Il nostro compito è riempire un vuoto di democrazia

28 Mar 2015

Gustavo Zagrebelsky Presidente Onorario Libertà e Giustizia

Caro Landini,

in questi giorni a Torino si svolge una serie d’incontri sui maggiori problemi delle società democratiche. Devo esserci. Desidero dire a te e ai tanti che, invece, saranno a Roma: molto ci si aspetta dal risveglio della nostra società che è stata messa ai margini e oscurata in questi anni di destrutturazione del nostro sistema di relazioni economiche e sociali. Avrete modo di discutere come e perché è avvenuto questo distacco di tanta parte del nostro Paese, la parte più debole e vulnerabile, quella che soprattutto avrebbe bisogno di presenza, visibilità e rappresentanza nelle istituzioni politiche. Tutti noi, di fronte a politiche industriali che esibiscono innovazione e crescita mentre producono disoccupazione e sotto-occupazione; di fronte al dilagare di sistemi di corruzione che svuotano dall’interno la legalità e la democrazia; di fronte alla totale assenza di parole politiche su un futuro di giustizia per la nostra società; di fronte a mutamenti della Costituzione che mirano alla concentrazione del potere in poche mani; tutti noi, dicevo, quante volte ci siamo chiesti e ci siamo sentiti chiedere: che fare? E ci siamo sentiti impotenti.

VuotoCaro Landini,

in questi giorni a Torino si svolge una serie d’incontri sui maggiori problemi delle società democratiche. Devo esserci. Desidero dire a te e ai tanti che, invece, saranno a Roma: molto ci si aspetta dal risveglio della nostra società che è stata messa ai margini e oscurata in questi anni di destrutturazione del nostro sistema di relazioni economiche e sociali. Avrete modo di discutere come e perché è avvenuto questo distacco di tanta parte del nostro Paese, la parte più debole e vulnerabile, quella che soprattutto avrebbe bisogno di presenza, visibilità e rappresentanza nelle istituzioni politiche. Tutti noi, di fronte a politiche industriali che esibiscono innovazione e crescita mentre producono disoccupazione e sotto-occupazione; di fronte al dilagare di sistemi di corruzione che svuotano dall’interno la legalità e la democrazia; di fronte alla totale assenza di parole politiche su un futuro di giustizia per la nostra società; di fronte a mutamenti della Costituzione che mirano alla concentrazione del potere in poche mani; tutti noi, dicevo, quante volte ci siamo chiesti e ci siamo sentiti chiedere: che fare? E ci siamo sentiti impotenti.

Questa manifestazione deve dare una prima grande risposta, alla quale altre seguiranno, in un percorso organizzato di partecipazione politica e di risveglio democratico. Moltissimi si aspettano molto. Non fermiamoci e non lasciamo che altri ci fermino. Non dividiamoci sulla questione: coalizione sociale o partito politico. Questa è una mobilitazione delle debolezze che, insieme, vogliono e possono diventare forza e, così, fare breccia nelle oligarchie che dominano il mondo della politica e dell’economia. Chi potrebbe sostenere che un risveglio democratico non sia urgente anche nel nostro Paese? Chi potrebbe sostenere che non c’è necessità di riprendere in mano la nostra politica, espropriata da tecnocrazie irresponsabili nazionali e sovranazionali?

Il nostro compito è riempire un vuoto di democrazia. In un mondo normale, i partiti politici si porrebbero in ascolto, accoglierebbero con favore le voci che chiedono d’essere rappresentate, ne trarrebbero alimento per la loro stessa azione. Non devono servire – secondo la Costituzione – come strumento di partecipazione alla politica nazionale? Non rischiano di essere, invece, strumenti di esclusione? La diffidenza e, talora, l’ostilità con la quale molta parte dell’establishment politico guarda a questa mobilitazione sono la prova più evidente della sua necessità. Tanto più la contrastate – si potrebbe dire – tanto più dimostrate che è necessaria.

Buon lavoro! Unità, studio ed entusiasmo.

Gustavo Zagrebelsky

 

 

Nato a San Germano Chisone (To) il 1° giugno 1943. Laureato a Torino, Facoltà di Giurisprudenza, nel 1966, in diritto costituzionale, col professor Leopoldo Elia.

  • Professore di diritto costituzionale e diritto costituzionale comparato alla Facoltà di Giurisprudenza e alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Sassari dal 1969 a 1975.
  • Professore di diritto costituzionale comparato alla Facoltà di scienze politiche dell’Università di Torino dal 1975.
  • Professore di diritto costituzionale alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dal 1980 al 1995.

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