Costituiamo i Comitati locali

22 Feb 2016

Il 12 febbraio si è riunito il Consiglio Direttivo del Comitato promotore per i due referendum abrogativi della legge elettorale che ha deciso, anche in rapporto con i Comitati che promuoveranno i Referendum su scuola, lavoro e ambiente, di prevedere la partenza della raccolta di firme all’inizio di aprile per proseguire nei mesi di maggio e giugno.
Questo rende necessaria un’accelerazione per creare una rete capillare su tutto il territorio italiano com’è avvenuto nel 2011 in occasione dei referendum sull’acqua e sul nucleare, rendendo più estesa ed omogenea la presenza dei Comitati locali su tutto il territorio nazionale.
Sulla base delle esperienze maturate in questi mesi si ritiene di grande utilità predisporre le seguenti LINEE GUIDA in grado di aiutare la costituzione dei Comitati, superando i limiti che talora sono stati riscontrati nella nostra pratica ed evitare che la costituzione dei comitati locali sia frutto di iniziative isolate o escludenti ma, al contrario risulti unitaria ed inclusiva nello spirito del lavoro avviato dal Coordinamento nazionale.

LINEE GUIDA

1. La pratica oggi prevalente e, a nostro avviso, anche più opportuna ed efficace è quella di costituire a livello locale il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC).
Sarà lo stesso CDC territoriale a organizzare, costituendosi in Comitato per il No alla Riforma costituzionale e in Comitato contro l’Italicum, tutte le iniziative necessarie, offrendo alle stesse quella radice unificante tra battaglia per la difesa della Costituzione e opposizione alla nuova Legge elettorale.
Naturalmente questo criterio, per quanto efficiente, ragionevole e pratico, non può in nessun modo limitare l’autonomia dei territori i quali, di fronte ad esigenze specifiche, possono sempre decidere di costituire singoli Comitati (per il No o contro l’Italicum);

2. La costituzione dei Comitati locali non prevede, come avvenuto nella quasi totalità dei casi, alcuna esigenza di formalizzazione giuridica, la quale tra l’altro richiede tempi e modalità più complessi. Anche qui non esistono certo preclusioni per quelle realtà locali che desiderassero fare diversamente, producendo un proprio atto giuridico istitutivo, invece di far riferimento, come sarebbe più semplice, a quelli dei Comitati nazionali.

3. La costituzione del Comitato locale deve avvenire con una procedura aperta e trasparente, collettiva ed inclusiva, rivolgendosi a cittadini e invitando esplicitamente (basta una e-mail),se presenti sul territorio, le organizzazioni che hanno aderito o hanno avuto una relazione con il CDC nazionale: ANPI, ARCI, LIBERA, comitati per la difesa della Costituzione (Rete e Dossetti), forze sociali (a partire dai Sindacati) e politiche che, con noi, si dichiarano impegnate nelle battaglie referendarie.
La composizione del comitato rimane aperta a successive adesioni, senza formalità e su un piano di parità. La assemblea costitutiva deve eleggere democraticamente un Referente e, se lo ritiene, un gruppo di direzione.
I Comitati locali si possono costituire in ogni Comune, tuttavia sarebbe opportuno che quelli dei capoluoghi possano assumere, con decisione condivisa, una sorta di coordinamento del territorio provinciale al fine di raccogliere, unire e supportare, nella campagna referendaria, tutti i Comitati cittadini che si sono costituiti o stanno per costituirsi (con la dovuta attenzione rispetto alla costituzione delle “città metropolitane”);

4. Una volta costituito il Comitato locale si deve dare comunicazione al Comitato nazionale (attraverso il Format che si trova sul sito:
http://coordinamentodemocraziacostituzionale.net/
riportando sia il Referente che un verbale della Assemblea costitutiva che ne rappresenti, in particolare, le adesioni. I Comitati locali costituiti ma che ancora non abbiano inviato le loro adesioni sono pregate di farlo quanto prima;

