Il cuore e la palude

Il cuore e la palude

A rotta di collo verso il passato. Ecco come siamo usciti dalla palude nella quale pensavamo di vivere il tempo del governo Renzi. La palude è altra cosa da quello che sta accadendo in questa torrida estate.

Nella laguna di Orbetello giacciono filari di spigole, dentici, orate, anguille, mossi appena da lievi correnti. Sono tutti morti i pesci  che guizzavano argentei al tramonto. Mancanza totale di ossigeno. Una cosa che non avevo mai visto in questa dimensione. Né la conoscevano i miei nonni e mio padre che da ragazzi nella laguna facevano il bagno. Ci vorranno molti anni, dicono i pescatori, prima che in queste acque possa tornare la vita.

La politica italiana non sta ferma, si muove verso soluzioni che alcuni avevano sostenuto nel passato, ma che ai più facevano orrore e insieme società civile e maggioranza parlamentare avevano bloccato.

Dunque, era stato solo un rinvio, non una cancellazione per sempre? Ricordo la felicità di Leopoldo Elia e di Oscar Luigi Scalfaro quando nel 2006 arrivarono i risultati del referendum contro la riforma della Costituzione di Calderoli e Berlusconi. “Ecco” dicevano entrambi “il popolo italiano per la prima volta si è espresso in un referendum a favore della nostra Carta. Che può essere aggiornata ma non stravolta. Da oggi nessuno potrà più provarci”. Io credevo a quello che mi dicevano ed ero tranquilla.

Fino a quando ho letto il diktat della J.P.Morgan e ho visto i testi della nuova costituzione preparati dalla Boschi e dai suoi consiglieri. Ora siamo al dunque, in questa legislatura costituente della quale nessuno ci aveva avvertito prima. Ho letto e riletto il testo integrale del discorso del presidente della Repubblica alla cerimonia del Ventaglio. E cerco di trovare sollievo in una parte delle cose che ha detto. Ad esempio quel suo insistere sulla necessità che sia rispettata “la partecipazione” oltre all’efficacia del sistema “e l’accrescimento del processo democratico…perché la democrazia deperisce quando non c’è partecipazione”.

Sfido chiunque a sostenere che Italicum e abolizione del Senato accrescano la partecipazione dei cittadini e la democrazia. Dubito che Sergio Mattarella non avesse in mente un nome quando ha detto che non ci deve essere uno solo al comando. Ma mi preoccupa quel suo insistere sul fatto di non avere il potere di intervenire. Alcuni “no” i presidenti della Repubblica li hanno detti, pochi ma definitivi.

Comunque parteciperò con tutte le mie forze al processo referendario, insieme a Libertà e Giustizia, al Coordinamento delle associazioni costituzionali, alla Coalizione e a tutti gli altri, in primo luogo le associazioni per la scuola, con cui ci mobiliteremo.

Ha spiegato presentando il suo gruppo Denis Verdini: “Le riforme le votiamo e il ddl Boschi va approvato così com’è. Non sono le riforme del Pd, sono anche nostre e riteniamo che la legislatura costituente vada portata a termine.”. Il gruppo di Verdini si chiama “Ala” perché, dicono, sperano di volare.

A rotta di collo dunque verso un progetto “nostro”. Ma nostro di chi? Certo non di Sartori o di Spadolini, a cui Verdini dice di ispirarsi. Ce li vedete quei due affidare alla Boschi il compito di chiudere il Senato? Io no. Un progetto della massoneria? Non so. Un progetto dei fratelli della P2, Berlusconi compreso? Mi pare più verosimile, ma a chi importa ancora di quella loggia segreta e di quel progetto eversivo? Presidente Mattarella, ricordi?

A rotta di collo verso il passato: Rai dominata da un partito, quello di governo.

Giustizia: conferma la Cassazione che la nuova legge sul falso in bilancio ridimensiona il reato e rende più difficile di prima colpire i corrotti.

L’Istat ci dice che la disoccupazione aumenta e siamo al 12,7 per cento, spaventosa quella giovanile.

E’ mancato l’ossigeno e siamo piombati nella palude. Ora ci aspetta quel passato che speravamo non si ripresentasse più ma che invece non ha rinunciato a nulla del suo programma  autoritario e antidemocratico, di destra e reazionario.

“Il futuro ha un cuore antico” diceva Carlo Levi. Parlava di altri e di altro. Ma è un titolo splendido. Il “cuore” però è rimasto nella palude.

6 commenti

  • “Queste cose sono realmente successe, ecco perché bisogna tenere gli occhi aperti. Sono successe anche e sebbene Lord Halifax abbia detto che sono successe. Gli stupri e i massacri nelle città cinesi, le tortune nelle celle della Gestapo, i vecchi insegnanti ebrei gettati nei pozzi neri, i civili in fuga mitragliati sulle strade spagnole – tutte queste cose sono accadute e non sono accadute di meno perché il Daily Telegraph se ne è improvvisamente accorto, con cinque anni di ritardo”.
    George Orwell, Ricordi della guerra di Spagna, 1943.

    …ecco perché bisogna tenere gli occhi ben aperti.

