta non rispetta la fisionomia della Repubblica parlamentare, bensì la sfigura spostandone il baricentro nell’esecutivo e mettendo la rappresentanza politica (il Parlamento e quindi noi cittadini) in una condizione subalterna alla maggioranza, al governo e al suo capo (quale che esso sia).  A questo porterebbero le due riforme combinate: quella elettorale e quella della Costituzione.

Si può riformare la Costituzione con rigore e con uno stile costituzionale, ovvero con norme che non abbiano bisogno di tecnici dell’interpretazione per essere codificate e comprese, come succede con alcune di quelle contenute nel testo approvato in Parlamento. La Costituzione è la legge fondamentale, quella che tutti leggendo dovrebbero poter capire: è un principio fondamentale del costituzionalismo democratico, nato nel Settecento.

A tale spirito di chiarezza riformatrice questa revisione costituzionale gira le spalle. E’ un cambiamento in senso regressivo quello che ci viene proposto, che oscura il senso invece di renderlo chiaro e limpido, che richiede l’intervento di esperti della lingua per essere compreso in tutte le sue parti, tanto è ingarbugliato e contorto.

Si può e si deve fare meglio. Per questa ragione la presente, brutta, proposta di revisione costituzionale deve essere fermata.

 

8 commenti

  • Illustre Presidente Urbinati,

    nel felicitarmi per la sua nomina e nell’augurarle un impegno ricco di risultati, non posso trattenermi dal puntualizzare che quel lettore da Lei richiamato, non si limitava a scrivere quello che potrebbe sembrare una rassegnata constatazione, ma offriva, more solito, anche un’ipotesi alternativa, a proprio dire, molto più efficace ed entusiasmante.

    cit. “LeG non sarà in trincea e non cadrà nel tranello del plebiscito.”
    Purtroppo “vuolsi così colà dove si puote…” e LeG non potrà opporsi.

    cit. “La lotta politica si combatte con gli strumenti che la Costituzione ci consente…”
    La C. mette a disposizione dei Cittadini anche la Democrazia Diretta Propositiva dell’art. 71 e quella richiedente dell’art. 50, la Petizione alle Camere: articoli che il “potere costituito”, con l’abituale sprezzante arroganza, ha voluto rigorosamente ignorare e l’uso che la Cittadinanza ha tentato nel tempo, ha solo ingolfato i cassetti delle commissioni parlamentari. E non era certo questo “lo spirito originale ed autentico” dei Costituenti che li vollero nella Carta.

    cit. “Il referendum è uno strumento importante, la parola ultima della sovranità;…”
    Certo! l’ultima parola della Sovranità, sia nel caso che il ref. non passi con la cosacrazione della norma oggetto, sia che passi quando lascia comunque la facoltà a “coloro che stanno nelle istituzioni”, di aggirare la norma abrogata con un’altra poco dissimile, come è avvenuto in passato e come sta avvenendo per l’acqua pubblica.

    “La difficoltà delle due imprese referendarie sta SOLO in questo: i mezzi impari per informare e convincere gli elettori….”
    Purtroppo è un dato di fatto dal quale non si può prescindere, ma da tenere in conto con tutta l’importanza che ha. Ed ogni altro mezzo, modernissimo o antico, è ugualmente nella disponibilità nostra come di chi dispone dei “mezzi impari per informare e convincere gli elettori….”

    cit. “Chi ci avversa ha tutto l’interesse a dipingerci come conservatori –…”
    E lo farà con la sua lucida/cinica abilità propagandistica con tutto il suo potenziale di fuoco massmediatico, molto efficace verso una Cittadinanza indifesa e vulnerabile, pur nella sua avversione a questa brutta politica: perchè ha pur bisogno di riforme e di credere nel domani.

    cit. “Ma la nostra C. può essere riformata meglio di quanto ci viene proposto…”
    cit. “Si può riformare la C. con rigore e uno stile costituzionale,…”
    cit. “Si può e si deve fare meglio. Per questa ragione la presente brutta proposta di revisione costituzionale deve essere fermata.”
    Tutto condivisibile: ma chi potrà farlo se non quella elite culturale che è stata emarginata dalle istituzioni e dalla politica, che è stata ignorata e sbeffeggiata quando ha voluto offrire competenza e saggi suggerimenti? Come potrà farlo dal limbo dei rottamati?

