Con perfetto stile fascista

15 Apr 2015

Sandra Bonsanti Presidente emerita Libertà e Giustizia

Non è la prima volta: molta storia d’Italia, dal secolo scorso ad oggi, è costellata di tentativi di capi del governo di “impossessarsi”, attraverso una legge elettorale, del Parlamento per poter governare come piace a loro.
Riuscì nel 1928 a Mussolini e la legge passò con 161 voti contro 46: Oggi nessuno ricorda i 161, ma i nomi di quei 46 sono sempre citati nei libri di storia. Il “Foglio d’ordini” del partito nazionale fascista scrisse che l’approvazione della legge elettorale era avvenuta “con perfetto stile fascista, senza discussione, con disciplina assoluta”. Da allora quando Mussolini entrava nell’aula, quello che restava del Parlamento si alzava in piedi e cantava “Giovinezza”.

ConformismoNon è la prima volta: molta storia d’Italia, dal secolo scorso ad oggi, è costellata di tentativi di capi del governo di “impossessarsi”, attraverso una legge elettorale, del Parlamento per poter governare come piace a loro.
Riuscì nel 1928 a Mussolini e la legge passò con 161 voti contro 46: Oggi nessuno ricorda i 161, ma i nomi di quei 46 sono sempre citati nei libri di storia. Il “Foglio d’ordini” del partito nazionale fascista scrisse che l’approvazione della legge elettorale era avvenuta “con perfetto stile fascista, senza discussione, con disciplina assoluta”. Da allora quando Mussolini entrava nell’aula, quello che restava del Parlamento si alzava in piedi e cantava “Giovinezza”.
Un’altra volta ci provò Alcide De Gasperi con la sua legge truffa proposta dal ministro Scelba che assegnava il 65 per cento dei seggi alla lista che avesse raggiunto il 50 per cento più uno. Fu adoprata per le elezioni del ’53 e già l’anno successivo venne abrogata.
L’Italicum attualmente alla Camera è un mostro ancora peggiore, aberrante secondo la definizione di molti esperti: non rappresenta l’elettorato ma le scelte del capo del partito; consegna la Camera e quel po’ di istituzioni rimaste a una minoranza, creando una situazione di premierato assoluto, di elezione diretta del presidente del consiglio.
In questa situazione allarmante Renzi si diverte ancora a dire che nulla può cambiare altrimenti sarebbe come giocare a Monopoli. Si parla invece di mettere la fiducia, dovessero traballare i numeri all’ultimo momento. E Giorgio Napolitano è riuscito a inserirsi nel dibattito in corso cercando di bloccare qualunque iniziativa il presidente Mattarella avesse voluto prendere.
Un vero e proprio colpo di Stato. Contro il quale i cittadini sono disarmati e impotenti. E i parlamentari intimiditi dalla minaccia di essere cacciati dal partito e di elezioni anticipate.
A settant’anni dalla Liberazione non c’è proprio da festeggiare.

Nata a Pisa nel 1937, sposata, ha tre figlie. Si è laureata in etruscologia a Firenze e ha vissuto per molti anni a New York. Ha cominciato la sua attività professionale nel 1969 al “Mondo” con Arrigo Benedetti.

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