Razze, etnie e fecce dell’umanità

11 Mar 2015

Esiste la possibilità di denunciare questo signore, per esempio, sulla base della legge 654 del 13 ottobre 1975. Legge che testualmente dice: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito: con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Inondare le procure con esposti ad hoc potrebbe essere un’idea. Andando direttamente in un commissariato, senza il tramite di un legale, non ci sono costi;

Piazza PulitaA proposito del siparietto che l’eurodeputato Gianluca Buonanno ci ha inflitto, tra scrosci d’applausi, dagli studi di Piazza Pulita lo scorso lunedì, urlando a un’impietrita Dijana Pavlovic che «i rom sono la feccia dell’umanità».
1) Esiste la possibilità di denunciare questo signore, per esempio, sulla base della legge 654 del 13 ottobre 1975. Legge che testualmente dice: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell’attuazione della disposizione dell’articolo 4 della convenzione, è punito: con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità  o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi». Inondare le procure con esposti ad hoc potrebbe essere un’idea. Andando direttamente in un commissariato, senza il tramite di un legale, non ci sono costi;
2) Mi dicono che Buonanno, di cui ignoravo l’esistenza fino alla scorsa settimana, realizzi spesso exploit mediatici come quello di cui sopra. Ovviamente è per questo che lo invitano in tv, non per la rilevanza teoretica dei suoi pensieri. Ecco, noi riteniamo che chi pianifica le trasmissioni in questo modo, chi manda certi inviti, sia corresponsabile rispetto a certi episodi. E le scuse postume assomigliano a lagrime di coccodrillo. Se il giornalismo, soprattutto quello televisivo, si ricordasse di essere giornalismo e non intrattenimento nè pornografia, tutta la società ne trarrebbe vantaggio. A partire dalle fasce culturalmente più deboli.

Corriere delle Migrazioni

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