  • La Costituzione italiana ha una forte componente di sinistra, comunista, in senso alto rousseauiano. Comunista è l’ idea di eguaglianza e giustizia sociale, l’ utopia alla base dell’ agire umano che porta al riscatto e a cambiare la storia con le proprie forze.
    Se togliamo queste idee che furono anche, prima dei comunisti, dei socialisti e degli anarchici, consegniamo la storia in mano a pochi potenti, alla legge del più forte, torniamo alla preistoria, in qualunque forma lo facciamo, anche boschianamente soft, paludata in fronzoli parolai, come fanno i renziani, resta un’ operazione reazionaria, uno spettacolo per la massa il cui fine ultimo è togliere i diritti alla maggioranza e consegnare definitivamente il timone della storia in mano a pochi potenti.
    «Gli economisti borghesi vedono soltanto che con il moderno codice civile si può produrre meglio che, ad esempio, con il diritto del più forte. Essi però dimenticano che il diritto del più forte continua a vivere sotto altra forma anche nel loro “Stato di diritto”». Karl Marx

  • Molto bello e pertinente il commento di Lisa de Stefani.
    Piero Calamandrei disse che, per compensare la sinistra della rivoluzione mancata, la destra non si oppose ad introdurre in Costituzione la rivoluzione promessa.
    Non a caso queste destre – tutte – si accingono a stravolgerne il testo, avendo già così operato nella prassi.

  • C’è chi si specializza nella funzione di agent provocateur. Ma si tratta in genere di attardati storici. E non.

    E come il loro statista di riferimento – Renzi – usano le illuminanti categorie del pensiero semplice.

  • Presidente Bonsanti,

    non possiamo continuare a lanciare allarmi, denunciare misfatti, paventare disastri e non adottare le misure più opportune ed efficaci per opporsi!

    E lasciamoli stare i Referendum!

    Trovo assurdo solo pensare di mobilitare la maggioranza assoluta dei Cittadini, una vera Sovranità Popolare Realizzata e Assoluta, solo per per cancellare alcuni commi o leggi della casta, quando si potrebbe ridisegnare il destino del Paese a immagine e somiglianza dei Costituenti e del loro rigore morale e culturale!

    Costano molto per casse esangui; richiedono tempi lunghi anni; una grande mobilitazione dalla raccolta di 5/600 mila firme certificate al recarsi al seggio (almeno il 50% +1 dei elettori per la camera, 24 milioni circa), per un risultato incerto a partire dall’ammissibilità, alla raccolta firme, al quorum e all’opinione dei Cittadini, che non è scontata, vista la loro vulnerabilità al plagio e l’abilità comunicativa di Renzi.

    Se passa lascia cmq alla casta la libertà di aggirare la norma abrogata con una nuova poco difforme, ma nella perfetta legalità formale, come già avvenuto in passato, o non tenendone conto, come per l’acqua pubblica.

    Ma se non passa, consacra la norma per volontà popolare referendaria!

    Molto, molto meglio la Democrazia Diretta Propositiva (artt. 50 e 71) esercitata dalla Sovranità Popolare REALIZZATA (non solo enunciata), art. UNO della Costituzione non per caso!

    Costa poco di palanche e molto molto meno di mobilitazione, è più rapida, di risultato predefinito e di efficacia assoluta!

    E poi battersi per costruire e definire il destino del Paese ha tutto un altro sapore che per cancellare, abrogare, tornare indietro, inseguendo la casta e nell’incertezza del risultato!

    Come fare a indurre a riflessione evolutiva questi sostenitori di Referendum? Cerco aiuto!

    Il professor avv. Felice Besostri, tra i promotori del ricorso alla Corte Costituzionale per il “porcellum e per l’italum (in corso)”, è solo l’ultimo degli illustri che ha risposto positivamente alla mia mail: “La sua proposta è originale ed apprezzabile…” aggiungendo un destinatario terzo, facendola dunque anche un po’ sua!

    Perché no, presidente? Perché non accetta almeno di discuterne o semplicemente di spiegarmi “perché no!” concedendomi il diritto di replica?

    La “coalizione sociale” sarebbe lo strumento perfetto…

    Auguri Presidente, a lei e a tutti, auguri per un Paese migliore!

    Paolo Barbieri

  • L’immagine della riproposizione di un attacco alla Costituzione con le vesti di un governo c.d. di centro sinistra è davero singolare. La realtà è che l’ultimo epigono berlusconiano coincide con il capo di questo sedicente governo riformatore. Neanche la Costituzione riesce a salvarsi dalla più retriva polemica politica e, pertanto, a tenere uniti i cittadini sotto l’egida di principi e beni comuni quali la Democrazia, il diritto alla salute, la salvaguardia dell’autonomia dei poteri dello Stato, la tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori, il pricipio di equa e doverosa contribuzione (ognuno deve contribuire porporzionalmente allle proprie capacita), il pricipio di solidarietà verso le fasce sociali più deboli. Nulla di tutto ciò va bene nel nuiovo mondo ripensato su un modello neoliberale che non prevede ll’inclusione sociale ne una distribuzione della ricchezza che corregga gli attuali squilibri, che sacrfica lo Stato sociale per rimpolpare le casse degli speculatori finanziari e delle grandi banche. In questo contesto il nostro giovane Premier sembra abbagliato dalla dottrina di Friburgo che vorrebbe istituzionalizzare e istituzionalizzata l’economia sociale di mercato, come se l’inarrestabile ascesa del pensiero economico tedesco abbia conquistato anch’egli alla causa dei poteri economici più forti, causa dalla quale -tuttavia- noi italiani saremo espunti proprio dalla realizzazione del pensiero ordoliberale. E mentre qualcuno indica il pericolo derivante dalla massiva influenza delle lobby economiche sull’attivita politica dell’Unione, il progetto originario di ventotene naufraga nella palude delle grandi banche e della speculazione finanziaria.

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