“Tre italiani su quattro contro la riforma”, Eurispes mette sull’avviso il presidente del Consiglio

30 Gen 2016

«L’ansia riformatrice del nostro presidente del Consiglio deve fare i conti con una “complessità culturale” del paese che forse viene sottovalutata e che potrebbe riservare, al momento opportuno, qualche sorpresa». Lo scrive l’Eurispes nel 28° «Rapporto Italia» presentato ieri. E certo la «sorpresa» potrebbe essere assai brutta per Matteo Renzi se il «momento opportuno» dovesse essere il prossimo referendum sulle riforme costituzionali. Una consultazione sulla quale il presidente del Consiglio ha deciso di giocarsi tutto.

L’analisi dell’Eurispes si allarga a tutte le «riforme» annunciate o realizzate dal governo negli ultimi due anni, e mette in luce come «il carattere ambiguo degli italiani» potrebbe mettersi di traversi perché «da una parte invocano il cambiamento e dall’altro lavorano perché le cose restino come sono per timore di vedere messe in discussione posizioni, anche di rendita, nel tempo conquistate». Uno schema manicheo che di certo non dispiacerà a Renzi dal punto di vista dell’analisi, visto che lo descrive come un innovatore a tutto tondo, ma che probabilmente lo preoccupa perché fa il paio con alcuni sondaggi recenti proprio sulle intenzioni di voto al referendum.

Anche l’Eurispes dà i suoi numeri, e sostiene che «la riforma del senato, nonostante il chiaro intento di rendere meno lunghi i processi legislativi e più snello il nostro sistema, con un risparmio anche in termini economici, viene accolta positivamente solo dal 26,3% mentre si mostra contrario il 73, 3%». Numeri identici «in parallelo» per la riforma della legge elettorale, anche questa «raccoglie lo stesso consenso (26,3%) e lo stesso grado di scontento (73,6%)». E va appena un po’ meglio per il Jobs act (70% contrari) e la riforma della scuola (71,2% contrari). In definitiva, scrive l’Eurispes, «la situazione politico-istituzionale appare fluida e non del tutto chiara» anche perché «le riforme annunciate scontano l’avversione di un ampio fronte parlamentare».

il manifesto, 29 gennaio 2016

 

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