Tutte le menzogne della Troika

02 Lug 2015

Creditori. Dai documenti segreti di Fmi, Bce e Commissione europea, emerge la consapevolezza del bisogno di una massiccia ristrutturazione del debito greco se il paese vuole avere una qualche chance di risollevare la propria economia, come hanno ribadito di recente economisti di rilievo come Piketty, Krugman, Stiglitz, Kaldor e molti altri.

Ï ÐÑÙÈÕÐÏÕÑÃÏÓ ÁÍÔÙÍÇÓ ÓÁÌÁÑÁÓ ÓÕÍÁÍÔÇÈÇÊÅ ÌÅ ÔÇÍ ÔÑÏÉÊÁ (ICON PRESS / ËÉÁÊÏÓ ÃÉÁÍÍÇÓ)Se la Gre­cia dovesse pie­garsi alle richie­ste delle isti­tu­zioni e accet­tare di imple­men­tare il pac­chetto di «riforme» pre­teso dai cre­di­tori — un mix di aumenti delle tasse e dra­stici tagli alla spesa pub­blica — il suo rap­porto debito/Pil non si sta­bi­liz­zerà, ma al con­tra­rio con­ti­nuerà a mostrare evi­denti carat­teri di inso­ste­ni­bi­lità anche nel 2030.

Non è una stima del governo greco ma della stessa troika. È quanto emerge da una serie di docu­menti segreti redatti da Fmi, Bce e Com­mis­sione euro­pea e venuti in pos­sesso della Süd­deu­tsche Zei­tung e del Guar­dian.

I docu­menti – alle­gati alla pro­po­sta «finale» pre­sen­tata alla Gre­cia venerdì scorso — dimo­strano che, anche a fronte di quin­dici anni di cre­scita eco­no­mica soste­nuta — una stima che già di per sé appare irrea­li­stica, il paese elle­nico con­ti­nuerà a regi­strare un rap­porto debito/Pil pari al 118%, supe­riore dun­que alla soglia del 110% che nel 2012 lo stesso Fmi aveva sta­bi­lito come «tetto mas­simo» per garan­tire la soste­ni­bi­lità del debito greco.

Anche in base allo sce­na­rio più otti­mi­stico — che pre­vede una cre­scita annua asso­lu­ta­mente impro­ba­bile del 4% per i pros­simi cin­que anni — il debito scen­derà dal 175% di oggi al 124% solo nel 2022.

In altre parole, dai docu­menti emerge che la troika è per­fet­ta­mente con­sa­pe­vole che la Gre­cia ha biso­gno di una mas­sic­cia ristrut­tu­ra­zione del debito se vuole avere una qual­che chance di risol­le­vare la pro­pria eco­no­mia, come hanno riba­dito di recente eco­no­mi­sti di rilievo come Piketty, Krug­man, Sti­glitz, Kal­dor e molti altri.

Nei docu­menti si fa un espli­cito rife­ri­mento al fatto che il paese avrà biso­gno di «con­ces­sioni signi­fi­ca­tive» per essere in grado di rispet­tare i suoi obbli­ghi finan­ziari. È signi­fi­ca­tivo, però, che in nes­suno degli sce­nari pre­vi­sti dalla troika la Gre­cia sarà in grado di por­tare il pro­prio livello di debito «ampia­mente al di sotto del 110% entro il 2022» – l’obiettivo fis­sato dall’Eurogruppo nel 2012.

Come si legge in uno dei docu­menti: «È evi­dente che gli slit­ta­menti poli­tici e le incer­tezze degli ultimi mesi hanno reso impos­si­bile il rag­giun­gi­mento del tar­get sta­bi­lito nel 2012».

Nono­stante que­sto, però, la pro­po­sta dei cre­di­tori non con­tiene alcuna misura con­creta per garan­tire la sol­vi­bi­lità del debito greco (ad ecce­zione di un’«analisi della soste­ni­bi­lità del debito» rin­viata a data futura), men­tre è stata rispe­dita al mit­tente, per l’ennesima volta, l’ultima contro-proposta greca, che pre­ve­deva un accordo di due anni con il Mes (Mec­ca­ni­smo euro­peo di sta­bi­lità, il fondo salva-Stati impie­gato per Cipro e per la ristrut­tu­ra­zione delle ban­che spa­gnole) per coprire le neces­sità finan­zia­rie elle­ni­che e ristrut­tu­rare il debito.

I docu­menti resi pub­blici dai due quo­ti­diani get­tano anche luce sul «gene­roso» pac­chetto di inve­sti­menti da 35 miliardi di euro con­te­nuto nella pro­po­sta dei cre­di­tori, che il governo elle­nico, secondo le dichia­ra­zioni stiz­zite di varie can­cel­le­rie euro­pee, avrebbe ingra­ta­mente rifiu­tato: dalle carte, infatti, emerge che la somma non rap­pre­senta un inve­sti­mento ad hoc desti­nato alla Gre­cia ma piut­to­sto una nor­male sov­ven­zione euro­pea a cui hanno diritto tutti gli Stati mem­bri (che tra l’altro richie­de­rebbe un cofi­nan­zia­mento del 15% che il governo greco non può asso­lu­ta­mente per­met­tersi; la Gre­cia vanta già 38 miliardi di pre­stiti euro­pei non spesi pro­prio per que­sto motivo).

Un altro docu­mento rivela come la Gre­cia, nella pro­po­sta dei cre­di­tori, avrebbe rice­vuto 15 miliardi di euro – in cin­que tran­che a par­tire da giu­gno – per coprire le pro­prie esi­genze di finan­zia­mento da qui a novembre.

Il 93% dei fondi, però, sarebbe ser­vito uni­ca­mente a rim­bor­sare i debiti in sca­denza in quell’arco di tempo. Come è noto, l’ultima pro­po­sta dei cre­di­tori pre­ve­deva, tra le altre cose, anche l’eliminazione della tassa sui ric­chi pro­po­sta da Tsi­pras per redi­stri­buire un po’ del peso dell’aggiustamento sulle classi più abbienti – giu­di­cata «reces­siva» dalla troika — un saldo pri­ma­rio cre­scente negli anni sino al 3,5%; un aumento gene­ra­liz­zato dell’Iva al 23%; e il tetto dell’età pen­sio­na­bile a 67 anni entro il 2025 e non il 2037 come richie­sto dalla Gre­cia, accom­pa­gnato da un’ulteriore ridu­zione del livello delle pensioni.

Una pro­po­sta giu­di­cata inac­cet­ta­bile dal governo greco, per il sem­plice fatto che avrebbe decre­tato la morte poli­tica di Tsi­pras — pro­ba­bil­mente uno degli obiet­tivi dei cre­di­tori — non­ché la con­ti­nua­zione dell’agonia eco­no­mica e sociale in cui versa il paese.

Come scrive Euclid Tsa­ka­lo­tos, capo nego­zia­tore della Gre­cia, in un docu­mento che sarà pub­bli­cato in esclu­siva nell’inserto di Sbi­lan­cia­moci! di venerdì: «Le pro­po­ste dei cre­di­tori non avreb­bero risolto né la crisi greca, né la minac­cia di Gre­xit ma avreb­bero sem­pli­ce­mente acuito la prima e posti­ci­pato la seconda.

In que­sto senso, il refe­ren­dum non intende sosti­tuirsi al pro­cesso nego­ziale ma piut­to­sto con­tri­buire ad una sua riso­lu­zione posi­tiva, indu­cendo i cre­di­tori ad una mag­giore flessibilità».

il manifesto,  02 Luglio  2015

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri - dal 29 febbraio al 23 aprile - sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni.

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.