Intervento del Circolo LeG di Messina all’Inaugurazione dell’Anno Giudiziario

01 Feb 2016

Dal 2010, Libertà e Giustizia di Messina si rivolge attraverso moltissime iniziative ai cittadini e specialmente ai giovani, interessati alla cultura politica. Per Libertà e Giustizia fare cultura politica significa rendere esplicita e attuale, con l’analisi e con la proposta, la viva inseparabilità di questi valori.

Vorremmo segnalare alcune delle attività svolte da Libertà e Giustizia nel 2015 nel distretto di Messina, evidenziando i nostri interventi che reputiamo forniscano un supporto al nostro impegno.

Nell’anno appena concluso, un esempio al riguardo è stato il progetto “La Vita nella Costituzione. La Costituzione nella Vita”, in collaborazione con il Liceo Scientifico Seguenza, grazie a cui un gruppo di studenti ha conosciuto in modo coinvolgente la nostra Carta.

Abbiamo predisposto e iniziato a diffondere in alcune scuole della città un questionario on-line destinato a studenti di ogni grado, sulla percezione personale e ambientale della corruzione, per facilitare le nuove generazioni a prendere atto di un fenomeno di particolare pervasività.

Libertà e Giustizia di Messina non coltiva il mito della “società civile” migliore della politica. Ritiene però che la “società civile” abbia un ruolo come contro-potere della parola pubblica, se riesce a costruire la sua autonomia strutturale dalla politica. E che forse, nel tentativo di rinsaldare un assetto pubblico dopo molti anni di strisciante crisi istituzionale, in un Paese dove fare politica attrae moltissimi cittadini, il compito della “società civile” sia piuttosto quello della sorveglianza civica, democratica, propositiva ed educativa. Considerando quindi il nostro stesso ruolo rispetto alla politica attiva, è stato naturale osservare pericoli analoghi relativi a importanti ambiti e soggetti della vita sociale.

A questa riflessione si collega il dibattito su “Magistratura e Politica. Divisione dei poteri e problemi di legittimazione”, svolto presso il Dipartimento di Giurisprudenza, con la partecipazione molto vivace di tantissimi studenti. È questo un tema emblematico della complessa fase del nostro Paese, da trattare con cautela, ma non da evitare per la sua spinosità, come faremo continuando ad animare, anche a livello nazionale, una riflessione che scaturisca dal nostro rispetto per il ruolo della  magistratura e dalla preoccupazione di corto-circuiti dei quali poi si possa approfittare per riforme che incidano su ruoli costituzionali, sul principio dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. All’interesse per questa questione siamo indotti pure dal bilancio che ci sembra di poter trarre dall’infinita transizione italiana: e cioè che la giustizia e la magistratura hanno salvato in molti momenti l’onore del Paese dalla vergogna della corruzione politica e insieme alle forze dell’ordine lo hanno difeso dalla violenza della criminalità e dal terrorismo. Ma è la politica, come rappresentazione culturale della meta che una società vuole darsi, la dimensione cui spetta affrontare i problemi, secondo le distinte responsabilità.

Se nel quadro delineato si deve riconoscere al Csm d’aver fatto tutto il possibile per limitare la confusione dei ruoli tra magistratura e politica, disciplinando in termini rigorosi il ritorno alla giurisdizione di magistrati a qualsiasi titolo chiamati a ruoli politici, è però giunto il momento che il legislatore si assuma le proprie responsabilità, legiferando anche a livello costituzionale nel rispetto dei principi di autonomia e indipendenza della magistratura, salvaguardando il principio della divisione dei poteri.

Senza dogmi abbiamo discusso della nuova legge elettorale e delle riforme in corso e di come tutto questo rifletta nuovi equilibri tra società, politica ed istituzioni.

Seguiamo con attenzione e monitoriamo i risultati della riforma del processo civile.

Se necessario, potrà essere utile dare maggiore spazio al ruolo degli avvocati e riservare ai giudici il fondamentale momento dell’omologazione della conclusione condivisa dalle parti o della decisione giudiziale nel caso di perdurante contrapposizione delle diverse tesi.

Per il settore penale diciamo che -a nostro avviso- le riforme degli ultimi anni non ci appaiono risolutive e che nel nostro distretto di Corte d’Appello nessun appunto possa muoversi ai nostri giudici per le declaratorie di prescrizione.

La media della produttività è in linea con quella degli altri distretti, superiore a quella europea, se si analizzano correttamente i dati. È nell’istituto della prescrizione, così come oggi regolato, che si annidano i guasti del sistema. La prescrizione è oggi un regalo per portatori di interessi negativi, un danno per la società tutta.

Proveremo nel distretto a coinvolgere tutte le forze politiche di riferimento per una modifica che escluda o limiti il decorso del termine della prescrizione quando ormai il processo è in corso, quando l’imputato ha la possibilità di difendersi nel processo e quando le parti offese e la società tutta hanno diritto a conoscere una verità processuale.

Con articoli pubblicati sul nostro sito nazionale, abbiamo cercato di far comprendere alcune vicende messinesi e siciliane.

Abbiamo discusso delle influenze negative della mafia sul tessuto sociale siciliano.

Infine siamo preoccupati per la libertà di stampa: il numero dei giornalisti intimiditi e minacciati in Italia ha raggiunto limiti che non possono essere più ignorati.

Seguiamo il lavoro di tutti i giornalisti nel distretto, che certamente si muovono in contesti sociali difficili e in contesti politici confusi.

Confidiamo nel loro impegno a raccontarci la nostra città, la nostra politica, la nostra giustizia, garantendo così la nostra libertà di informazione.

 

Il gruppo di lavoro sulla giustizia di LeG Messina 

(*) E. Morici, N. Centorrino, A. Liparoti, R. Mento, S. Di Bella.

 

 

 

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