Le riforme. Ci dicono che sono necessarie, ma anche immediate. La trovata di questo governo italiano, che nessuno ha scelto o votato, è stata di gridare ininterrottamente due ordini: correre. E non discutere. Ogni discussione fa male all’Italia. Piagnisteo. Fare, non dire, ti ripetono. Eppure i cittadini continuano a non capire che cosa sta accadendo e per chi, continuano a non vedere, nella loro vita quotidiana, i cambiamenti che vengono prima annunciati, poi, in pochi giorni e senza dibattiti, approvati, e subito celebrati come l’inizio del nuovo mondo. Eppure ci sono molte cose che non sappiamo. Non sappiamo chi è Renzi e chi lo ha mandato, non sappiamo da dove venga, e preparata con chi, o da chi, la lista che ogni tanto estrae per dirci che cosa è fatto e che cosa c’è da fare. Non sappiamo le cifre giuste di nulla perché, come ci ha avvertito l’Istat, ci dicono i numeri che hanno previsto, non quelli che hanno ottenuto. Elenchi di persone sconosciute passano sui video e in Rete con l’assicurazione che si tratta del meglio del meglio e vanno a occupare posti che non sono stati riformati, come la Rai, e dove quindi non possono cambiare nulla, ma possono allargare il potere. Nascono i titolari di strani compiti, come quello di responsabile unico della spesa di tutto il Paese, dalla Polizia Forestale (abolita) alla tac e alla risonanza magnetica, riservata a pochi morenti. Infatti non tocca più al medico prescrivere. Tocca al contabile, che è un politico. Ma prendiamo la riforma della Sanità, e guardiamoci dentro per capire. Primo, non l’ha fatta il ministro della Sanità, competente o non competente che sia. L’ha fatta l’esperto di tagli. Secondo, la riforma ha un fine, che non è migliorare la tua e la mia assistenza medica pubblica in caso di necessità. È fare tagli immensi (2 miliardi subito, e di più il prossimo anno) che non hanno niente a che fare con i malati, ma con una esigenza del presidente del Consiglio: vuole per sé il merito di aver tagliato le tasse, e ha bisogno di fondi. Li prende dai malati. La riduzione delle tasse riguarda poco chi vive di lavoro e di pensioni. Ma è un grande passo per gli abbienti, un passo gigantesco per i ricchi. È tutta gente che sa dire grazie e possiede strumenti per farlo. Per questo, per la prima volta, sentiamo annunciare, nell’I ta li a della corruzione dilagante, che se un medico prescrive una tac “non appropriata in base alla documentazione scientifica”, sarà punito. Ma attenzione al percorso: riformare, attraverso tagli brutali, la sanità, non ha niente a che fare con la Sanità. Servono fondi per una operazione e politica, e si prendono dove i soldi ci sono. Riformare la Scuola non ha niente a che fare con la Scuola. Punta a rafforzare l’idea di un uomo solo al comando (in questo caso l’arbitraria autorità del preside). La stessa idea domina la “riforma” della Pubblica amministrazione. Non sappiamo che Stato vogliamo. Ma vogliamo sapere chi comanda, e quanto ampia è l’arbitrarietà e il potere di chi comanda sui sottoposti. Ha scritto nei giorni scorsi Michele Ainis, ricordando anche l’al tra “grande riforma” che si continua a non sapere quando, perché e da chi sia stata prescritta (l’abolizione del Senato elettivo) che “l’epopea riformatrice si può riassumere in tre paroline: verticalizzazione, unificazione, personalizzazione” (Corriere della Sera, 7 agosto). Dunque non stiamo parlando dell’Italia, stiamo parlando del Potere. Per capire ci serve un rapido confronto con le riforme della presidenza Obama. Ne cito alcune: riforma sanitaria (in modo da renderla accessibile a tutti i cittadini); innalzamento del salario minimo per i lavoratori e fine della vasta amnistia fiscale voluta da Reagan e dai Bush che avevano voluto un rovinoso taglio delle tasse ai ricchi; visita alla prigione federale dell’Oklahoma, una delle più rigide, per affermare i diritti dei carcerati (non c’è in Usa un Partito Radicale che si batta per questi diritti); concessione del diritto di cittadinanza a cinque milioni di immigrati che vivono e lavorano illegalmente negli Stati Uniti. Come vedete, non una di queste riforme serve per gli applausi. Ma tutte servono alle persone che sono o diventeranno americane. Praticamente l’opposto di quelle che in Italia ci annunciano come “rivoluzioni copernicane” e che sono poste a carico dei cittadini. È attesa, a giorni, una riforma dell’Istat, per smetterla con questa storia dei dati veri che guastano ogni volta la festa al capo della rivoluzione.
Il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2015
Non possiamo continuare a lanciare allarmi, denunciare misfatti, paventare disastri e non adottare le misure più opportune ed efficaci per opporsi! Limitarsi al lamento non è di nessuna efficacia, ma aumenta solo la frustrazione!
