COMUNICATO STAMPA
Libertà e Giustizia esprime tutto il proprio sconcerto per la vergognosa vicenda della impresentabilità dei 17 candidati – compreso l’aspirante presidente della Campania Vincenzo De Luca – già nota ai loro partiti e ora formalmente ribadita con la lista pubblicata dalla Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, incurante di pressioni ed accuse.
Il fatto è di una gravità assoluta.
Perché mostra ancora una volta l’incapacità dei partiti coinvolti nel selezionare una classe politica all’altezza dei requisiti di “disciplina e onore” richiesti dalla Costituzione. Quando volutamente si ignorano i principi di qualità costituzionale dei candidati, si manomette la democrazia della rappresentanza. E la sovranità popolare viene tradita dalla peggiore arroganza autoreferenziale partitica.
Di fronte a tale involuzione – a pochi giorni dal 2 Giugno, Festa della Repubblica e della Costituzione – rilanciamo con forza la domanda di una politica capace di valorizzare persone competenti e presentabili. E confermiamo la nostra instancabile azione di vigilanza democratica
Libertà e Giustizia
Grazie a Sandra Bonsanti per il primo comunicato stampa, grazie a Barbara Spinelli per il secondo, e grazie a Rosy Bindi, ancora una volta, per aver fatto semplicemente il suo dovere, e per dovere si intende DOVERE e NON politica. Pare che nessuno veda la differenza, e allora, gentile Rosy Bindi, mi permetta di sottolinearla.
Se c’è una cosa talmente scandalosa da apparire ridicola, invece, è la reazione di molti commentatori della stampa di oggi, che in coro ripetono la trovata della ministra Boschi: che errore, che De Luca non sia candidabile! Molti aggiungono: che errore politico!(sottinteso, con strizzatina d’occhi per chi fatica ancora a capire: attenersi alle regole stabilite).
Ecco a cosa si riduce il rispetto della legalità, da parte dei rappresentanti del governo e di molte pubbliche istituzioni. Siccome la legge Severino dice che uno nelle condizioni di De Luca DECADE IMMEDIATAMENTE, qualora eletto, e siccome nonostante questo fu candidato, ne segue che la legge Severino non dice che non era candidabile! Sì può sputare sulla logica – e non parliamo neppure dell’etica – con maggior grazia, signora Ministro? Ma il suo dolce sorriso non leva un grammo dell’impudenza, della sfrontatezza, del disprezzo assoluto per la verità e l’onestà cui questo genere di frasi stanno abituando i cittadini – come se ce ne fosse bisogno, nel Paese degli Azzeccagarbugli dove pregiati Dottori Sottili confessano di andare in orgasmo per consimili – e mi perdoni: sconci – cavilli.
Sottoscrivo in tutto e per tutto il comunicato stampa, di cui vi ringrazio, confermando anche da parte mia il dovere che sento di contribuire, per quel poco che è nelle mie possibilità, all’ opera di vigilanza democratica che svolge la nostra associazione.
Permettetemi anche di aggiungere che non ne posso più di tutti questi insulti, che un governo improvvisato e in certi casi di scarse competenze rivolge a tutti coloro che non si genuflettono alle sue ribalderie, a una donna di grande valore come Rosy Bindi, a Civati, che con un buon candidato ha rappresentato la sinistra in Liguria, dove molti non avrebbero votato il nome del PD neppure se trascinati a forza, all’ ottimo Cuperlo, che ha rilasciato con il consueto garbo un’ intervista lucida e saggia sulla Repubblica del 3 giugno (“Su scuola e Senato Matteo ci ascolti e esca dalla playstation”), per non dire dei soliti gufi e professoroni, ovvero di coloro che, pur svolgendo la propria professione, non si occupano di spartizioni di posti e carriere, di speculazioni edilizie, dei vantaggi procurati dalle mediazioni e via discorrendo.