    Potrà farlo solo la Sovranità Popolare REALIZZATA brandendo la C. agli artt. 50 e 71. E se…

  • Strafelice per la nomina di Nadia Urbinati a nostro Presidente soprattutto per il suo convinto europeismo.
    Buon lavoro a Lei e a tutti noi

  • Un Salutone per la Nuova Presidentessa da Monaco di Baviera. Sony molto content per la scelta di Nadia Urbinati perche la stimo sempre per i sui interventi in modo chiaro, intelligentissima e in ‘eridità Bobbiana. Anche noi tedeschi abbiamo bisogno di una donna come la Urbinati perche con tutto il mio rispetto ‘la Angela’ manca molto della saggezza di Nadia…Viva un Europa migliore con quale ha battuto sempre la Professoressa Urbinati!
    Carl Wilhelm Macke
    ( Segretario Generale del ONG “Giornalist aiutano Giornalist’,www.journalistenhelfen.org )

  • Mi sento frustrato e arrabbiato che non si riesca a buttar giù questo capetto col suo governo di merende. Mobilitiamoci tutti come ai tempi del governo Berlusconi e facciamo capire che un uomo solo al comando non si sopporta, si mette a rischio la poca democrazia conquistata con decenni di lotte. Il popolo in questa fase mi sembra ipnotizzato da questo signore che vende ciarle da mattina a sera. Tanti mezzi di comunicazione lo riveriscono, anche loro ipnotizzati. Questo signore con la sua cerchia di amici di provincia in parte hanno fatto e tentano di fare tante leggi che non è riuscito a fare Berlusconi (art. 18 , legge sui Magistrati ecc.). A volte mi rode a pensare come hanno potuto i grandi dirigenti di un partito serio e progressista come il P.D. italiano abbia potuto affidare la guida ad uno come Renzi di estrazione Ciellina e D.C. di destra. Povero P.D.!
    La riforma sulla Costituzione e la legge elettorale (peggio del Porcellum), scritta da Renzi e Boschi, due soggetti a cui mancano competenza e cultura costituzionale, non si possono accettare. Mobilitiamoci tutti per abolirle o modificarle con un NO forte e convinto. Come iscritto e simpatizzante di GeL mi rendo disponibile per dare una mano ad attività che consentano di sensibilizzare l’opinione pubblica per bloccare questo scempio.
    Remigio Tallarico

  • Sono molto addolorato perché mi rendo conto che L&G ha ormai preso una piega sbagliata, senza possibilità di ritorno. Ormai non è più sintonizzata con nessun cittadino ed io da almeno quattro anni non ne faccio più parte. Lo spirito iniziale che comprendeva la lotta a un Berlusconi che minava la stabilità del nostro paese è ormai diventato il motivo conduttore anche con Renzi, nonostante questo giovane stia dimostrando che non è necessario avere settant’anni per parlare di Repubblica o Costituzione. Se ritornassi a frequentare le riunioni di L&G sono sicuro che mi ritroverei con “giovanotti” di almeno sessantacinque anni (come me) se non addirittura più anziani. Ma perché non ci rendiamo conto che se il nostro Paese è oggi in queste condizioni è solo merito nostro, delle nostre generazioni? Abbiamo fallito su tutti i fronti ma non riusciamo a convincerci che i giovani oggi sono all’altezza della situazione, sanno cosa vogliono per il loro futuro e sono disposti a metterci la faccia per far cambiare verso a questa Italia logora, vecchia, brontolona, lenta e incapace di rialzarsi con un bel colpo d’orgoglio da lasciare stupito il mondo intero. Oggi c’è qualcuno (Renzi) che sta suonando la carica, rivitalizzando i cuori della società civile ma non riesce a proseguire a realizzare il suo progetto perché quella solita sinistra becera non si rassegna ai cambiamenti del mondo e fa di tutto e il contrario di tutto pur di guastargli la frittata. E su questo anche L&G è arroccata dietro falsi pericoli di dittature (democratiche), ha paura del nuovo e anziché essere co-protagonista del cambiamento si nasconde dietro un ormai palese falso ideologico. Mi dispiace che L&G sia diventata così palesemente conservatrice di idee ormai superate, la sua ventata di aria nuova è diventata invivibile come una tempesta siberiana. Ecco perché non sarà più la mia Associazione.

  • Cara Presidente,
    la sostengo pienamente. Anch’io sono una convinta europeista e fedele alla Nostra Costituzione. Grazie per il Suo impegno.
    Coraggio!
    Cristina Salanitri

  • Lieto per la sua elezione, le auguro Buon Lavoro. Vorrei che si potessero fare, effettivamente i REFERENDUM PROPOSITIVI, come in SVIZZERA, possibilmente senza quorum.

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