Il fiore del partigiano

26 Gen 2015

Sandra Bonsanti Presidente emerita Libertà e Giustizia

Per qualche tempo, non sappiamo ancora se di pochi attimi o ore o giorni o anche più lungo, molti di noi hanno gioito sentendo “bella ciao” cantata sotto il Partenone. Il centro e la culla di quella semplice parola tanto spesso risuonata nei discorsi di Alexis Tsipras che è “democrazia”.

I più anziani si sono commossi, i sospiri si sono incrociati, ognuno ha avuto nel cuore un’immagine, un ricordo, una sensazione di vittoria. Direi di libertà.

L’esperienza ci dice quanto sia facile ingannarsi e dunque non possiamo essere prigionieri questa volta di facili illusioni. Però è così, è stato bello quel sentirsi vicini alla Grecia, alle sofferenze di quel grande popolo, nel nome di una vittoria del secolo scorso, contro l’oppressore nazifascista.

Per qualche tempo, non sappiamo ancora se di pochi attimi o ore o giorni o anche più lungo, molti di noi hanno gioito sentendo “bella ciao” cantata sotto il Partenone. Il centro e la culla di quella semplice parola tanto spesso risuonata nei discorsi di Alexis Tsipras che è “democrazia”.

I più anziani si sono commossi, i sospiri si sono incrociati, ognuno ha avuto nel cuore un’immagine, un ricordo, una sensazione di vittoria. Direi di libertà.

L’esperienza ci dice quanto sia facile ingannarsi e dunque non possiamo essere prigionieri questa volta di facili illusioni. Però è così, è stato bello quel sentirsi vicini alla Grecia, alle sofferenze di quel grande popolo, nel nome di una vittoria del secolo scorso, contro l’oppressore nazifascista.

A me è tornata in mente l’immagine di un ragazzo ateniese di quindici anni che fu ucciso da un cecchino nazista il primo giorno della libertà: era sceso per strada a festeggiare. E poi subito dopo, il ricordo di serate trascorse conAlekos Panagulis e Oriana Fallaci a Roma mentre lui ci spiegava la tortura e ci recitava alcune splendide poesie scritte nel carcere della dittatura e aggiungeva sempre:”Ancora penso così”, per la libertà e la democrazia si sopporta tutto…

Allora ho capito cosa manca a noi italiani in questo momento politico. Almeno cosa manca a me e forse anche ad altri: mi manca qualcuno che, quando parla di lavoro e di ricette economiche o anche di Europa, parli anche di “democrazia” e di “giustizia sociale”, che sono le  parole che hanno fatto vincere Tsipras. Parole pronunciate non in maniera strumentale, come suggerite dall’ultimo ghost writer  , o in un tweet per attaccare qualche “dissidente” ma che vengano dall’animo.

E’ dell’animo della politica oggi vincente che non ci fidiamo, che ci porta a chiederci sempre quale sia lo scopo o cosa ci sia dietro.

Tsipras, che non sarà uno stinco di santo , e non è questo che cerchiamo, ha però l’espressione  che ti chiede di dargli fiducia. Ha le parole della sincerità, le idee di qualcuno che viene da una tradizione di sinistra e che  conosce i principi della democrazia e ad essi cercherà di restare fedele.

Per questo alcuni di noi, forse molti di più di quanti si creda, mentre Atene festeggiava ci siamo sentiti vicini a quella piazza e a quella gente che cantava “bella ciao”.

Ci chiediamo spesso cosa dobbiamo fare per colmare la distanza fra società e politica, per vincere il disinteresse diffuso. Bisogna ad esempio smettere di raccontare bugie, di strumentalizzare la morte di Falcone e Borsellino per giustificare l’attacco alla magistratura e alle sue ferie, quando si sa benissimo che quei giorni sono quasi sempre dedicati al lavoro. Bisognerebbe cominciare a fare una riforma che partisse da un lungo incontro con i magistrati di tutta Italia, ai quali chiederei: cosa ti serve per far funzionare bene gli uffici? Quali leggi potrebbero servirti per combattere la corruzione? In che modo possiamo rafforzare l’autonomia della magistratura?

E poi chiediamoci: ce lo vedete Tsipras invitare uno come Berlusconi in una sede del suo partito a scrivere patti e prendere accordi segreti su salvacondotti e presidente della Repubblica? Ce lo vedete?

No, queste cose la “democrazia” declinata dal leader greco non le prevede. Ed è già molto. Sembra spuntare davvero dal “fiore del partigiano”.

Nata a Pisa nel 1937, sposata, ha tre figlie. Si è laureata in etruscologia a Firenze e ha vissuto per molti anni a New York. Ha cominciato la sua attività professionale nel 1969 al “Mondo” con Arrigo Benedetti.

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