In un Paese dove al momento è ancora in vigore la Costituzione che all’art. UNO, non per caso, sancisce la Sovranità Popolare, è tempo che si dia CONCRETEZZA a quello che nel tempo è diventato solo un offensivo intercalare.
E’ il tempo della SOVRANITà “POPOLARE REALIZZATA”, non solo enunciata, che detta l’agenda al Parlamento suddito e delegato!
Si può fare con l’uso congiunto e sinergico degli articoli 1, 50, 71 e se serve il 40
Si può fare con la Democrazia Diretta Propositiva (artt. 50 e 71) esercitata dalla Sovranità Popolare REALIZZATA (non solo enunciata)!
Costa poco di palanche, è rapida, molto meno impegnativa dei referendum, di risultato predefinito e di efficacia assoluta!
E poi impegnarsi per ridefinire il destino del Paese a immagine e somiglianza di quello pensato da Costituenti, ha tutto un sapore speciale ed entusiasmante!
Come somministrare alla casta una sonora ed educativa “bastonatura Costituzionale”!
Come fare ad indurre a riflessione evolutiva queste grandi firme della Repubblica? Come fare ad indurle ad un passo avanti, ad uscire dalla trincea della pavida difesa per contrattaccare e abbattere l’arroganza della casta, con l’esercizio diretto della Costituzione, arma assoluta del Cittadino? Cerco aiuto!
Il professor avv. Felice Besostri, tra i promotori del ricorso alla Corte Costituzionale per il “porcellum e per l’italum (in corso)”, è solo l’ultimo degli illustri che ha risposto positivamente alla mia mail: “La sua proposta è originale ed apprezzabile…” aggiungendo un destinatario terzo, facendola dunque anche un po’ sua!
Perché no, amici che leggete? Perché non proviamo almeno a discuterne per verificarne in modo approfondito la percorribilità?
La “Coalizione Sociale” di Rodotà, Landini e L&G, sarebbe l’autore perfetto…
Auguri a tutti, auguri per un Paese migliore, ma non potrà venire per “grazia ricevuta”!
Paolo Barbieri
È’ da un po’ che la proposta di Paolo Barbieri gira fra le pagine di internet, audace per l’andazzo attuale della politica nostranae interessante per la fattibilità . Meriterebbe di essere sposata -per la sua legittimità costituzionale e, pertanto, per la sua attuabilità- quale simbolo di un pensiero democratico alternativo all’idea dell’uomo solo al comando” . Non mancano i contenitori, ancorché di breve corso, né gli intellettuali in grado , se del caso, di perfezionarla e tradurla in accezione politica. Il movimento civile che oggi si ribella al giovane Renzi ha bisogno di gambe, ma anche di voce in grado di scaldare i cuori e infiammare le piazze in nome dell’amore per la Costituzione e la democrazia. Urge un Politico di rango che sappia offrire agli italiani un’alternativa a questo premier ed alla sua “visione” del paese Italia nel continente (aspirante federazione) Europa. Urge uno statista.
Grazie sig. Grasso Leanza!
Ma non “urge uno statista”, solo che le Grandi Firme del Paese, i Professori che quotidianamente esprimono le loro preoccupazioni assieme alle loro competenze, portatori riconosciuti per la loro storia coerente nel tempo del rigore morale e culturale dei Costituenti, decidano di prendere per mano la Cittadinanza per condurla lungo sentieri virtuosi.
La Cittadinanza dimostra ad ogni evento elettorale e nelle indagini demoscopiche, la spasmodica attesa di qualità ed affidbilità a cui affidare le proprie sorti assieme a quelle del Paese.
Ed i Professori paiono gli unici a godere di questa credibilità!
Come è successo in Spagna con Podemos: un nucleo di professori guida la Cittadinanza non allo scontro classico destra-sinistra, ma sotto contro sopra, società civile contro politici e politica squalificati, non solo a sinistra, ma verso tutta la Cittadinanza sofferente.
Perchè il confronto non è tra ideoligie, tra conservazione e progressismo, ma tra rigore morale e culturale e sottocultura e illegalità, tra eccellenze e mediocrità.
Che non è possibile tollerare in un Parlamento dove sedevano Calamandrei e i suoi colleghi, persone come Razzi e Scilipoti, Cuffaro e Cosentino, Dell’Utri e Previti,
Genovese e De Gregorio ed i loro sodali e padrini!
Quello che mi sorprende è come queste Grandi Firme si attardino in azioni che il potere costituito ha dimostrato nel modo più eclatante possibile di ignorare e irridere!
Che accettino di essere condotte da tanta mediovrità, che se brucia a me, cittadino semplice, a loro dovrebbe risultare un tormento, una tortura insopportabile!
Grazie cmq per le sue espressioni e auguri a tutti per un Paese Migliore!
Paolo Barbieri