Per qualche tempo, non sappiamo ancora se di pochi attimi o ore o giorni o anche più lungo, molti di noi hanno gioito sentendo “bella ciao” cantata sotto il Partenone. Il centro e la culla di quella semplice parola tanto spesso risuonata nei discorsi di Alexis Tsipras che è “democrazia”.
I più anziani si sono commossi, i sospiri si sono incrociati, ognuno ha avuto nel cuore un’immagine, un ricordo, una sensazione di vittoria. Direi di libertà.
L’esperienza ci dice quanto sia facile ingannarsi e dunque non possiamo essere prigionieri questa volta di facili illusioni. Però è così, è stato bello quel sentirsi vicini alla Grecia, alle sofferenze di quel grande popolo, nel nome di una vittoria del secolo scorso, contro l’oppressore nazifascista.
A me è tornata in mente l’immagine di un ragazzo ateniese di quindici anni che fu ucciso da un cecchino nazista il primo giorno della libertà: era sceso per strada a festeggiare. E poi subito dopo, il ricordo di serate trascorse conAlekos Panagulis e Oriana Fallaci a Roma mentre lui ci spiegava la tortura e ci recitava alcune splendide poesie scritte nel carcere della dittatura e aggiungeva sempre:”Ancora penso così”, per la libertà e la democrazia si sopporta tutto…
Allora ho capito cosa manca a noi italiani in questo momento politico. Almeno cosa manca a me e forse anche ad altri: mi manca qualcuno che, quando parla di lavoro e di ricette economiche o anche di Europa, parli anche di “democrazia” e di “giustizia sociale”, che sono le parole che hanno fatto vincere Tsipras. Parole pronunciate non in maniera strumentale, come suggerite dall’ultimo ghost writer , o in un tweet per attaccare qualche “dissidente” ma che vengano dall’animo.
E’ dell’animo della politica oggi vincente che non ci fidiamo, che ci porta a chiederci sempre quale sia lo scopo o cosa ci sia dietro.
Tsipras, che non sarà uno stinco di santo , e non è questo che cerchiamo, ha però l’espressione che ti chiede di dargli fiducia. Ha le parole della sincerità, le idee di qualcuno che viene da una tradizione di sinistra e che conosce i principi della democrazia e ad essi cercherà di restare fedele.
Per questo alcuni di noi, forse molti di più di quanti si creda, mentre Atene festeggiava ci siamo sentiti vicini a quella piazza e a quella gente che cantava “bella ciao”.
Ci chiediamo spesso cosa dobbiamo fare per colmare la distanza fra società e politica, per vincere il disinteresse diffuso. Bisogna ad esempio smettere di raccontare bugie, di strumentalizzare la morte di Falcone e Borsellino per giustificare l’attacco alla magistratura e alle sue ferie, quando si sa benissimo che quei giorni sono quasi sempre dedicati al lavoro. Bisognerebbe cominciare a fare una riforma che partisse da un lungo incontro con i magistrati di tutta Italia, ai quali chiederei: cosa ti serve per far funzionare bene gli uffici? Quali leggi potrebbero servirti per combattere la corruzione? In che modo possiamo rafforzare l’autonomia della magistratura?
E poi chiediamoci: ce lo vedete Tsipras invitare uno come Berlusconi in una sede del suo partito a scrivere patti e prendere accordi segreti su salvacondotti e presidente della Repubblica? Ce lo vedete?
No, queste cose la “democrazia” declinata dal leader greco non le prevede. Ed è già molto. Sembra spuntare davvero dal “fiore del partigiano”.
Parole belle e che condivido,
mi sono commosso anch’io davanti a quella piazza che cantava “bella ciao”, anche se ho 45 anni (forse sono già anziano!).
Ho da poco rinnovato l’iscrizione a Giustizia e Libertà e dico che ora è il tempo dell’azione politica.
Un’associazione come Leg, a mio avviso, deve guardare con attenzione alla costituzione di una reale alternativa politica a questo pensiero unico angosciante; ad esempio partecipando ed eventualmente condividendo il percorso della lista “l’altra europa con Tsipras” che si sta organizzando in tal senso. Se le persone che la pensano come noi sui punti fondamentali non si organizzano politicamente e credibilmente le cose non cambieranno mai.
Milito in un partito che per aver fatto alle ultime elezioni europee la scelta pro-Lista Tsipras ha pagato il prezzo di una quasi-scissione. Non posso, quindi, che condividere lo spirito delle riflessioni della Bonsanti, anche se speravo che la sensibilità democratica di Tsipras gli suggerisse di cercare alleati più affini di quelli poi scelti ( sempre che di libera scelta si sia trattato ). Una ricerca che avrebbe richiesto, probabilmente, qualche giorno o forse anche i due mesi occorsi in Germania. Ma, non sarebbe stato meglio ? Provo personalmente un certo fastidio a riconoscere le notevoli similitudini con l’ attuale esperienza italiana dove il partito che ha beneficiato di un abnorme premio di maggioranza – non sufficiente, però, a raggiungere la maggioranza assoluta – ha finito con l’ allearsi con un piccolo partito di destra, nato anch’ esso da una scissione con il partito che governava prima. Un’ alleanza che non può che sconfessare le storie, le identità e i programmi, minando sul nascere qualsiasi conato di vero confronto politico. Un’ alleanza stretta nel giro di poche ore, come se ci fosse già un accordo nel nome della comune opposizione alle politiche di austerità. E’ a questo che si è ridotta la democrazia ? E’ a questo che si è ridotto il confronto politico ? Non sarebbe tanto più democratico – per noi come per la Grecia – un sistema realmente proporzionale, né corretto né…corrotto dal doping di premi truffaldini, capace di educare non agli inciuci o ad estenuanti trattative con minuscoli partitini, ma al confronto politico vero, quello che ha bisogno dei tempi giusti e – oserei dire – degli ideali – etici, politici e culturali – giusti ?
Giovanni De Stefanis, LeG Napoli