Grasso fa solo teatro, non è stato imparziale

03 Ott 2015

Intervista a Massimo Villone

“L’emendamento Cociancich, chiunque l’abbia scritto, è solo l’ultima delle anomalie della riforma costituzionale. L’intero iter della legge è stato inquinato dalla pressione del governo“. Il giurista Massimo Villone, come sa bene chi legge queste pagine, è uno dei più lucidi e spietati detrattori della riforma di Renzi e Boschi. “La prima anomalia – secondo il professore – è il fatto stesso che sia l’esecutivo a definire la riforma un elemento essenziale per la propria sopravvivenza, al punto che si parla di questione di fiducia, un fatto inaudito. Le revisioni della Costituzione sono sempre state ritenute materia del Parlamento perché se il governo ci mette sopra la propria bandiera, le rende proprietà della maggioranza. E allora la Costituzione, invece di unire, divide”.

Questa la prima forzatura. Le altre?

La seconda, che grida vendetta, è il fatto che il governo metta in campo tutte le sue forze per annichilire il Parlamento. E come se un calciatore, invece di giocare a pallone, entrasse in campo con una mazza e iniziasse a randellare compagni e avversari.

Si dice che I’emendamento canguro sia stato scritto da un tecnico di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti.

Che sia stato lui o il povero Cociancich cambia poco. In ogni caso il “canguro” è un’idea del governo. Il fatto grave è che si usa un cavallo di troia, non ci si mette la faccia. Se ci si serve di un prestanome, che faccia il gioco sporco, il risultato è che provi ad occultare la responsabilità politica.

Come si è comportato, secondo lei, II presidente del Senato?

Ecco un’altra anomalia grave: Pietro Grasso non ha garantito l’equilibrio del dibattito. La scelta sugli 82 milioni di emendamenti di Calderoli è comprensibile, probabilmente corretta, per evitare la paralisi dei lavori. Poi però con le altre decisioni Grasso è sceso in campo: ha penalizzato le opposizioni sia nel decidere l’ordine della presentazione degli emendamenti, sia nel concedere tempi strettissimi per presentare i subemendamenti su quello di Cociancich.

Per giorni invece si parlava di un conflitto tra Grasso e Renzi.

O era una rappresentazione teatrale, oppure Grasso a un certo punto si è lasciato intimidire.

II percorso della riforma è segnato?

Credo di sì. Dopo l’ultima farsa della “fu minoranza” del Pd, visto anche il soccorso dei verdiniani, la partita è chiusa. Ora c’è solo una battaglia con cui si può sperare di restituire un po’ di dignità all’istituto parlamentare: il referendum costituzionale. Sarà l’ultima trincea della civiltà politica.

Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2015, pag. 3

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