Ci risiamo

14 Nov 2014

Ci risiamo.
Ci risiamo a quel clima orrendo che ha segnato la storia tragica della nostra Repubblica. Ci risiamo al 1992 ma non soltanto… speriamo di no, muoviamoci affinché non sia così. Ma quelle frasi tremende sul tritolo “che è già arrivato” per Nino Di Matteo…

quirinale02Ci risiamo.
Ci risiamo a quel clima orrendo che ha segnato la storia tragica della nostra Repubblica. Ci risiamo al 1992 ma non soltanto… speriamo di no, muoviamoci affinché non sia così. Ma quelle frasi tremende sul tritolo “che è già arrivato” per Nino Di Matteo, gli avvertimenti al Procuratore generale Roberto Scarpinato, e quel clima speciale che si stabilisce all’interno delle istituzioni appena si avvicina l’elezione del Presidente della Repubblica, non può non destare allarme. E la situazione è tanto più grave in quanto cominciano quei disordini sociali che sono così facili da infiltrare e indirizzare verso finalità oscure. Mentre il Paese è governato da chi disprezza la trasparenza e il Parlamento e predilige accordi riservati.

Come se non bastasse sono riapparsi sulla scena personaggi legati al nostro passato più controverso: vedi la presenza di Michael Ledeen, storico e giornalista americano, fortemente legato all’intelligence Usa, dichiarato “indesiderabile” negli anni ottanta e tornato in auge prima con Berlusconi e ora con Matteo Renzi e Marco Carrai.

C’è di che essere fortemente preoccupati.

E’ come se il nostro Paese non volesse mai lasciarsi alle spalle quella posizione di ancella fedele e sottomessa che accettò sin dal primo dopoguerra. La subalternità forse ci piace, ma a me pare rischiosissima soprattutto quando il potere è nelle mani di pochissimi, e la democrazia costituzionale è derisa e ignorata.

In questo clima la nuova commissione sul sequestro e l’uccisione di Aldo Moro ha speditamente imboccato la strada dell’influenza avuta dalla Cia (ed eventuali altri servizi) nella gestione e nel finale dei 55 giorni. Sono cose antiche, si dirà. Ma come ci ha insegnato l’intramontabile Bobbio, se ciò che è oscuro non si chiarisce è destinato a perpetrarsi. Noi abbiamo alle spalle un passato di non verità e un esercito di morti ammazzati in stragi rimaste senza giustizia.

Faccio un esempio: io sono assolutamente convinta (anche perché ricordo le esternazioni di alcuni dei protagonisti di allora, come Mannino) che la trattativa tra mafia e Stato ci fu. Ma chi rappresentava lo Stato, in questa trattativa? Davvero lo stratega fu il presidente Scalfaro come affermano oggi comodamente alcuni testimoni, o c’è ancora da scavare sui protagonisti di quella tragica vicenda? Certamente in parte lo Stato era rappresentato da chi trattava con Ciancimino ecc. , ma i veri politici coinvolti chi furono?

Mi torna spesso in mente una risposta che mi dette Scalfaro quando gli feci una domanda che per molto tempo non avevo avuto la possibilità di fargli. Era il 24 gennaio del 2011 ed ero andata nel suo studio di Palazzo Giustiniani per registrare, con Enrica Scalfari, un video che Libertà e Giustizia avrebbe proiettato alla manifestazione del Palasharp per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Ero rimasta sola col presidente mentre si preparavano le attrezzature e gli chiesi:”Perché il 3 novembre del ‘93 a reti unificate lei disse quel celebre “Io non ci sto”?”.

Una domanda improvvisa, una risposta immediata: “Volevano farmi fare cose che io, magistrato, non potevo fargli fare”. Tutta l’intervista che segui fu un inno alla magistratura e al dovere di assicurarne l’autonomia. Non dimentico le sue parole e mi chiedo se fu davvero lui ad allentare la morsa sul 41 bis oppure se volevano quello ed altro da lui: chi “voleva”? Io non lo so, ma ricordo che in quei mesi il Quirinale, il Presidente e la figlia Marianna, erano accerchiati dalla morsa dei servizi, regolari o deviati.
E ricordo le minacce della Falange armata oltre che la lettera dei familiari della mafia. Insomma, non mi convincono le accuse dei Martelli e Amato. Così come non mi hanno mai convinto Mancino e Mannino. E mi piacerebbe che si indagasse oltre, anche perché la verità ci serve a capire cosa sta succedendo oggi. Che gli uomini al potere sono altri, ma che il ricatto della non giustizia fatta continua a pesare e forse ancora a indirizzare molto più di quanto ci appaia giorno dopo giorno, tweet dopo tweet. E il papello del primo Nazareno è tuttora segreto in qualche armadio della vergogna.

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