La “democrazia” secondo l’etimologia greca, deriva da “démos” (popolo) e “cràtos” (potere). Potere al popolo, quindi. Ma cosa significa? Il popolo (cioè tutti) ha potere quando lo ha su qualcun altro: chi? Ed ecco il cuore del concetto: democrazia è potere del popolo sul popolo. Qui nasce la trasmissione del potere del popolo verso il vertice del sistema democratico, ed è così che si attua il potere del governo sul popolo. Così il popolo è sia governante che governato. Ma attenzione: se nella trasmissione del potere i controllati si sottraggono al controllo dei controllori, il governo sul popolo rischia di non avere niente a che vedere con il governo del popolo. Ecco che allora subentra una delle più recenti conquiste storiche: il costituzionalismo, che riparte il potere in un delicato sistema di pesi e contrappesi facendo sì che la delicatissima democrazia non venga minimazzata e oscurata. Ma quanto è rimasto oggi di tutto ciò? Credo molto, ma si rischia che diventi molto poco. Per questo sono convinto che oggi più che mai sia necessaria una riflessione sul ruolo del cittadino nella società attuale. Non possiamo infatti limitarci alla sola espressione del diritto di voto (doveroso e sacrosanto) per sentirci utili e partecipativi, ma urge sempre di più un impegno sociale, nell’accezione più larga del termine, che porti a un manifesto laico di diritti che il “cittadino attivo” deve esigere, nonché di doveri ai quali non può e non deve più sottrarsi, a meno che non ci si voglia ritrovare tra qualche anno a rimpiangere le ultime libertà individualmente ed egoisticamente conservate. E allora come concretizzare questo impegno? In primis, quando parlo di “difesa” mi riferisco certamente alla difesa civile dei diritti che i nostri Padri Costituenti ci donarono dopo anni di battaglie e che oggi sono impressi nella nostra Carta Costituzionale. Non dimentichiamo infatti che i diritti sono il frutto di centinaia di anni di lotte, e non di gentili concessioni di capi di Stato, e non basta delegare il proprio rappresentante politico per sentirsi esenti dalla protesta, occorre che si risvegli quella ormai dormiente coscienza civile che ahimè si è adagiata sugli allori conquistati dalla Resistenza. E allora cosa fare? Credo che la risposta stia principalmente dentro di noi, dentro al nostro comportamento individuale, credo che ognuno di noi debba essere “cittadino attivo”. Mi riferisco a quel tipo cittadino che ogni volta che agisce pensa di far qualcosa per il bene comune, colui che crede che risolvendo il suo problema può anche dare un contributo alla società. Al bando eroismi e gesti eclatanti, basterebbe sentirsi responsabili in prima persona, essere quel mattone che insieme ad altri può favorire la costruzione di un edificio collettivo a vantaggio di tutti. E non facciamoci raggirare quando qualche governante “illuminato” ci parla di nuovi diritti. I nuovi diritti non esistono. La libertà non è una pretesa ma un diritto attuale ed esigibile. Lo stesso “diritto” è quel fenomeno sociale che decidiamo noi ogni giorno, siamo noi la genesi del diritto.
E la democrazia, come scrive Giovanni Sartori, è in pericolo soprattutto per colpa nostra, di noi cittadini: «L’uomo che nasce con la democrazia è un bambino viziato e ingrato che riceve in eredità benefici che non merita e che, di conseguenza, non apprezza».
L’autore studia Giurisprudenza ed è socio di LeG Piacenza
A Giovanni Chiarini, studente alla facoltà di giurisprudenza, va tutta la mia ammirazione per le parole semplici e profondamente vere che ha scritto oggi.
Giovanni, tu hai descritto il cuore della democrazia: il dover essere, ciascuno di noi cittadino, partecipe e consapevole dell’enorme potere di cui dispone, tutto riassunto nella parola DIRITTI.
Che vanno difesi ed esercitati in ogni momento della nostra vita civile.
In momenti come questo, mentre è in corso il tentativo di demolire la struttura portante di questi diritti – la nostra Costituzione – abbiamo soprattutto il dovere di essere presenti, di comunicare, di diffondere, con il cuore e la ragione, la difesa della Carta che ha permesso l’esistenza del Paese democratico dove siamo nati.
I diritti e i doveri.
In questo momento soprattutto i doveri: il dovere di fare i cittadini fino in fondo.
Io, che faccio l’avvocato, sono davvero contenta di leggere questi pensieri da uno studente che ha scelto il diritto e la legge per essere ancor più cittadino consapevole.
Sono certa che questo Paese ha tanti giovani come Giovanni.
Un grazie di cuore.
Silvia Manderino – Mestre silviamande@libero.it
Bravo Giovanni. Hai detto in modo chiaro in che cosa consiste la democrazia, che cosa sono i diritti e il loro rapporto con i doveri, e come la Costituzione repubblicana, scritta alla fuoriuscita dal fascismo, cioè da un sistema che negava democrazia e diritti, tuteli e garantisca proprio queste due fondamentali proprietà dell’uomo come parte di una società.