Bologna, la Piazza e i saluti fascisti – Il governo risponda

14 Nov 2015

Il governo risponda

Qualcosa sta franando in questo Paese, nell’indifferenza dei partiti, nel silenzio del potere, nella complicità di forze che, silenziose, lavorano contro la democrazia. La piazza di Bologna è stata profanata dalle voci e dai simboli della dittatura nazifascista. Libertà e Giustizia è da sempre contro i silenzi di Stato: denuncia questa storia immonda, chiede conto alle autorità per aver consentito la palese manifestazione di forze eversive della democrazia. Chiede al governo se intende opporsi al tentativo di rendere normale ogni manifestazione di rinascita fascista. Si stringe al popolo di Bologna nel ricordo dei suoi cittadini morti per la libertà. Si impegna a opporsi a qualunque futuro tentativo di infangare la nostra Resistenza.

Alberto Vannucci, Sandra Bonsanti, Gustavo Zagrebelsky – Presidenza   LIBERTA’  E  GIUSTIZIA

 

Bologna, la Piazza e i saluti fascisti 

C’era una volta Bologna. Era un simbolo per l’Italia, per la sua storia di resistenza partigiana, per il suo buon governo, per i suoi servizi  sociali e anche per la sua piazza, dove “non si perde neanche un bambino”, cantava Dalla. Era il luogo  delle belle manifestazioni in cui si celebravano le vittorie dei lavoratori, le conquiste dei diritti civili, era anche la piazza stracolma e commossa delle stragi fasciste dell’Italicus del ’74 e del 2 agosto dell’80 con Pertini e Zangheri.

“Andiamo in piazza” si diceva quando accadeva qualcosa e la Piazza si riempiva subito spontaneamente. Non c’era internet, ma ci si ritrovava tutti per capire, per parlare, per testimoniare, per manifestare. Era un luogo simbolico la piazza sotto al Comune. Ci si riuniva lì con gli occhi alzati per vedere se si accendeva la luce nella sala del Consiglio. Il Comune rappresentava i cittadini, li proteggeva, li sosteneva.

Domenica quel luogo è stato profanato. Non solo perché la piazza è stata concessa ad un comizio chiaramente di impronta fascista, come dimostrano le parole e i saluti, ma perché le istituzioni, tutte, non hanno speso una parola di condanna, in nome di un concetto di democrazia, tanto falso, quanto opportunistico.

Eravamo in piazza domenica per vedere, per testimoniare, per documentare e abbiamo visto quello che non avremmo mai voluto vedere: i volti, gli sguardi, le parole, le bandiere, i simboli e infine i saluti fascisti. Abbiamo anche girato tra i cortei degli oppositori al comizio, che, al di là del cordone dei poliziotti che li separava dalla piazza, manifestavano pacificamente, ballando e cantando “Bella ciao”. In un solo caso c’è stato uno scontro in periferia, ma solo di quello si è parlato. I cittadini di Bologna sono cambiati, sono più “colorati”, manifestano in modo diverso, ma continuano a sostenere i valori di sempre, ma in solitudine e nel silenzio assordante della politica e delle istituzioni.

Rita Vella, Circolo LeG Bologna

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