5. Il Comitato nazionale provvederà al riconoscimento dei Comitati.
I Presidenti dei Comitati nazionali, per il No alla Riforma costituzionale e l’Italicum, attraverso una delega con procura, investiranno il Referente territoriale (o suo delegato in caso di insufficiente disponibilità dello stesso a seguire tutte le operazioni di gestione delle campagne referendarie) della titolarità ad agire in nome e per conto del Comitato nazionale nel territorio (spazi elettorali, preannuncio dei banchetti per la raccolta delle firme, ecc.) e verso le Istituzioni, oltre che alla gestione del Logo (che se utilizzato in modo improprio può essere revocato);

6. Deve sempre essere tenuto presente che, per preservare la autonomia del nostro movimento, la gestione del Logo è limitata alle sole necessità dei Comitati e che, in occasione delle iniziative locali, non devono essere utilizzate bandiere delle singole organizzazioni, eccezion fatta per quelle dell’ANPI, in ragione del suo indubbio significato unificante;

7. In alcuni casi siamo in presenza di più di un Comitato che insiste sullo stesso territorio. In questi casi è necessaria una operazione di collegamento e collaborazione che porti ad unità i diversi comitati per una evidente ragione di efficacia organizzativa ma anche per evitare distonie di iniziative che sarebbero incomprensibili per i cittadini cui vogliamo rivolgerci;

8. La configurazione del Comitato locale e la sua autonomia organizzativa e di iniziativa, la auspicata capacità di autopromuovere Siti web o la presenza sui social network, fondamentale per far respirare le nostre ragioni in osmosi con le specificità territoriali, devono essere coerenti, e non contraddire le ragioni istitutive dei Comitati nazionali e cercare di ottenere il massimo di unitarietà nel messaggio comunicativo. E’ utile che gli eventuali indirizzi web e FB vengano comunicati al coordinamento nazionale;

9. Le comunicazioni tra Comitato nazionale e territori sono necessarie per rafforzare le reciproche attività, permettere la trasparenza e la circolazione delle esperienze, creare sinergie organizzative per il miglior esito della nostra azione referendaria. A tal proposito la struttura nazionale si è articolata in gruppi di lavoro (che alleghiamo) al fine di rendere più efficace la capacità di relazione con i territori, che sono pregati di far riferimento a ciascuno di loro per le differenti esigenze;

10. Per garantire la circolazione delle esperienze è auspicabile che i Comitati locali inviino al Comitato nazionale il materiale prodotto e le loro iniziative le quali, per facilitare il lavoro collettivo, potranno essere inserite, anche attraverso apposite rubriche, nel circuito di comunicazione centrale. Il Centro nazionale coordinerà la partecipazione dei rappresentanti del Comitato laddove richiesta, predisponendo una agenda generale delle manifestazioni e delle iniziative territoriali.

Il Comitato nazionale sta, inoltre, predisponendo il materiale per la raccolta delle firme che forniremo appena possibile, contenente il testo dei moduli in pdf, le indicazioni sulla certificazione e vidimazione, indispensabili per garantire l’accettazione delle firme, la tempistica migliore per la raccolta, per lanciare, con grande puntualità e precisione, la nostra campagna referendaria.
Infine, è necessario che vi sia l’impegno di tutti a promuovere forme di autofinanziamento, in una fase nella quale, contrariamente alle esperienze dei Referendum passati, non sarà possibile avere il sostegno dei grandi collettori. Per questo l’unica risorsa diventa il largo sostegno dei cittadini, pubblicizzando e sostenendo i versamenti ai Comitati nazionali.
DATI PER I VERSAMENTI:
Comitato per il NO
Beneficiario: Comitato per il NO nel referendum sulle modifiche costituzionali
IBAN: IT50 H010 1003 2011 0000 0015 772
BIC: IBSPITNA (per chi sta all’estero)
Causale: QUOTA DI ADESIONE
Comitato contro Italicum
Beneficiario: Comitato che ha promosso i due referendum per abrogare alcune norme dell’Italicum
IBAN: IT69 J010 1003 2011 0000 0015 865
BIC: IBSPITNA (per chi sta all’estero)
Causale: QUOTA DI ADESIONE

COMITATO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE

Si è infine deciso di convocare per il 4 marzo 2016 una Assemblea nazionale dei Comitati per fare il punto sulla fase politica ed organizzativa e condividere un percorso comune per affrontare le scadenze impegnative che abbiamo di fronte.
Roma, 17 febbraio 2016

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