Svizzera – L’arma dei (criminali) stranieri per uccidere la democrazia. Manuale d’uso proposto dall’Unione Democratica di Centro (UDC) in Svizzera.

28 Feb 2016

Svizzera, 28 febbraio 2016. Nel momento in cui scrivo queste righe non si conosce ancora l’esito del voto sull’iniziativa promossa l’Unione  (non) democratica e (non) di centro (UnDnC). Lo sapremo fra poche ore. Fin da adesso però, può essere espressa una certezza: la grande perdente di questo lungo processo politico cominciato nel 2007 sarà la democrazia. Il modello di democrazia diretta tanto difeso in Svizzera e invidiato all’estero avrà mostrato, con questo ennesimo episodio elettorale, i suoi evidenti limiti.

Facciamo un passo indietro e ricostruiamo la storia dello smantellamento dello Stato di diritto che si sta svolgendo sotto i nostri occhi nella tranquilla Helvetia.

2007. La Svizzera è letteralmente invasa dalle pecore: pecore bianche che, a pedate nel sedere, scacciano dal paese le loro sorelle nere. Migliaia di cartelloni pubblicitari si impadroniscono dello spazio pubblico. Il disegno viene copiato dall’NPD, partito neo-nazista in Germania, dal Front National in Francia e dalla Lega Nord in Italia (vedi articolo). L’obiettivo dell’UDC: raccogliere sufficienti firme perché il popolo voti sulla sua iniziativa chiamata “Per l’espulsione degli stranieri che commettono reati (Iniziativa espulsione)”. Un testo controverso sul quale però non mi dilungo, per concentrarmi sul suo iter politico.

2008. L’iniziativa, che può essere equiparata ad un referendum propositivo in Italia, è dichiarata formalmente riuscita dalla cancelleria federale. I cittadini svizzeri sono chiamati alle urne sul testo dell’iniziativa nel 2010. Sarà accettato con il 52,3% dei consensi. La costituzione federale viene così modificata con l’introduzione del testo dell’iniziativa. Il Parlamento avrà 5 anni per definirne i contenuti legislativi. Terminerà i suoi lavori nel marzo 2015. Questa nuova legge, criticata dall’UDC quando ancora era discussa nelle camere parlamentari, avrebbe potuto essere attacata con un referendum. Un’arma legislativa che l’UDC decide di non usare.

Perché? Perché nel 2012 il partito ha già raccolto le firme necessarie per una nuova iniziativa chiamata “Per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati (Iniziativa per l’attuazione)”. Il testo su cui gli Svizzeri e le Svizzere voteranno questo 28 febbraio 2016.

Ricordiamo che l’iniziativa è uno strumento che gli aventi diritto di voto possono utilizzare, in Svizzera, per chiedere di sottoporre a votazione popolare una proposta di modifica della Costituzione federale. Nonostante sia previsto che il testo dell’iniziativa possa avere un carattere preciso ed elaborato, in generale le formulazioni proposte sono sintetiche e generiche. Con un testo suddiviso in cinque punti e 14 capoversi, invece, l’UDC si è di fatto, con questa iniziatiava, sostituito al Parlamento. Attraverso uno strumento inedito nella storia costituzionale svizzera, l’ “iniziativa di attuazione”, l’UDC ha chiaramente bypassato il potere legislativo, chiamato dalla vittoria referendaria della precedente “Iniziativa espulsione” a regolare la materia. Primo colpo inferto allo Stato di diritto: il popolo, sollecitato da un partito politico, elimina così facendo un caposaldo della democrazia, il Parlamento. La porta si spalanca al populismo nell’intento di paralizzare il lavoro parlamentare.

Il testo stesso dell’iniziativa è problematico da più punti di vista. E’ fuorviante: non si limita a chiedere l’ “attuazione” dell’iniziativa del 2010, ma aggiunge nuovi elementi. Vengono così proclamate due liste di reati, suddivisi per (supposta) gravità. Una lista di reati gravi che comportano l’espulsione automatica dello straniero; una lista di reati giudicati meno gravi per cui lo straniero viene espulso se ne commette due nello spazio di dieci anni. La suddivisione dei reati in queste due liste è a dir poco bizzarra, e bastano due esempi per dimostrarlo. Nella prima lista, per esempio, oltre a reati quali l’omicidio e la tratta di esseri umani, vi si trova l’ “abuso di prestazioni sociali”, nuovo reato implicitamente creato dall’articolo, di “chiunque indebitamente ottiene o tenta di ottenere per sé o per altri prestazioni dell’aiuto sociale o di un’assicurazione sociale fornendo indicazioni false o incomplete”. Nessuna traccia però dell’evasione fiscale… D’altro canto, nella seconda lista, che definisce i reati meno gravi, si trovano gli “atti sessuali con fanciulli”!

Nel caso in cui una persona straniera commetta un reato incluso nella prima lista o due reati (nell’arco di dieci anni) inclusi nella seconda, verrà applicata l’automaticità dell’espulsione. Decretando l’automaticità, il giudice non potrà più esercitare il suo potere interpretando le norme legislative e rispettando così il principio di proporzionalità. Si infrange in tal modo un altro principio fondamentale dello Stato di diritto: l’indipendenza del potere giudiziario. Come ha dichiarato l’ex giudice federale Martin Schubarth a swissinfo.ch il 29 gennaio scorso, “come faranno i giudici per destreggiarsi tra espulsione automatica e principio di proporzionalità?”(vedi articolo) . Un dilemma che potrebbe sorgere nel momento in cui, per esempio, un cittadino straniero nato in Svizzera, sposato e con figli, dovesse essere espulso da un paese che, di fatto, è il suo e dovrà raggiungerne uno in cui magari non ha mai messo piede. Questo contravverrebbe all’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che sancisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Un terzo elemento viene a minacciare lo Stato di diritto. Il comma 4 dell’articolo 5 della Costituzione svizzera, che definisce appunto lo Stato di diritto, decreta: “La Confederazione e i Cantoni rispettano il diritto internazionale”. Se l’iniziativa dovesse passare questo 28 febbraio, all’articolo 5 verrebbe aggiunto l’articolo 197 in cui si dichiara che “le disposizioni concernenti l’espulsione e le sue modalità d’esecuzione prevalgono sul diritto internazionale non cogente”.

Il terreno è così preparato per la prossima iniziativa promulgata dallo stesso partito: quella intitolata “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri (Iniziativa per l’autodeterminazione)” per cui la raccolta firme terminerà il 10 settembre prossimo.

Utilizzando e manipolando i cittadini con il facile capro espriatorio degli stranieri, l’UDC maschera il suo vero intento: lo smantellamento pezzo per pezzo dello Stato di diritto. E sembra avere munizioni infinite per raggiungere il suo scopo.

Dr. Cristina Del Biaggio

Geografa italo-svizzera – Università di Ginevra e Vivre Ensemble (asile.ch)

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