NON C’ERA POSTO PER LORO

26 Dic 2015

Tomaso Montanari

Oggi una schiera di atei devoti, ardentemente razzisti, inneggia alle immagini del Natale. In nome della tradizione. Allora guardiamole.

Oggi una schiera di atei devoti, ardentemente razzisti, inneggia alle immagini del Natale. In nome della tradizione. Allora guardiamole.

Questa è una delle più antiche. È del VI secolo, è intagliata nell’avorio e fa parte della cattedra di Massimiano, vescovo di Ravenna.

Ci mostra due migranti. Sono in viaggio, stremati dalla fatica. Sono poveri: non possono permettersi due asini. Lui va a piedi. Lei è incinta: fecondazione artificiale. Eterologa.

Non troveranno nessuno disposti ad accoglierli. «Non c’era posto per loro nell’albergo» (Luca, 2, 7). Per loro: perché poveri, forestieri, migranti.

Perché Gesù sceglie di nascere come un immigrato respinto? Perché siamo tutti «forestieri e inquilini»: nessuno è «padrone in casa propria». «Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia: e voi siete presso di me come forestieri e inquilini», dice Dio nel Levitico (25, 23).

La tradizione del Natale è questa. Il resto, almeno oggi, è meglio dimenticarlo.

blogautore.repubblica.it, 25 dicembre 2015

 

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