Governo e conflitti d’interesse/A.A.A. ministre cercansi, ora sono quasi due i posti ‘vacanti’ nell’esecutivo

01 Apr 2016

 E’ una signora con aria determinata e caschetto biondo l’ex ministra delle Attività produttive, Federica Guidi. Non se ne sentiva parlare più di tanto e forse lo scandalo delle sue conversazioni telefoniche con il fidanzato, l’ingegner Gianluca Gemelli, sarà il fatto più rilevante per cui la ricorderemo. La ministra si è dimessa in giornata. E poi c’è chi dice che le intercettazioni non servono a nulla. E che il conflitto d’interessi è un nonnulla.

La causa di tutto è un emendamento alla Legge di Stabilità -approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014-  con cui si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio dell’impianto Total di Tempa Rossa nella Val d’Agri (fortemente avversato dalle associazioni ambientaliste), che avrebbe avvantaggiato le aziende del compagno grazie a un guadagno stimato di circa due milioni e mezzo per via dei subappalti. Gemelli è attualmente indagato dalla procura di Potenza per traffico di influenze illecite.

La vicenda emerge da un inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel centro Eni, che ha un filone parallelo sull’impianto nella Val d’Agri che finora vede sei arresti. Nelle telefonate intercettate c’è quella dell’ex ministra a Gemelli. Quindi quella di Gemelli al rappresentante della Total. In entrambe le comunicazioni è citata la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi.

Il 13 dicembre del ’14 Guidi annuncia al compagno che l’emendamento passerà: “Dovremmo  riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Maria Elena… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e, a questo punto, se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… dall’altra parte si muove tutto!”. Gemelli, per sincerarsi di aver capito bene, le chiede se la cosa riguardasse i suoi amici. E il ministro risponde: “Eh certo, capito? Per questo te l’ho detto”.

A quel punto l’ingegnere chiama il rappresentante della Total per dargli “una buona notizia… ehm… si ricorda che tempo fa c’è stato casino… che avevano ritirato un emendamento… ragion per cui c’erano di nuovo problemi su Tempa Rossa… pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato… ragion per cui… se passa… e pare che ci sia l’accordo con Boschi e compagni… (…) se passa quest’emendamento… che pare… siano d’accordo tutti… perché la Boschi ha accettato di inserirlo… (…) è tutto sbloccato! (ride ndr)…volevo che lo sapesse in anticipo! (…) e quindi questa è una notizia…”.

Beh, certo, è una notizia, per giunta incoraggiante: Boschi sarebbe in buona compagnia. Aspettiamo che spieghi la sua posizione in questa vicenda e anche le sue di dimissioni per altri fatti a tutti ben noti. Ora che farà Renzi? Noi, intanto, il 17 aprile andiamo a votare Sì per il referendum nazionale, promosso da nove regioni, sulle trivellazioni in mare, mentre queste dalla Total sono a terra. L’approvazione di una legge seria sul conflitto di interessi quanto dovrà aspettare?

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