Anticorruzione, via libera ma Grasso non festeggia

02 Apr 2015

IL DISEGNO DI LEGGE votato ieri contiene norme contro la corruzione, il voto di scambio, il riciclaggio e il falso in bilancio. Quest’ultimo, depotenziato dal governo Berlusconi nel 2002, tornerebbe – in caso di approvazione definitiva – ad essere reato senza alcuna eccezione: le pene per le società non quotate andranno da 1 a 5 anni (rendendo però impossibile l’uso delle intercettazioni: sono stati bocciati gli emendamenti presentati da Sel e da Felice Casson che proponevano di alzare la pena a 2-6 anni, permettendo il loro utilizzo).

LentezzaChe la montagna abbia partorito un topolino, come sostiene il Movimento 5 Stelle, o che sia l’ennesimo segnale che è #lavoltabuona, come ha twittato Matteo Renzi, abbiamo una notizia: finalmente il Senato approva. Ieri pomeriggio è arrivato il primo sì alla legge anticorruzione. Sono passati la bellezza di 747 giorni da quando il non ancora presidente Piero Grasso depositava la proposta di legge a Palazzo Madama.

Era il primo giorno della legislatura. Nel frattempo, sull’argomento, si sono consumati chilometri d’inchiostro e discussioni cruente, mentre la commissione Giustizia è andata avanti con lentezza pachidermica. Fino al 16 marzo scorso, quando il presidente del Senato ha festeggiato con un “alleluia” la presentazione del tanto atteso emendamento del governo, che ha poi permesso di trasmettere il testo in Aula. Ieri il primo passo è stato portato a compimento: palazzo Madama approva con 165 sì, 74 no e 16 astenuti. Ora tocca alla Camera.

IL DISEGNO DI LEGGE votato ieri contiene norme contro la corruzione, il voto di scambio, il riciclaggio e il falso in bilancio. Quest’ultimo,  depotenziato dal governo Berlusconi nel 2002, tornerebbe – in caso di approvazione definitiva – ad essere reato senza alcuna eccezione: le pene per le società non quotate andranno da 1 a 5 anni (rendendo però impossibile l’uso delle intercettazioni: sono stati bocciati gli emendamenti presentati da Sel e da Felice Casson che proponevano di alzare la pena a 2-6 anni, permettendo il loro utilizzo).

Per le società quotate, invece, si andrà da un minimo di 3 a un massimo di 8 anni. Per le piccole imprese, infine, da un minimo di 6 mesi a un  massimo di 3 anni. Arriva una stretta anche sui reati di mafia. Per gli appartenenti a un’associazione mafiosa formata da 3 o più persone è prevista la reclusione da 10 a 15 anni (oggi è dai 7 ai 12). Per chi promuove, organizza e dirige l’associazione, si passa dagli attuali 9-14 anni di reclusione ai 12-18 anni previsti dalla nuova legge. Dopo la lunghissima gestazione, per Piero Grasso il voto di Palazzo Madama è una buona notizia. Anche se l’esultanza del presidente del Senato, arrivata anch’essa via Twitter, è piuttosto timida: “#Anticorruzione: finalmente vedo alcune mie proposte approvate dall’Aula. Un passo avanti significativo, anche se resta molto da fare”.

MATTEO RENZI, dopo il primo tweet, è tornato a commentare su Facebook attaccando il Movimento 5 stelle: “Fare ostruzionismo e dire sempre di no è un inganno che forse funziona il tempo di un clic, ma che gli elettori sanno sempre riconoscere”. I senatori del M5s hanno seguito l’indicazione del blog di Beppe Grillo, ratificata da un referendum tra gli iscritti: su 27 mila votanti l’80 per cento si era espresso contro la legge. Ma ad uscire con le ossa rotte è Forza Italia. Ieri mattina l’articolo sul falso in bilancio per le società non quotate è stato fatto passare con appena tre voti di scarto. Dopo un ostruzionismo violento contro la legge, sono state decisive le 14 assenze tra i senatori azzurri. Con nomi pesanti: Maria Rosaria Rossi, Niccolò Ghedini, Altero Matteoli e soprattutto Denis Verdini.

Il Fatto Quotidiano,  2 Aprile 2015

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