Fondazioni, stop alla giungla, trasparenza sui soldi ai politici

13 Apr 2015

Roma. Un disegno di legge per censire le fondazioni politiche e sottoporle agli stessi obblighi di trasparenza richiesti ai partiti. Lo presenterà nelle prossime settimane il deputato ed ex tesoriere pd Antonio Misiani. Che su questo, potrebbe trovare l’appoggio del Movimento 5 Stelle: «Sto facendo una ricognizione di tutte le fondazioni riconducibili a personaggi politici – dice il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico – voglio tracciare una mappa del potere comprensibile a tutti i cittadini».
A ritirar fuori una polemica venuta fuori già tre anni fa, nel momento in cui si mise mano al

Fondazioni, stop alla giungla trasparenza sui soldi ai politici

Annalisa Cuzzocrea

Roma. Un disegno di legge per censire le fondazioni politiche e sottoporle agli stessi obblighi di trasparenza richiesti ai partiti. Lo presenterà nelle prossime settimane il deputato ed ex tesoriere pd Antonio Misiani. Che su questo, potrebbe trovare l’appoggio del Movimento 5 Stelle: «Sto facendo una ricognizione di tutte le fondazioni riconducibili a personaggi politici – dice il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico – voglio tracciare una mappa del potere comprensibile a tutti i cittadini».
A ritirar fuori una polemica venuta fuori già tre anni fa, nel momento in cui si mise mano al finanziamento dei partiti senza regolamentare i contributi che si possono ricevere senza l’obbligo di renderli pubblici con le fondazioni, è stato Raffaele Cantone. «Devono diventare case di vetro, va imposta una trasparenza che consenta di individuare quanto entra e quanto esce dalle loro casse», ha detto il presidente dell’Autorità Anticorruzione. Mentre il premier Matteo Renzi, pur favorevole a norme che ne disciplinino i finanziamenti, ha ricordato: «C’è una questione di privacy: se un finanziatore non vuole dirlo, c’è un diritto soggettivo a non veder comparire il proprio nome».
«È così anche per la legge sui partiti – svela Misiani – è vero che i contributi oltre i 5000 euro sono pubblici, ma non possono essere resi noti attraverso Internet se il donatore non dà il consenso». Devono essere comunicati agli uffici competenti, però: «È quello che intendo chiedere per le fondazioni. Serve un registro che le censisca e poi, come i partiti, dovranno essere sottoposte alla commissione per la trasparenza. Nel resto del mondo non c’è privacy che tenga: è tutto pubblico». Una legge l’ha presentata alla Camera anche il capogruppo del misto Pino Pisicchio che in un libro, nel 2011, aveva contato ben 80 fondazioni “politiche”: «Fino a poco tempo fa ogni leader ne creava una per finanziare la sua attività, senza doverne rendere conto in alcun modo. La mia proposta si ispira invece al modello tedesco: una fondazione per ogni partito, ma con gli stessi obblighi fiscali e di trasparenza».
Con Raffaele Cantone non è affatto d’accordo il senatore pd Ugo Sposetti: «Vede corruzione anche sotto le lenzuola. Ora ha scritto anche il libro. Lo seguo. Mi interessa capire dove vuole arrivare». Per l’ex tesoriere ds, che nel 2010 aveva presentato un’altra proposta sul modello tedesco, le fondazioni attuali hanno regole adeguate: «I bilanci sono sottoposti al controllo delle prefetture, come per tutte le fondazioni. È difficile distinguere tra politiche e non quando a crearle sono privati cittadini. Quello che bisogna chiedersi sulla fondazione Open di Matteo Renzi non è quante donazioni liberali riceva, e da chi. Ma perché mai debba esistere ancora la fondazione del dottor Renzi ora che è diventato segretario del Pd».

la Repubblica, 13 aprile 2015

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